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Come verifico se sono un cattivo pagatore?

Per scoprire se si è cattivi pagatori, occorre consultare la Centrale Rischi di Bankitalia o le Società di informazioni creditizie (come il CRIF). Nei loro archivi sono presenti dati sui crediti concessi e sulle garanzie fornite da famiglie e imprese, oltre ad eventuali insolvenze o ritardi nei pagamenti

donna al computer con carta di credito che si dispera
Ecco come verificare se si è considerati cattivi pagatori

Verificare se si è stati segnalati come cattivi pagatori è possibile. E lo è in modo semplice e rapido. Per saperne di più, si possono percorrere due strade:

  1. Presentare una richiesta alla banca, o società finanziaria, con cui si è contratto il debito;
  2. Inviare una richiesta alla Centrale Rischi della Banca d’Italia e alle centrali rischi private note come SIC (Sistemi di informazioni creditizie), a cui gli intermediari finanziari comunicano i nomi dei consumatori che non rispettano le scadenze dei pagamenti per il rimborso del denaro ricevuto in prestito.

È vero che non è difficile verificare se si è stati segnalati come cattivi pagatori. Ma è altrettanto vero che lo si può presumere da sé, qualora non si paghino entro i termini previsti le rate mensili del contratto sottoscritto con un istituto di credito per i soldi ottenuti in prestito.

Di conseguenza, è sempre bene rispettare gli impegni assunti con una banca o una finanziaria per scongiurare il rischio di essere poi segnalati come cattivi pagatori. Ecco qualche consiglio utile e pratico:

  • quando il prestito è rimborsato tramite il pagamento di un bollettino mensile, occorre accertarsi che il versamento sia effettuato prima della data di scadenza indicata sul bollettino stesso;
  • quando la somma è restituita con rate addebitate mensilmente sul conto corrente, è necessario controllare che all’avvicinarsi della scadenza il saldo sia positivo, in modo tale che la banca possa autorizzare il pagamento.

In un caso, come nell’altro, l’importante è non accumulare più insoluti o ritardi di pagamento, altrimenti l’ente creditizio procederà con la segnalazione come cattivo pagatore.

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Perché conviene essere puntuali nei pagamenti?

L’iscrizione nell’elenco dei cattivi pagatori può avere delle gravi conseguenze per un consumatore. Infatti, può pregiudicare la concessione e l’erogazione di eventuali futuri finanziamenti, ricevendo una risposta negativa alla richiesta o incontrando grosse difficoltà nel rilascio di:

  • un prestito personale;
  • un mutuo;
  • una carta di credito;
  • un libretto degli assegni.

Non va poi trascurato il fatto che, in alcune circostanze più gravi, persino la stessa apertura di un nuovo conto corrente può essere compromessa.

Questo perché banche e società finanziarie consultano gli archivi della Centrale rischi e dei SIC per:

  • valutare il merito creditizio del consumatore;
  • verificare se il cliente sia solito pagare puntualmente o meno i propri debiti.

Dati e informazioni contenuti in questi appositi archivi elettronici hanno un’importanza fondamentale per gli istituti bancari e finanziari, allo scopo di conoscere il livello di affidabilità dei richiedenti di prestiti e mutui in particolare e, vista l’entità della somma da erogare, di evitare anche eventuali rischi di insolvenza.

Come si diventa cattivi pagatori?

Un cattivo pagatore è colui che, in passato, non è riuscito a far fronte al rimborso di una o più rate di un finanziamento, così come stabilito nei termini del contratto. Scadenze non rispettate:

  • per negligenza o errore;
  • per difficoltà economica.

In questa seconda ipotesi, e se si hanno più prestiti in corso nello stesso momento, una scelta consigliata è di ricorrere a un prestito per consolidamento debiti. Si tratta di una soluzione che consente di risparmiare sui costi, onorare gli impegni assunti e non finire nella lista dei cattivi pagatori.

Se, invece, si è dipendenti pubblici o privati con stipendio, oppure se si è pensionati, si può ricorrere alla cessione del quinto: in questo caso, a corrispondere fisicamente le rate ogni mese alla banca o alla finanziaria è direttamente il datore di lavoro o l’ente pensionistico che trattiene il 20% (un quinto) della retribuzione netta o dell’assegno previdenziale.

A questo proposito, c’è da notare che, consultando il portale di PrestitiOnline.it, è possibile confrontare le offerte di prestito proposte dai vari istituti di credito partner.

C’è però da precisare che, qualsiasi persona che richieda una qualunque forma di prestito a un istituto di credito è inserita automaticamente in una delle banche dati, al fine di valutarne il profilo creditizio nel corso del tempo.

Da quel momento, tutte le informazioni su quello specifico finanziamento erogato saranno conservate per un periodo di tempo variabile sulla base dell’importo e della durata del piano di rimborso.

Di conseguenza, essere segnalati a una Centrale Rischi e a un SIC non vuol dire essere necessariamente dei cattivi pagatori. Piuttosto, significa avere nei confronti di un intermediario un credito o una garanzia pari o superiore alla soglia di segnalazione:

  • 250 euro per le sofferenze;
  • 30.000 euro negli altri casi.

Le informazioni contenute nella Centrale Rischi o nei SIC saranno disponibili per tutte le altre banche o società finanziarie alle quali il soggetto si rivolgerà per avere un successivo prestito. Dal database potrà risultare che il richiedente:

  • paga o ha pagato regolarmente il suo debito;
  • è considerato un cattivo pagatore, perché ha rimborsato in ritardo, o non ha versato una o più rate del prestito contratto.
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Come sapere se si è nella lista dei cattivi pagatori?

Richiedendolo alla propria banca, oppure consultando la Centrale Rischi o un SIC, è possibile sapere se si è iscritti nella lista dei cattivi pagatori.

La Centrale Rischi e i SIC raccolgono dalle banche e dalle società finanziarie informazioni sui crediti concessi e sulle garanzie rilasciate ai propri clienti:

  • sia persone fisiche (consumatori e famiglie);
  • sia persone giuridiche (imprese).

Ricordiamo che la Centrale Rischi rilascia queste informazioni solo agli intermediari che vi aderiscono, mentre tutti gli altri dovranno rivolgersi ai Sistemi di informazioni creditizie (SIC). I più noti sono:

  • CRIF;
  • Eurisc;
  • Experian;
  • CTC;
  • Assilea;
  • CERVED.

Tali società hanno natura privata e non sono soggette ad alcuna supervisione o attività di regolamentazione da parte della Banca d’Italia. Per conoscere i dati archiviati nei SIC e chiedere eventualmente di correggerli, è necessario contattare direttamente il SIC, perché la Banca d’Italia non è responsabile delle banche dati gestite da enti privati.

Chi può accedere alla Centrale Rischi?

Ogni cittadino può rivolgersi direttamente alla Centrali Rischi gestita dalla Banca d’Italia per verificare se è annoverato come cattivo pagatore. Il servizio è gratuito. Possono fare richiesta:

  • le persone fisiche a nome delle quali sono registrate le informazioni o, al loro posto, i soggetti previsti dalla legge (per esempio: il tutore, l’amministratore di sostegno, l’erede o un soggetto munito di delega);
  • le persone giuridiche quali enti, società, associazioni, tramite il legale rappresentante o altri soggetti previsti dalla legge (per esempio: il liquidatore, i soci illimitatamente responsabili, i soci di S.r.l., i membri del collegio sindacale).

Come si accede alla Centrale Rischi?

Si può accedere ai dati della Centrale Rischi (CR) presentando una specifica richiesta.

È possibile farlo tramite la piattaforma Servizi online, selezionando il box “Richiedi i dati”, oppure utilizzando il link diretto al servizio online CR, identificandosi con SPID o CNS (Carta Nazionale dei Servizi), poi compilando e inoltrando la richiesta di accesso ai dati.

È possibile anche consultare il database della Centrale Rischi andando in una delle filiali della Banca d'Italia, oppure inviando una richiesta:

  • per posta elettronica certificata (PEC);
  • per posta ordinaria, compilando l’apposito modulo scaricabile dal sito della Banca d’Italia e allegando copia di un documento di identità valido.

La risposta è inviata all’indirizzo postale o a quello PEC indicato. Seguendo l’iter illustrato qui sopra, è possibile anche consultare e rivolgersi ai data base di CRIF, Eurisc, Experian, CTC, Assilea, CERVED.

Ultimo aggiornamento gennaio 2025

A cura di: Paolo Marelli

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