- Altri marchi del Gruppo:
- MutuiOnline.it
- FondiOnline.it
- Segugio.it
Come ottenere un prestito dopo un rifiuto?
Un prestito rifiutato può essere richiesto immediatamente ad un altro istituto se non ci sono problemi di merito credito, oppure, se non vi è urgenza, è possibile attendere 90 giorni affinchè la richiesta non approvata sia cancellata in automatico dalle banche dati aderenti al SIC.
Una richiesta di prestito che non viene accolta non è significativa sulla possibilità di essere finanziati, perché talvolta può dipendere da una particolarità dettata dalle regole di credito della finanziaria che ha esaminato la richiesta. L’esito negativo viene tuttavia portato all’evidenza del circuito finanziario attraverso una segnalazione visibile agli aderenti al SIC o Sistemi di Informazioni Creditizia, che comporta una serie di conseguenze:
- resta attiva per 90 giorni prima di essere cancellata in automatico;
- accumulare segnalazioni di rifiuti sulle banche dati conduce spesso a successive valutazioni negative automatiche.
Sarebbe quindi opportuno procedere:
- richiedendo un solo prestito alla volta;
- evitando di inserire numerose richieste contemporaneamente;
- richiedendo sempre la liberatoria in caso di mancata accettazione.
Procedendo con queste indicazioni è possibile, dopo aver ottenuto un rifiuto, richiedere una seconda valutazione per un nuovo prestito con buone probabilità di accettazione.
Quali sono le cause per le quali non viene accettato un prestito?
Il presupposto di partenza è quello per il quale le banche e le finanziarie non forniscono mai la spiegazione di un rifiuto, soprattutto per gli istituti che collocano prestiti online, limitandosi esclusivamente a fornire al cliente una comunicazione tramite e-mail con la quale attestano la chiusura della richiesta: la liberatoria. Ovviamente ci sono delle ipotesi in cui il rifiuto è scontato quali:
- presenza di ritardi o mancati pagamenti segnalati sulle banche dati;
- impossibilità nell’avere un reddito dimostrabile;
- redditi insufficienti per richiedere il prestito;
- richiesta eccessiva rispetto al reddito dimostrabile.
Inoltre, possiamo trovare delle ipotesi di esclusione quando siamo in presenza di redditi particolari come:
- compensi per collaborazioni occasionali;
- pensioni minime, sociali, cointestate, di esodo o di invalidità civile;
- rendite da infortuni sul lavoro;
- assegni di accompagnamento;
- reddito di cittadinanza.
Tutte queste entrate finanziarie, pur essendo perfettamente dimostrabili non sono tuttavia idonee ad essere considerati redditi validi, in quanto non sono stabili e continuativi oppure, come nel caso delle pensioni, è l’INPS stesso a stabilirne la non idoneità.
Oltre le ipotesi appena viste, la mancanza di storicità, in relazione a precedenti finanziamenti, può essere annoverata tra le più frequenti cause di rifiuto in una richiesta di prestito. La mancanza di riferimenti sui comportamenti finanziari del richiedente viene considerata da molti istituti come un indicatore di rischio credito importante, specie su importi elevati a cui, spesso, si ovvia con la richiesta di un garante.
Prestito rifiutato: viene segnalato sulle banche dati?
Quando si riceve un rifiuto per una richiesta di prestito solitamente abbiamo un riscontro dell’attività con la liberatoria, ossia una comunicazione della banca o finanziaria con la quale si viene informati che la richiesta non è stata accolta. Alcuni istituti, per completezza di informazione, riportano anche la procedura conseguente, che consiste nell’aggiornare il dato sui sistemi informativi SIC. In altri termini il rifiuto della richiesta verrà reso visibile alle banche e finanziarie un determinato tempo. Il rifiuto, in seguito all’emanazione del Codice di Condotta per i Sistemi Informativi, con provvedimento del settembre 2019 del Garante per la Privacy, rimane attivo nel circuito SIC fino a un periodo massimo di:
Trattamento dati per: | Tempi di conservazione | Decorrenza |
---|---|---|
Nuova Richiesta - Valutazione | massimo 180 giorni | Data presentazione richiesta |
Richieste non accolte | massimo 90 giorni | Data aggiornamento mensile |
Rinuncia del cliente - Abbandono | massimo 90 giorni | Data aggiornamento mensile |
Sulla base delle nuove tempistiche, un rifiuto su banche dati relativo ai finanziamenti o prestiti personali sarà rilevabile fino a un massimo di 90 giorni, prima di venire cancellato in automatico dal sistema informativo SIC.
Quanto tempo deve passare dopo un prestito rifiutato per chiederne un altro?
Dipende dalle esigenze in relazione all’urgenza di ottenere il prestito in tempi più o meno rapidi. Se la premura di concludere l’operazione è pressante l’indicazione sarà quella di procedere immediatamente, sempreché non ci siano problematiche o negatività evidenti. In questi casi il finanziamento non viene accolto sulla base dei criteri di valutazione, pertanto, sarà possibile ripresentarlo nuovamente:
- immediatamente ad un'altra banca o finanziaria subito dopo aver ricevuto la lettera liberatoria dell’istituto negante;
- dopo 90 giorni in modo che le banche dati non contengano più la traccia della valutazione negativa.
Va da sé che se si preferisce procedere immediatamente ed anche la seconda richiesta riceve una valutazione negativa è inutile insistere, per cui è consigliabile attendere il termine dei 90 giorni per la cancellazione in automatico dei rifiuti. Un’altra particolarità consiste nell’evitare di richiedere un’altra valutazione presso la stessa banca o finanziaria che ha negato il finanziamento in precedenza, nella convinzione che magari riducendo l’importo o cambiando la motivazione possano approvare il prestito, questo perché solitamente un rifiuto preclude la possibilità di inserire una nuova richiesta, se non trascorre un certo tempo - minimo tre mesi tra una richiesta e l’altra, ma non sono da escludere tempistiche più ampie, a volte fino ad un anno -.
Ultimo aggiornamento luglio 2022