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Cessione del quinto: cos'è e come funziona
La cessione del quinto (cessione del quinto dello stipendio o pensione) è una tipologia di prestito prevista in Italia da estinguersi attraverso trattenute dirette sul salario (stipendio o pensione), fino ad un massimo di un quinto dell’emolumento valutato al netto delle ritenute.
Se sei un lavoratore dipendente oppure un pensionato e vuoi richiedere un finanziamento non finalizzato rimborsabile in comode rate mensili, puoi usufruire della cessione del quinto del tuo stipendio o della tua pensione. Un finanziamento semplice e comodo che prevede il rimborso del capitale con addebito direttamente sul tuo stipendio, senza alcun impegno per te.
Questa particolare forma di credito al consumo, tipicamente italiana, è stata introdotta nel secondo dopoguerra (attraverso il D.P.R. 5 gennaio 1950 n. 180) al fine di agevolare l’accesso al credito da parte dei dipendenti statali di un’Italia particolarmente provata dalla guerra: lo scopo era quello di tranquillizzare i creditori concedendo una garanzia solida come il salario dei dipendenti pubblici, consentendo ai consumatori di accedere a un forma di credito di importo potenzialmente elevato.
Attualmente, grazie ad opportune modifiche normative (legge 80/2005), questa forma di credito è disponibile anche per i dipendenti privati ed i pensionati. Come abbiamo visto il nome di questo strumento deriva dal fatto che l’importo della rata non può superare il valore di un quinto (1/5) del salario netto: dipende poi dalla specifica amministrazione/datore di lavoro la facoltà di concedere o meno di includere ai fini del calcolo della quota cedibile anche la tredicesima e l’eventuale quattordicesima.
In questa sezione ti spiegheremo cos’è la cessione del quinto, come funziona, che ruolo ha il datore di lavoro e quali sono le garanzie che vengono normalmente richieste. Ti forniremo inoltre una descrizione delle differenze che intercorrono tra un prestito personale e la cessione del quinto, in modo da aiutarti nella scelta del finanziamento a te più adeguato. Per una rapida consultazione riportiamo qui di seguito il menù degli argomenti trattati.
Indice
-
La definizione della rata
Come viene determinata la rata nella cessione del quinto? -
Come funziona la cessione del quinto
Quali sono le caratteristiche della cessione del quinto? Qual è il ruolo del datore di lavoro? -
La delega di pagamento
Cos’è la delega di pagamento e come si ottiene? -
I requisiti per accedere al finanziamento
Chi può richiedere questo tipo di prestito? -
I vantaggi della cessione del quinto
Quali sono i vantaggi di questo finanziamento? Quali sono le differenze con il prestito personale? -
Convenzioni per la cessione del quinto
Quali convenzioni vengono predisposte per la cessione del quinto? -
La normativa: gli elementi del contratto
Quali sono gli elementi che non possono mai mancare in un contratto di cessione del quinto? -
Ritardo nei pagamenti e risoluzione del contratto
Cosa succede in caso di mancato o ritardato pagamento? -
La documentazione
Quali documenti vengono richiesti? Sono necessari dei documenti accessori? -
Creditori e Finanziatori: cosa sapere
Chi sono i player operanti nel settore della cessione del quinto? -
I canali distributivi
Quali sono i canali distributivi? E come sono stati trasformati dagli interventi di Banca d’Italia? -
La modalità di rimborso
Come avviene il rimborso delle rate? -
Le garanzie richieste e le coperture assicurative
Quali garanzie bisogna presentare per sottoscrivere una cessione del quinto? -
Coperture rischio vita e rischio impiego: il focus
Quali sono le coperture assicurative previste dalla legge per la cessione del quinto? -
L'importo massimo del prestito
Quali sono i criteri utilizzati dagli istituti per determinare quale importo concedere? -
Costi, tassi di interesse e soglie d’usura
Quali sono i costi per ottenere il finanziamento? Quali elementi vanno considerati per valutare offerte alternative? Cos’è il TAEG? E il TAN? -
Finalità
A quale finalità è associata la cessione del quinto? -
Marketing
Su quali leve si gioca la concorrenza tra le finanziarie per accaparrarsi i migliori canali distributivi? -
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La definizione della rata
Al contrario dei mutui e di altri finanziamenti, nella cessione del quinto dello stipendio viene determinata prima la rata e, successivamente, i possibili importi erogabili, in funzione della durata del prestito. Dunque, nel caso in cui un cedente disponga di uno stipendio netto (o una pensione INPS) pari a 1.500 euro al mese, si determina subito la rata massima della cessione del quinto che, in generale, può arrivare fino a 1/5 dello stipendio (nell’esempio riportato, la rata massima è pari a 300 euro); dalla rata mensile di rimborso si determina l’importo netto erogabile in funzione della durata del prestito. Considerando i seguenti parametri, che sono puramente esemplificativi:
- Stipendio netto mensile: 1.500 euro
- Rata fissa: 300 euro
- TAN: 5%
I possibili importi netti ottenibili dal richiedente, funzione della durata del finanziamento, sono i seguenti:
Rata mensile | Durata cessione del quinto | Importo netto erogato |
---|---|---|
300 € | Cessione 120 mesi (10 anni) | 21.050 € |
300 € | Cessione 108 mesi (9 anni) | 19.690 € |
300 € | Cessione 96 mesi (8 anni) | 18.230 € |
300 € | Cessione 84 mesi (7 anni) | 16.690 € |
300 € | Cessione 72 mesi (6 anni) | 15.050 € |
300 € | Cessione 60 mesi (5 anni) | 13.200 € |
Visto che la rata fissa, pari a 1/5 dello stipendio o della pensione, è sostenibile per definizione, il cliente potrà scegliere la durata del finanziamento sulla base della somma di denaro di cui necessita. Se, ad esempio, deve acquistare un’automobile del valore di 16.000 euro, potrà optare per un finanziamento contro cessione del quinto dello stipendio di durata pari o superiore a 84 mesi (7 anni).
Come funziona la cessione del quinto
Così come il prestito personale, anche la cessione del quinto è un finanziamento a tasso fisso con rimborso a rate costanti ma con la differenza che, in questa forma di contratto, il rimborso delle rate non viene effettuato dal richiedente bensì dal suo datore di lavoro (o dall’istituto previdenziale nel caso di pensionati) e il relativo importo è trattenuto direttamente dal netto in busta paga (o dalla pensione).
Il datore di lavoro è pertanto il soggetto deputato a versare le rate a favore dell’Istituto che ha erogato il prestito.
Si parla di cessione del quinto in quanto l’importo della rata di rimborso non può normalmente eccedere la quinta parte dello stipendio netto mensile. In talune situazioni, allo scopo di aumentare la somma erogata, è tuttavia possibile arrivare ad una rata massima pari a due quinti dello stipendio; per far ciò è necessario sottoscrivere oltre che al contratto di cessione del quinto, anche un contratto di delega del pagamento, che impegna l’altro quinto dello stipendio.
La delega di pagamento
Esiste poi una forma di credito al consumo piuttosto simile alla cessione del quinto, che ne segue tutte le regole (procedure operative, trattenute sul salario, ecc.), ma che rientra nella categoria dei prestiti personali: si tratta della delega di pagamento, che è un prestito in cui il dipendente dà delega all’amministrazione terza ceduta/datore di lavoro di provvedere al pagamento della rata. La delega di pagamento è disponibile solamente ai dipendenti di amministrazioni pubbliche che abbiano stipulato apposite convenzioni con le finanziarie che erogano il credito, e consente di cedere un ulteriore quinto dello stipendio, arrivando pertanto alla cessione del doppio quinto del salario. In ambito privato invece, non essendo una forma di finanziamento regolata da uno specifico DPR, la fattibilità dell’operazione rimane a discrezione dell’amministrazione di appartenenza del cedente.
Dunque la delega di pagamento consente semplicemente di incrementare la quota cedibile trattenuta sulla busta paga fino al 40% del reddito netto mensile. Rispetto alla cessione del quinto, il prestito con delega di pagamento può essere utile quando il dipendente ha già in corso un prestito con un debito residuo molto elevato, oppure necessita di una somma di denaro particolarmente elevata – anche fino a 80.000 euro - non raggiungibile con la sola cessione del quinto.
Il processo di istruttoria della delega di pagamento è analogo a quello della cessione del quinto, sia per i requisiti necessari, sia per la documentazione richiesta, sia per le tempistiche di erogazione, stimate in 10 – 15 giorni lavorativi.
I requisiti per accedere al finanziamento
La cessione del quinto è disponibile solamente ai consumatori che abbiano un reddito sicuro come quello da lavoro dipendente o da pensione. Andando più in dettaglio, possono accedere alla cessione del quinto:
- dipendenti pubblici o statali;
- dipendenti privati;
- pensionati.
Nel caso di lavoratori dipendenti il contratto deve essere a tempo indeterminato ed esiste inoltre un’anzianità lavorativa minima, che varia a seconda della compagnia assicurativa che fornisce la polizza e che generalmente è di qualche mese.
Inoltre per i dipendenti a tempo indeterminato di amministrazioni statali, pubbliche e private, è necessario che la durata della cessione non ecceda il termine del rapporto di lavoro ed il pensionamento Si sottolinea poi che la cessione del quinto ai privati viene concessa raramente se non si sia già accantonato un TFR non trascurabile.
Di norma anche l’azienda presso cui il richiedente lavora deve soddisfare alcuni criteri di ammissibilità (ad es. un numero minimo di dipendenti, un capitale sociale superiore ad un minimo stabilito, etc.), valutati in sede di delibera della richiesta.
Tra i destinatari della cessione del quinto ci sono in particolare i pensionati che godono di pensioni diverse da quelle sociali per inabilità (sono ammesse le pensioni di anzianità e di vecchiaia, quelle di invalidità e quelle di reversibilità), il cui assegno pensionistico è di importo superiore alla pensione minima e la cui età alla scadenza del piano di ammortamento non supera i 90 anni.
La delega di pagamento, o doppio quinto, non è invece disponibile per i pensionati ma solo per i dipendenti i cui datori di lavoro avallino la pratica (mentre la cessione del quinto è un diritto del dipendente, la delega di pagamento viene concessa a discrezione del datore di lavoro – spesso la delega di pagamento viene concessa solamente se erogata da finanziarie che abbiano stipulato apposite convenzioni con le amministrazioni terze cedute).
I vantaggi della cessione del quinto
Uno dei vantaggi principali della cessione del quinto sta nel fatto che, trattandosi di un’operazione di credito in qualche modo garantita, lascia all’Istituto finanziatore parecchia flessibilità nella valutazione delle richieste. Una volta garantito il rispetto dei requisiti di ammissibilità, tanto del richiedente quanto dell’azienda per cui lavora (nel caso di lavoratori dipendenti), la probabilità di vedersi accordare il prestito è infatti piuttosto alta.
Le garanzie, unitamente all’automaticità dei pagamenti, rendono l’operazione abbastanza sicura per il finanziatore, che di conseguenza potrà concedere finanziamenti anche a persone con una storia creditizia non perfetta a causa della quale difficilmente avrebbero accesso a forme alternative di finanziamento (come i prestiti personali).
Un secondo vantaggio deriva dal fatto che l’importo massimo del finanziamento è connesso sia al livello di retribuzione che all’anzianità lavorativa del richiedente, cosa che consente in taluni casi di finanziare importi considerevoli.
Le convenzioni per la cessione del quinto
Convenzioni particolarmente rilevanti sono poi quelle predisposte in ambito cessione del quinto da parte dell’ INPS e dal MEF (convenzioni accessibili ai dipendenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze): alle finanziarie che vi aderiscono viene infatti concesso di poter accedere a processi semplificati ed automatizzati, che riducono i costi operativi ed i costi necessari per la gestione dei pagamenti delle quote, ma viene d’altra parte richiesto di rispettare determinate regole volte a tutelare i cedenti (in generale vengono fissati dei limiti ai costi praticabili e dei tassi massimi inferiori rispetto a quanto previsto dalla normativa sull’usura).
La durata minima consentita è pari a 24 mesi, mentre la durata massima è pari a 10 anni (120 mesi) e comunque non può eccedere il termine del rapporto di lavoro ed il pensionamento, tranne che per i dipendenti ministeriali (stipendiati dai ministeri, come ad esempio gli insegnanti, che sono stipendiati dal ministero della pubblica istruzione), che al momento del pensionamento possono decidere se estinguere il debito o traslarlo sulla pensione. Per i pensionati la scadenza non può eccedere il 90° anno di età.
La normativa: gli elementi del contratto
La legge stabilisce che un contratto di cessione del quinto deve contenere i seguenti elementi:
- il tasso di interesse praticato;
- ogni altro prezzo e condizione praticati, inclusi i maggiori oneri in caso di mora;
- l’ammontare e le modalità del finanziamento;
- il numero, gli importi e la scadenza delle singole rate;
- il tasso annuo effettivo globale (TAEG);
- il dettaglio delle condizioni analitiche secondo cui il TAEG può essere eventualmente modificato;
- l’importo e la causale degli oneri che sono esclusi dal calcolo del TAEG;
- le eventuali garanzie richieste;
- le coperture assicurative.
La legge prevede che il contratto stipulato venga notificato all’amministrazione terza ceduta (datore di lavoro o ente pensionistico) con data certa: si possono utilizzare quindi a tale scopo gli ufficiali giudiziari, sempre meno utilizzati per ragione di costo, la raccomandata giudiziaria (anche questa sta cadendo in disuso per ragioni di costo), le raccomandate con ricevuta di ritorno (che al momento sono il mezzo di notifica più utilizzato) ed anche la posta elettronica certificata, che purtroppo ancora pochi datori di lavoro accettano.
Il contratto viene poi notificato anche al Fondo Pensione nel caso in cui il dipendente ne abbia uno: questo serve ad impegnare/mettere a garanzia anche il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) non accantonato in azienda.
La normativa prevede poi che, al momento della stipula del contratto, si stipuli obbligatoriamente anche una assicurazione sulla vita e la perdita di lavoro a favore della finanziaria che eroga il finanziamento (il beneficiario è quindi la finanziaria).
L’assicurazione sul "rischio impiego" interviene in caso di licenziamento del dipendente (non interviene ovviamente in caso di dimissioni volontarie), ma prevede il diritto di rivalsa nei confronti del debitore.
In caso di licenziamento, quindi, la finanziaria viene rimborsata attraverso il TFR maturato fino a quel momento dal dipendente, ed accantonato in azienda o presso il fondo pensione; nel caso in cui il TFR non fosse sufficiente a coprire il capitale residuo, interverrebbe l’assicurazione a coprire la restante quota parte, ma poi l’assicurazione potrebbe rivalersi nei confronti de debitore (ad es. attraverso il pignoramento di beni, ecc.). L’assicurazione sulla vita invece interviene in caso di decesso del debitore/cedente senza vantare alcun diritto di rivalsa nei confronti degli eredi.
La cessione del quinto è in qualche modo la forma italiana di credito subprime: si tratta infatti di una forma di credito accessibile anche ai cattivi pagatori in quanto garantita da stipendio o pensione. Questa è una delle ragioni per cui presenta spesso costi piuttosto elevati, anche se ora si assiste a un calo generalizzato dei tassi.
Spesso chi ricorre alla cessione ha avuto problemi di credito, è un cattivo pagatore ed è già molto impegnato dal punto di vista finanziario: trova quindi nella cessione del quinto, un’ottima forma di finanziamento.
Per questa ragione spesso si procede al rinnovo delle cessioni del quinto o delle deleghe di pagamento: i debitori accendono un nuovo finanziamento con il quale estinguono il debito residuo ed attraverso il quale ottengono la liquidità di cui necessitano (il rinnovo della cessione del quinto è consentito solamente dopo che sia trascorso il 40% del piano di ammortamento – in questi casi i debitori hanno diritto di chiedere all’assicurazione il rimborso della quota parte dei premi assicurativi pagati e non goduti).
Ritardo nei pagamenti e risoluzione del contratto
Nel caso di ritardo nel pagamento anche di una sola rata, attribuibile a qualsiasi causa, saranno dovuti sull’importo non pagato gli interessi di mora convenuti nel contratto.
Qualora si verifichino la cessazione del rapporto di lavoro, o la sospensione o riduzione dello stipendio (così come nel caso di ritardato pagamento), l’Istituto finanziatore potrà considerare risolto il contratto, questo indipendentemente dalla stipulazione della prevista polizza assicurativa.
In conseguenza della risoluzione, l’assicurazione si avvale della garanzia sul TFR ed in caso di eccedenze, il cliente è tenuto a rimborsare il debito residuo.
La documentazione
Il processo di richiesta della cessione del quinto può essere piuttosto lungo e complesso. In primo luogo richiede la presentazione di una documentazione piuttosto corposa e spesso di non facilissima reperibilità: oltre alla solita documentazione richiesta per la concessione di credito al consumo (documento di identità e codice fiscale), è necessario presentare la busta paga o il cedolino della pensione (in caso si sia pensionati), ed il certificato di stipendio (solo nel caso di lavoratori dipendenti) fornito dall’amministrazione della propria azienda o la comunicazione di quota cedibile in caso si sia pensionati. Nel certificato di stipendio sono riportati la data di assunzione, la retribuzione lorda e netta (annua e mensile), il TFR maturato, le eventuali trattenute o pignoramenti già presenti sullo stipendio.
Tra i documenti accessori anche il benestare dell’azienda che si impegna ad effettuare puntualmente i pagamenti ((richiesto direttamente dall’Istituto finanziatore al tuo datore di lavoro, attraverso la notifica del contratto di finanziamento).
Il richiedente dovrà inoltre firmare opportuna delega a favore del datore di lavoro a prelevare mensilmente dallo stipendio l’importo necessario al rimborso delle rate.
È poi necessario compilare e firmare la documentazione precontrattuale, l’IEBCC (Informazioni Europee di Base sul Credito al Consumo) o SECCI (Standard European Consumer Credit Information), la contrattualistica del finanziamento ed anche le informazioni precontrattuali della copertura assicurativa, oltre alla proposta assicurativa, senza dimenticare che la compagnia assicurativa, per verificare lo stato di salute del cedente, potrebbe richiedere un rapporto di visita medica che deve essere richiesto al medico curante.
Per poter poi procedere all’erogazione, la finanziaria provvede alla richiesta della copertura assicurativa alla compagnia ed alla notifica del contratto al datore di lavoro (amministrazione terza ceduta) e, se presente, anche al fondo pensione presso cui si accantona il TFR, ed il finanziamento non viene erogato fino all’emissione della polizza da parte della compagnia ed al rilascio dell’atto di benestare da parte dell’amministrazione.
In caso si provveda al rinnovo di una cessione del quinto o delega di pagamento preesistente, il processo potrebbe complicarsi ulteriormente, e conseguentemente si allungano i tempi: in questi casi è infatti necessario estinguere la cessione preesistente ed è pertanto obbligatorio chiedere alla finanziaria che viene estinta il rilascio del conteggio estintivo del debito residuo: nonostante per legge il conteggio vada rilasciato entro 10 giorni dalla richiesta, spesso i tempi si allungano perché le finanziarie estinte oppongono resistenza, sollevando vizi formali e tentando di convincere il cedente a rinnovare con loro stesse.
Creditori e Finanziatori: cosa sapere
In funzione di quanto indicato dal D.P.R. 180/1950 e della disciplina del settore del credito sancita dal d.lgs 1° settembre 1993 n. 385 (Testo Unico Bancario) solamente le banche e gli intermediari finanziari iscritti in apposito elenco tenuto dalla Banca d’Italia (dal 2007 Banca d’Italia esercita le funzioni precedentemente svolte dall’Ufficio Italiano Cambi, U.I.C., cui è succeduta in tutti i diritti e rapporti giuridici di cui quest’ultimo era titolare).
Il settore della cessione del quinto ha subito una profonda trasformazione negli ultimi anni: da quando Banca d’Italia è succeduta all’U.I.C. ha cominciato a controllare con maggior attenzione il settore, caratterizzato da comportamenti non sempre cristallini da parte degli istituti eroganti e dei soggetti che intermediavano il credito.
Ha chiarito, in particolare, che molti comportamenti adottati dagli attori del settore erano contrari alle previsioni della normativa ed ha cominciato a sanzionare i comportamenti illeciti: il risultato di questa sua attività è stato una drastica riduzione dei player operanti nel settore, la quasi scomparsa degli intermediari finanziari non bancari, la scomparsa di alcune forme di credito particolarmente rischiose, come ad esempio le cessioni concesse ai dipendente di piccole aziende (small business), e la riduzione della lunghezza della catena distributiva.
I canali distributivi
I canali distributivi sono anche nel caso della cessione del quinto tutti gli attori che solitamente distribuiscono prodotti di credito:
- le stesse banche che finanziano i crediti;
- gli intermediari finanziari che li erogano
- gli agenti in attività finanziaria che fungono da interfaccia tra il cliente e le Banche o le Società di Intermediazione Finanziaria di cui sopra, da cui ricevono i compensi (è fatto espresso divieto di ricevere compensi in denaro dal cedente)
- i mediatori creditizi che al pari degli agenti fungono da interfaccia tra il cliente e le Banche o le Società di Intermediazione Finanziaria di cui sopra, da cui ricevono i compensi, ma che hanno compiti meno vasti rispetto agli agenti.
Anche i canali distributivi sono stati completamente trasformati dagli interventi di Banca d’Italia, oltre che da alcune innovazioni e semplificazioni normative, come ad esempio l’apertura del settore ai pensionati o la semplificazione della procedura di notifica dei contratti. Rispetto al 2006 quindi oggi il settore presenta:
- Un ruolo molto più attivo da parte delle banche, che spesso distribuiscono questi prodotti direttamente in filiale, almeno nei casi di prodotti semplici, come ad esempio le cessioni del quinto della pensione in convenzione e che in questi casi erogano direttamente i crediti concessi.
- Una straordinaria contrazione del numero degli intermediari finanziari iscritti all’elenco 106, a seguito di interventi sanzionatori da parte di Banca d’Italia e dell’indicazione di stringenti limiti sul patrimonio di vigilanza (sono in particolare scomparsi due player di primo piano del settore, come Idea Finanziaria e Ktesios).
- Una enorme riduzione e concentrazione degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi che operano nel settore (e che in precedenza la facevano da padroni). Gli interventi di Banca d’Italia hanno infatti reso illecite alcune pratiche, riducendo in questo modo i margini della catena distributiva, che ha visto aumentare la scala minima necessaria per sopravvivere. Banca d’Italia è anche intervenuta a livello di compliance: sono richiesti capitali sociali minimi di 120.000 euro e l’iscrizione all’OAM richiede obblighi formativi piuttosto onerosi. Inoltre entrambe le figure necessitano dell’iscrizione alla sezione E del RUI (Registro Unico degli Intermediari assicurativi) tenuto presso l’IVASS (una componente fondamentale nei contratti di cessione del quinto sono le polizze assicurative)
La modalità di rimborso
Il rimborso delle rate dovute per l’ammortamento del finanziamento avviene a cadenza mensile tramite trattenuta sulla basta paga per i dipendenti e sulla pensione per i pensionati: vi provvede direttamente il datore di lavoro o l’ente previdenziale (l’INPS), che non possono esimersi dal provvedere alla trattenuta in caso di ricezione della notifica del contratto di cessione (a patto che il cedente non abbia già impegnato il quinto del salario, che i tassi di interesse globali siano inferiori alle soglie d’usura volta per volta vigenti e, in generale che la cessione del quinto rispetti tutte le prescrizioni previste dalla normativa di riferimento).
Proprio questa modalità di pagamento della rata è la caratteristica peculiare della cessione del quinto, in grado di tranquillizzare i creditori, che quindi sono disposti a concedere credito anche ai cattivi pagatori (persone segnalate in CRIF o protestate).
In caso di decesso del cedente provvede l’assicurazione a versare alla banca o intermediario finanziario il capitale residuo, mentre in caso di perdita di impiego il creditore viene rimborsato attraverso il TFR maturato dal cedente e, se questo non fosse sufficiente a coprire l’intero capitale residuo, interverrebbe a copertura della parte residua la compagnia assicurativa, che può poi rivalersi sul cedente.
È frequente infine il caso in cui si provveda al rinnovo della cessione, ossia si accenda un’altra cessione prima di aver completamente ammortizzato la precedente: in questo caso il rimborso della cessione che viene estinta anticipatamente attraverso una quota parte del finanziamento ottenuto attraverso la nuova cessione.
Le garanzie richieste e le coperture assicurative
Sebbene ai cedenti apparentemente non vengano richieste garanzie di sorta, quali ad esempio beni immobili da ipotecare o beni da dare in pegno, oppure la firma congiunta di garanti, in realtà questa forma di credito al consumo viene concessa solo a coloro che abbiano una garanzia molto apprezzata: la disponibilità di un reddito sicuro come quello da lavoro dipendente o da pensione.
Non solo, ai dipendenti privati viene richiesto di porre anche un vincolo sul TFR accantonato in azienda e/o presso un fondo pensione e viene richiesta per legge un’ulteriore forma di garanzia: una copertura assicurativa sulla vita ed una sulla perdita di lavoro che hanno come beneficiari la finanziaria che eroga il credito (l’assicurazione sul "rischio impiego" interviene in caso di licenziamento del dipendente mentre non interviene ovviamente in caso di sue dimissioni volontarie, e prevede il diritto di rivalsa nei confronti del debitore).
Il costo relativo alle coperture assicurative viene trattenuto direttamente dall’Istituto finanziatore, il quale erogherà al richiedente un importo al netto dei suddetti costi.
A ben vedere quindi la cessione del quinto dello stipendio o pensione, al pari della delega di pagamento, è una forma di credito al consumo molto garantita, ed è per questo che viene concessa anche alle persone che abbiano avuto problemi di credito (segnalati nei credit bureau come CRIF o Experian) o che siano protestati.
La normativa di riferimento, al fine di salvaguardare le garanzie, prevede che il debitore, non possa chiedere anticipi sul trattamento di fine rapporto (TFR) per l'intera durata del finanziamento.
Coperture rischio vita e rischio impiego: il focus
Come visto, la cessione del quinto prevede la presenza di coperture assicurative addirittura per legge: è quindi necessario che il credito sia garantito da coperture sul rischio vita e sul rischio impiego ove applicabile. Attualmente per il rischio impiego è sostanzialmente generalizzato l’utilizzo di coperture del “ramo credito”, mentre riveste un ruolo estremamente marginale l’utilizzo di coperture del “ramo perdite pecuniarie” che tutelano troppo poco la finanziaria erogante e presentano costi troppo elevati.
I premi di queste coperture variano molto in funzione delle caratteristiche della singola operazione:
- la copertura del rischio vita presenta costi piuttosto ridotti per i cedenti più giovani mentre presenta costi molto più elevati per i cedenti più anziani, in particolar modo per i pensionati (ovviamente il premio è poi proporzionale all’importo della cessione del quinto). Per poter ottenere la copertura del rischio è poi ovviamente necessario godere di un buono stato di salute (in caso di problemi di salute possono essere applicati dei sovrappremi oppure la copertura può essere rifiutata);
- la copertura del rischio impiego presenta costi piuttosto ridotti per i dipendenti di amministrazioni pubbliche o statali, mentre presenta costi molto più elevati per i dipendenti di aziende private. I premi delle coperture riservate ai dipendenti privati possono variare, oltre ovviamente che in funzione dell’importo assicurato, anche del settore lavorativo del dipendente (i settori maggiormente rischiosi implicano premi più elevati), delle dimensioni del datore di lavoro (in caso di cessioni erogate a dipendenti di piccole dimensioni si parla di cessioni Small Business – in questo caso i premi assicurativi sono piuttosto elevati e possono anche essere applicate delle franchigie che possono arrivare fino al 50% del debito residuo al momento del sinistro) e del TFR accantonato (in caso di TFR accantonato sostanzialmente nullo si parla di cessioni No TFR).
Le principali compagnie assicurative del settore sono le seguenti:
- Vittoria Assicurazioni;
- NET INSURANCE Cardif Assicurazioni: compagnia del Gruppo BNP Paribas specializzata nel settore delle coperture CPI (Credit Protection Insurance);
- AXA Assicurazioni;
- HDI Assicurazioni.
Per la copertura dei rischi vita si può poi ricorrere anche al Fondo rischi INPDAP.
L’importo massimo del finanziamento
La cessione del quinto e la delega di pagamento possono consentire di accedere ad importi piuttosto elevati (mediamente compresi fra i 15 ed i 20 mila euro). Gli importi massimi concessi variano in funzione di:
- Anni di anzianità lavorativa
- TFR cumulato
- Importo della retribuzione o della pensione mensile
La rata massima infatti è pari ad un quinto dello stipendio o pensione. Più è alto lo stipendio o la pensione, più alto è l’importo che può essere erogato. L’ammontare massimo del prestito può dipendere anche da eventuali vincoli sul capitale massimo assicurabile che possono essere posti dalle compagnie assicurative: questi vincoli possono essere posti dalle compagnie per ridurre e diversificare il rischio su più teste.
Nel caso dei dipendenti privati l’importo massimo assicurabile è funzione del TFR accantonato (esistono di solito regole che fissano importi massimi pari a multipli del TFR accantonato – i multipli variano in funzione della solidità finanziaria dei datori di lavoro).
A condizionare pure la durata del piano di ammortamento ed eventuali vincoli sul capitale massimo erogabile che possono essere posti dalle finanziarie erogatrici: questi vincoli possono essere posti dalle finanziarie per ridurre e diversificare il rischio su più teste.
Ovviamente l’importo massimo ottenibile può aumentare in caso si affiancasse alla cessione del quinto la delega di pagamento: l’importo ottenibile, in questi casi, può raddoppiare.
Costi, tassi di interesse e soglie d'usura
In presenza di più offerte di finanziamento, di pari importo e durata, è bene valutare l’esborso effettivo che si dovrà sostenere, senza limitarsi alla valutazione della sola rata mensile. Tuttavia non sempre si tratta di un’operazione semplice, in quanto le voci di spesa di questa tipologia di finanziamento sono numerose (somma erogata, interessi, spese iniziali, spese assicurative, eventuali commissioni bancarie) e non facilmente integrabili in una misura di costo unica.
In generale gli elementi che è opportuno esaminare prima di sottoscrivere un contratto di cessione del quinto sono:
- Costi fissi/di istruttoria: costi fissi che possono essere richiesti ai cedenti per far fronte ai costi che è necessario sostenere per istruire le pratiche di cessione del quinto (costi di raccolta ed analisi della documentazione, di valutazione del merito creditizio, costi di notifica e di erogazione) ed i costi di incasso rata;
- Commissioni: costi che possono essere sostenuti per remunerare la rete commerciale/distributiva e per finanziare l’attività di marketing;
- Imposta di bollo: sui contratti di cessione del quinto grava un’imposta di bollo pari a 14,62 euro. Inoltre sulle comunicazioni periodiche, in particolare gli estratti conto inviati annualmente, è prevista un’imposta di bollo pari a 1,81 euro;
- Premi assicurativi: premi che è necessario pagare alle compagnie assicurative per poter beneficiare delle coperture assicurative sul rischio vita e impiego;
- Altri costi: possono poi essere previsti costi aggiuntivi per ulteriori servizi non standardizzati e che variano per le diverse finanziarie, e che per questa ragione non vengono presi in considerazione in questa sede.
I tassi di interesse applicati dalle finanziarie che operano nel settore sono sempre fissi e possono variare moltissimo, in genere in direzione opposta rispetto ai costi fissi/di istruttoria e alle commissioni:
- In alcuni casi vengono praticati tassi nominali estremamente bassi, che svolgono un ruolo civetta: in quei casi molto spesso le finanziarie praticano costi fissi e commissioni upfront piuttosto elevate;
- In casi diametralmente opposti invece ai cedenti non viene chiesto nessun costo fisso o commissione, neanche per i premi assicurativi, ma vengono chiesti dei tassi nominali molto più elevati (in questi casi tutti i costi vengono annegati e rimborsati attraverso il tasso di interesse).
Sotto la lente vi finisce, allora, anche il TAN (Tasso Annuo Nominale), che rappresenta il tasso di interesse, espresso in percentuale e su base annua, applicato dagli Istituti finanziari all’importo lordo del finanziamento. Viene utilizzato per calcolare, a partire dall’importo del finanziamento lordo (dato da: rata x durata), l’ammontare del finanziamento netto. Nel calcolo del TAN non rientrano oneri accessori, quali le eventuali provvigioni da riconoscere ad intermediari, le spese iniziali e le imposte e dunque non rappresenta una stima completa del costo totale del finanziamento.
Anche nel caso delle cessioni del quinto, inoltre, per poter valutare l’onerosità del finanziamento è fondamentale valutare il TAEG, l’unico parametro su cui possa aver senso confrontare i costi dei vari finanziamenti disponibili (a parità di TAEG il suggerimento che potremmo fornire è quello controintuitivo di privilegiare i finanziamenti con tassi nominali più elevati: presentano infatti costi upfront più bassi e quindi risultano meno onerosi in caso di estinzione anticipata).
Si tratta di una misura, espressa in termini percentuali, con due cifre decimali e su base annua, del costo complessivo del finanziamento. Il TAEG, come previsto dall’ordinamento comunitario europeo e dalla legge italiana, è il tasso di interesse al quale i flussi di erogazione verso il cliente (al netto delle spese) eguagliano i flussi di rimborso.
Diversamente dal TAN, il TAEG è comprensivo di oneri accessori quali spese di istruttoria e commissioni bancarie, che sono a carico del cliente. Tuttavia, per la cessione del quinto, la legge prevede che le spese assicurative possano essere discrezionalmente escluse dal calcolo del TAEG ed in genere così fanno gli Istituti.
In generale la cessione del quinto risulta essere piuttosto onerosa, con TAEG piuttosto elevati. Le ragioni sono da ricercare nella complessità del processo istruttorio e nella lunghezza ed onerosità della rete distributiva. Va però evidenziato che negli ultimi anni, a seguito degli interventi normativi e sanzionatori da parte di Banca d’Italia, si sono registrate continue riduzioni dei tassi effettivi globali medi, che sono ormai prossimi a quelli registrati per altre forme di credito al consumo.
Anche per questo strumento di credito al consumo, la legge 108/96 sull’usura prevede la rilevazione di due valori medi di tassi effettivi globali medi (uno per importi fino a 5.000 euro ed uno per importi superiori), sulla base dei quali vengono poi definite le soglie d’usura.
I CONSIGLI DI PRESTITIONLINE.IT
Nel confronto di due o più offerte di finanziamento ricordati che il TAEG può rappresentare un elemento di confronto corretto purché i prestiti presentino medesime caratteristiche in termini di importo e di durata. Tieni presente che, quando vi sono spese accessorie oltre all’onere del TAN:
- a parità di ammontare finanziato, il TAEG si riduce all’aumentare della durata del prestito;
- a parità di durata, il TAEG si riduce all’aumentare dell’importo del prestito.
Finalità
La cessione del quinto non è associata a nessuna finalità specifica: d’altra parte il rischio di credito in questo caso è piuttosto ridotto e comunque non è legato alla finalità per cui vengono richiesti i soldi. Ciononostante, le direttive imposte dalla normativa al fine di sviluppare il credito responsabile, prescrivono ora alle finanziarie di verificare le finalità per cui sono richiesti i soldi, in modo che i cedenti possano essere messi in guardia in caso di richiesta di soldi per futili motivi.
Marketing
Il settore della cessione del quinto negli ultimi anni è andato incontro ad una progressiva concentrazione, favorita dagli interventi di Banca d’Italia che hanno avuto il risultato di aumentare la scala minima necessaria per operare nel settore.
L’intervento di Banca d’Italia che ha avuto impatti maggiori è stato quello che ha chiarito come in caso di adozione del modello di funding pro-solvendo da parte delle finanziarie, non era possibile assimilare le cessioni del quinto ai crediti garantiti da garanzie reali, come le ipoteche immobiliari, e quindi il patrimonio di vigilanza richiesto alle finanziarie che adottavano questo modello era molto più elevato di quanto fosse comunemente ritenuto (il patrimonio minimo di vigilanza richiesto in caso di adozione del modello pro-soluto è invece molto più basso).
Questi interventi hanno di fatto rivoluzionato la struttura del settore ed hanno modificato le leve di marketing adottate dalle finanziarie per farsi concorrenza. Nella sostanza, la concentrazione avvenuta nel settore, la ridotta disponibilità di funding attuale e la cristi economica in atto, hanno ridotto la concorrenza nel settore, ad anche l’utilizzo quindi delle leve di marketing.
Nel settore la concorrenza si gioca su due livelli:
- Le finanziarie competono per accaparrarsi i canali distributivi (agenti e mediatori creditizi) in grado di intermediare elevate quantità di finanziamenti;
- Le banche, le finanziarie, gli agenti ed i mediatori creditizi competono per accaparrarsi i cedenti.
La concorrenza fra le finanziarie per accaparrarsi i migliori canali distributivi si gioca sulle seguenti leve:
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Provvigioni riconosciute alla rete distributiva: alla rete distributiva vengono riconosciute delle commissioni sugli importi erogati intermediati. Solitamente vengono poi riconosciuti dei premi di produzione al raggiungimento di determinate soglie di volumi intermediati nell’arco dell’anno solare (si parla di rappel). L’utilizzo di questa leva competitiva si è ridotta molto sempre in virtù di interventi da parte di Banca d’Italia che:
- Avendo riconosciuto che nel settore erano riconosciute commissioni molto elevate che poi ricadevano sull’onerosità del credito concesso ai cedenti, ha effettuato un’intensa opera di moral suasion ed ha posto dei tetti alle commissioni che possono essere riconosciute alla rete;
- Il Decreto Legislativo 13 agosto 2010 n.141, che ha imposto variazioni profonde sui canali distributivi ed ha imposto il monomandato agli agenti in attività finanziaria (ciascun agente può intermediare i prodotti di una sola finanziaria)
- Costi e tassi dei prodotti resi disponibili ai canali distributivi: questa leva competitiva è sicuramente molto efficace e potente. Consente infatti alla rete distributiva di presentare un’offerta più competitiva nei confronti dei potenziali cedenti, e quindi di aumentare l’appeal dei prodotti. In questo periodo di concentrazione e contrazione dell’offerta questa leva non viene utilizzata molto aggressivamente, ma in passato consentiva di spostare ingenti quantità di volumi fra i vari player del settore, soprattutto in corrispondenza di determinati di determinati periodi dell’anno (solitamente in prossimità della chiusura di bilancio le finanziarie che avevano volumi degli impieghi insoddisfacenti proponevano condizioni molto vantaggiose alla rete;
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Ampiezza della gamma prodotti offerta alla rete distributiva: anche questa leva, utilizzata molto aggressivamente in passato, ultimamente ha un po’ segnato il passo. Nel momento però in cui il credito veniva concesso con fin troppa facilità, questa leva era molto importante per attrarre la rete. Rivestiva quindi molta importanza l’offerta di prodotti rischiosi o difficili da lavorare come ad esempio:
- Cessioni del quinto offerte a dipendenti di aziende private considerate rischiose e per cui era quindi era difficile ottenere copertura assicurativa. Le finanziarie riuscivano quindi ad ampliare l’offerta collaborando con molte compagnie assicurative, ed ottimizzando quindi il panel di offerta.
- Cessioni del quinto offerte ad aziende di piccole dimensioni (Small Business). Anche in questo caso la concessione del credito era subordinata all’esistenza di compagnie disposte ad accollarsi il rischio ed all’accettazione da parte delle finanziarie di franchigie sul capitale residuo assicurato.
- Cessioni del quinto offerte a dipendenti che non avevano TFR accantonato. Si parlava di cessioni No TFR, ed anche in questo caso l’erogazione del credito era subordinata all’esistenza di compagnie assicurative disposte ad assumersi il rischio.
- Deleghe di pagamento. La concessione di deleghe di pagamento è nella maggior parte dei casi subordinata alla stipula di opportune convenzioni con le amministrazioni terze cedute da parte delle finanziarie.
- Anticipi. Al fine di consentire una leva competitiva in più alle reti distributive, le finanziarie più aggressive erano solite offrire alle reti la possibilità di concedere anticipi delle somme erogate: questa leva risultava in grado di attrarre molti clienti.
- Livelli di servizio e tempi di erogazione del credito garantiti dai back-office.
L’ultima leva competitiva adottata dalle finanziarie, tuttora attivamente utilizzata, consiste nei livelli di servizio e tempi di erogazione garantiti alla rete. Le finanziarie hanno infatti cercato di offrire qualcosa in cambio alle reti distributive che si erano viste duramente colpite dagli interventi di Banca d’Italia, che hanno tra l’altro reso più complesse le istruttorie, rischiando in questo modo rendere la vita ancora più difficile alle reti, che prima avevano le mani libere. Diverse finanziarie si sono rivolte a degli outsourcer specializzati per realizzare back-office che fossero in grado di offrire livelli di servizio garantiti e tempi di erogazione massimi predeterminati: l’outsourcer più rilevante del settore è di gran lunga il Centro Lavorazione Cessioni (CLC), della divisione Business Process Outsourcing del Gruppo MutuiOnline, che processa più del 30% delle pratiche di cessione del quinto erogate in Italia.
Le maggiori finanziarie operanti nel settore e che distribuiscono attraverso reti di agenti in attività finanziaria e di mediatori creditizi terzi sono le seguenti:
- Futuro S.p.A., del gruppo Mediobanca;
- Fiditalia S.p.A. del Gruppo Société Générale;
- IBL Banca S.p.A.;
- Dynamica Retail S.p.A.;
- Intesa Sanpaolo Personal Finance S.p.A., che ha integrato le attività di Neos Finance S.p.A.;
- Unifin S.p.A., del gruppo Santander Consumer Bank;
- Gruppo Findomestic Banca S.p.A.;
- Consel S.p.A.;
- Sigla S.r.l..
La concorrenza per accaparrarsi i cedenti finali si gioca sostanzialmente sulle stesse leve su cui si basala concorrenza verso i canali distributivi. In questo caso però non rivestono alcun ruolo, se non eventualmente negativo, le commissioni riconosciute alla rete, mentre rivestono un ruolo molto importante:
- I costi ed i tassi concessi ai cedenti. Nel settore molto spesso si promuovo i tassi nominali anni, che possono anche essere molto bassi, ma poi si applicano costi fissi upfront molto elevati che fanno lievitare il costo del finanziamento ed il TAEG (si tratta di una pratica non molto trasparente);
- I tempi di erogazione e la possibilità di concedere anticipi;
- La capillarità dei punti vendita ed il brand;
- La pubblicità: cartellonistica, pubblicità televisiva e radiofonica, pubblicità online.
Le maggiori reti che distribuiscono cessioni del quinto sono le seguenti:
- Compass S.p.A., finanziaria del gruppo Mediobanca che distribuisce attraverso una propria rete di vendita;
- Findomestic Banca S.p.A., finanziaria del gruppo BNP Paribas che distribuisce attraverso una propria rete di vendita;
- IBL Banca S.p.A., che distribuisce anche direttamente attraverso una propria rete di filiali e di negozi finanziari;
- Consum.it S.p.A., che distribuisce attraverso le filiali del Gruppo Monte dei Paschi di Siena;
- Pitagora S.p.A., che distribuisce direttamente attraverso una propria rete di filiali e di negozi finanziari;
- Intesa Sanpaolo Personal Finance S.p.A., che distribuisce attraverso le filiali bancarie del Gruppo Intesa Sanpaolo e delle filiali specializzate (quelle che appartenevano a Neos Finance);
- Credem, che distribuisce attraverso le proprie filiali bancarie ed una rete agenziale;
- Deutsche Bank Easy, nuovo brand assegnato alla rete Prestitempo, del gruppo Deutsche Bank;
- BNL Finance, che distribuisce attraverso le filiali bancarie del Gruppo BNP Paribas;
- Prestitalia S.p.A., finanziaria del gruppo UBI Banca che distribuisce direttamente attraverso una rete di agenti;
- Conafi S.p.A., rete indipendente che distribuisce attraverso una propria rete di negozi finanziarie con il brand Prestitò;
- Figenpa S.p.A., rete indipendente che distribuisce attraverso una propria rete di agenzie finanziarie;
- EuroCQ S.p.A., rete indipendente che distribuisce attraverso una propria rete di agenzie finanziarie
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Ultimo aggiornamento ottobre 2020
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