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Aumentano i prestiti a famiglie e imprese: l'accelerata ad aprile

Segno più per i prestiti a famiglie e imprese. Nel mese di aprile 2020, rispetto allo scorso anno, questi finanziamenti sono aumentati dell’1,4%. A rivelarlo è il rapporto mensile dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), anche sulla base dei dati pubblicati dalla Banca d’Italia in merito ai finanziamenti concessi a nuclei familiari e aziende. Inclusi nel calcolo anche i prestiti cartolarizzati. Leggera frenata rispetto al dato registrato a marzo e pari al +1,6%.
A detta del vicedirettore generale di Abi, Gianfranco Torriero, la crescita dei prestiti a famiglie e imprese è da ricondurre "sia al maggiore utilizzo delle linee di credito sia agli effetti delle moratorie che congelano il debito residuo. Per le moratorie, dal 17 marzo al 30 aprile, sono arrivati 2,2 milioni di domande".
Bassi i tassi di interesse
I tassi di interessi restano vicini al minimo storico. Ad aprile 2020 - fanno sapere da Palazzo Altieri - il tasso medio sul totale dei prestiti è il 2,44%. A marzo il tasso era pari a 2,46%, mentre prima della crisi, a fine 2007, era 6,18%.
Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è all’1,18%, mentre era di 1,07% il mese precedente. A fine 2007 il tasso sui nuovi prestiti alle imprese era del 5,48%. Novità anche per i prestiti per l’acquisto di case: il tasso medio sulle nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni è all’1,40%. Un valore in risalita rispetto all’1,38% registrato a marzo scorso. A fine 2007 il tasso era pari al 5,72%.
Qualità del credito e dinamica della raccolta
Dal rapporto mensile di Abi risulta che le sofferenze nette, ossia al netto della svalutazioni e degli accantonamenti già fatti dalle banche con proprie risorse, sono 26,5 miliardi di euro a marzo 2020. Registrato un calo rispetto a marzo 2019, dove si parlava di ben 31,7 miliardi di euro di sofferenze nette (5,2 miliardi in meno pari al -16,3%) e a marzo 2018 dove le sofferenze nette erano di 52,8 miliardi (-26,3 miliardi pari a -49,7%).
Il calo è inoltre di 62 miliardi circa, pari al -70%, se si prende come punto di riferimento il record massimo delle sofferenze nette raggiunto nel mese di novembre 2015. In quel periodo il dato era di 88,8 miliardi. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali - si legge nel rapporto – è dell’1,53% a marzo 2020. Era pari all’1,84% a marzo 2019, al 3,04% a marzo 2018 e al 4,89% a novembre 2015.
L’Associazione Bancaria Italiana sottolinea anche un aumento dei depositi nel mese di aprile 2020; la crescita è evidente: oltre 95 miliardi di euro in più rispetto ad un anno prima. La raccolta a medio e lungo termine, mediante obbligazioni, invece, è calata nell’ultimo anno di circa 11 miliardi di euro in valore assoluto.
In risalita l’andamento della raccolta complessiva che, così come si legge nello studio di Abi, risulta in crescita del +4,8% ad aprile 2020. Nel mese di aprile 2020, così come nel mese precedente, il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela è in Italia lo 0,57%, ad effetto:
- del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito): 0,36% (stesso risultato anche nel mese precedente);
- del tasso sui PCT che si colloca a 0,38% (0,34% il mese precedente);
- del rendimento delle obbligazioni in essere, 2,12% (2,14% a marzo 2020)
Dalle analisi dell’Abi risulta infine che lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie rimane nel nostro Paese su livelli particolarmente infimi. Ad aprile 2020 il margine risulta, infatti, di 187 punti base (189 punti base nel mese precedente), in forte calo dagli oltre 300 punti base registrati prima della crisi finanziaria: parliamo di 335 punti base a fine 2007.
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