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Credito residuo
È la differenza tra la somma di credito erogata dal creditore e la cifra che è stata già utilizzata dal debitore. Per credito residuo si intende la somma di denaro rimanente e che il debitore può ancora utilizzare. Il creditore è infatti chi concede ad un soggetto una somma di denaro o qualsiasi altro bene di valore in cambio di un futuro rimborso.
Se facciamo riferimento al credito residuo di una carta di credito, questo aumenterà man mano che il debito verrà rimborsato. Una volta estinto il debito, il credito residuo corrisponderà al credito totale della carta di credito. Non si può parlare di credito residuo se la carta ha un credito illimitato.
Nel caso della carta di credito revolving, la linea di credito è di tipo rotativo: vuol dire che quando il titolare effettua acquisti o anticipa denaro contante con la propria carta, il credito disponibile si riduce. Nel momento in cui il titolare rimborsa le spese, mediante il pagamento delle rate mensili, viene ripristinato il credito disponibile. Il soggetto può così procedere ad ulteriori acquisti.
Si parla, invece, di debito residuo per indicare la quota capitale di un finanziamento che va ancora rimborsato all'istituto di credito che lo ha erogato. Il debito residuo riguarda solo il capitale concesso e non la quota degli interessi. Va valutato nel caso in cui si decida di procedere con un'estinzione anticipata.
Il consumatore può, inoltre, restituire anticipatamente le somme dovute, o anche solo una parte, al creditore. In questo modo si arriva ad una diminuzione dei costi del credito in quanto minore sarà la durata del contratto. Solo in alcuni casi il finanziatore può pretendere l'indennizzo dei costi per il rimborso anticipato. Tale indennizzo non può andare oltre l'1% della cifra rimborsata se la durata residua del contratto è maggiore di un anno, e non supera lo 0,5% se la durata residua del contratto è pari o inferiore ad un anno.
Ultimo aggiornamento 25/10/2019