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Verso una riforma al ribasso per i bonus casa

Nuova stretta in arrivo sui bonus casa e questa volta non riguarderà solo il Superbonus. Il Governo si appresta a un taglio anche degli altri incentivi e questo promette di scatenare una corsa delle famiglie per finanziare e svolgere i lavori prima dei tagli.

Pubblicato il 21/05/2024
blocchi di legno impilati creano la parola bonus posizionata vicino all'auto e alla casa
Verso un taglio degli incentivi legati al mattone

Non solo il Superbonus. Alla luce delle crescenti difficoltà nel far quadrare i conti pubblici, il Governo sarebbe al lavoro per una revisione globale degli incentivi in campo immobiliare, con l’obiettivo di ridurre l’esborso per lo Stato. Una prospettiva che potrebbe scatenare una corsa ai mutui e ai prestiti ristrutturazione con l’obiettivo di reperire le risorse per avviare i lavori prima che si concretizzino i tagli.

Superbonus spalmato su dieci anni

Su pressione del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, l’esecutivo ha messo a punto una nuova stretta sul Superbonus, che corre dritto verso i 200 miliardi di spesa per lo Stato, mettendo a repentaglio gli impegni presi con l’Europa in tema di deficit. In particolare è stata decisa la detrazione in dieci anni per i crediti ottenuti dal 1° gennaio 2024 (contro la spalmatura su quattro anni fin qui prevista). Dunque, anche per pochi mesi, la decisione ha portata anche retroattiva, il che non depone propriamente a favore di un rapporto di fiducia tra Stato e contribuenti.

Per altro, va segnalato che il Superbonus non ha comportato solo costi per la comunità. Secondo il rapporto annuale dell'Istat appena pubblicato, nel comparto l'occupazione è aumentata del 16,2% contribuendo per un punto percentuale alla crescita complessiva. Più occupazione significa più contributi nelle casse previdenziali e meno spesa pubblica per l’assistenza.

Tornando all stretta, questa novità si estende anche bonus barriere architettoniche e al Sismabonus (compreso il Sismabonus acquisti), che fino a questo momento prevedevano una spalmatura tra i quattro e i cinque anni. L’obbligo di ripartizione decennale vale solo per l’utilizzo diretto in dichiarazione dei bonus e non riguarda l’utilizzo dei crediti d’imposta derivanti da cessione o da sconto in fattura. Di conseguenza, le imprese che hanno acquisito i crediti, anche per effetto dello sconto in fattura, continueranno a utilizzarli in base all’attuale ripartizione in quattro rate, se relativi al Superbonus e in cinque quote se connessi agli altri interventi interessati dalla stretta.

Secondo calcoli riportati dal Corriere della Sera, il cambio di rotta avrà un impatto consistente: cedere un credito da 30mila euro al 70% per quattro anni significa, indicativamente, ottenere 17.850. Sempre a livello indicativo, in dieci anni l’incasso è di 14.700 euro. Pertanto è più conveniente (per restare nell’esempio citato dal quotidiano) optare per la detrazione diretta sulla dichiarazione dei redditi. In dieci anni si incassano 6.300 in più, anche se a rate.

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Tagli in vista per le ristrutturazioni ordinarie

La stretta riguarderà nel medio termine anche le ristrutturazioni ordinarie. In particolare, a partire dal 2028 la detrazione passerà dall’attuale 50% al 30%. Per altro, le condizioni attuali di beneficio sono in vigore fino al 31 dicembre prossimo, per cui senza rifinanziamento da parte della Legge di Bilancio, già dal 2015 si scenderà al meno generoso 36%. Non solo: vi sarà un dimezzamento del tetto di spesa, dagli attuali 96 mila ad appena 48 mila euro. Un limite che riduce sensibilmente i margini di manovra sugli interventi di ristrutturazione e che dovrebbe essere confermato dal 2028.

Inoltre, gli intermediari finanziari e le imprese di assicurazioni non potranno più compensare i crediti d’imposta da bonus fiscali con i contributi previdenziali dovuti da titolari di posizione assicurativa in una delle gestioni amministrate da enti previdenziali, comprese le quote associative, nonché con i contributi previdenziali ed assistenziali relativi ai dipendenti e i premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Non vi sono, infine, decisioni in merito al bonus arredi, connesso al bonus ristrutturazione, che attualmente permette di ottenere il 50% in dieci anni su un tetto di 5mila euro. Secondo rumors, è probabile che dal prossimo anno non sarà riproposto.

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A cura di: Luigi Dell'Olio

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