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Se gli interessi sono al limite dell'usura

Ogni tre mesi Banca d'Italia pubblica i dati aggiornati per una verifica dei tassi. Se il finanziamento ha costi eccessivamente alti, il primo passo da fare è un reclamo alla banca o alla finanziaria con cui è stato acceso il prestito. Poi c'è l'arbitro bancario finanziario e infine le vie legali.

Pubblicato il 26/04/2021
mano che scrive simbolo di percentuale
La verifica dei tassi di interesse applicati ai prestiti

Finanziamenti, prestiti, mutui. Con la crisi economica causata dal Covid-19, aumentano vertiginosamente i casi in cui le famiglie hanno un crescente bisogno di liquidità e che quindi, a volte, si imbattono in "prestiti" il cui tasso applicato è eccessivamente alto e definibile come "tasso usuraio".

Bisogna per questo sempre ricordare, prima di accendere un mutuo o firmare per ottenere un finanziamento, di verificare le condizioni proposte. In via generale, il costo medio che è obbligato a pagare un privato per accendere un prestito personale è pari al 9,49%, mentre la soglia d’usura per la stessa categoria è fissata al 15,8 per cento.

Un aiuto concreto arriva da Bankitalia, che ogni tre mesi pubblica dati aggiornati sui tassi con i quali è possibile effettuare un'attenta verifica.

Verifica del tasso usuraio

In base al tipo di finanziamento bisogna partire dal tasso medio (Tegm, tasso effettivo globale medio). Se il tasso proposto (Teg, tasso effettivo globale comprensivo di spese) supera il tasso medio aumentato di un quarto e poi ancora di quattro punti percentuali, allora si tratta di usura.

Per esempio, per un mutuo ipotecario a tasso fisso si parla di tasso usuraio se questo supera il 6,25%: questo perché il tasso medio percentuale è dell’1,8%. Sommando quindi un quarto (0,45) e quattro punti percentuali andiamo appunto al 6,25 per cento.

L’analisi di Unimpresa

Stando ai dati forniti dal Centro studi Unimpresa, i tassi soglia (per identificare l'usura) vanno dal 6,26% per i mutui ipotecari a tasso fisso al 23,92% per il credito revolving (pagamenti a rate con carta di credito); dal 6,91% dei mutui ipotecari a tasso variabile al 17,92% della cessione del quinto; dal 17,1% per le aperture di credito entro i 5mila euro al 15,86% per il credito personale fino a 10mila euro.

Quanto ai tassi medi degli istituti di credito, si parte da un minimo dell’1,81% per i mutui ipotecari a tasso fisso fino a un massimo del 15,94% per il credito revolving; dal 2,33% dei mutui ipotecari a tasso variabile all’11,14% della cessione del quinto; dal 10,52% per le aperture di credito entro i 5mila euro al 9,49% per il credito personale fino a 10mila euro.

Secondo il vicepresidente di Unimpresa, Salvo Politino, "la soglia dell’usura, fissata trimestralmente dalle autorità, risulta tutt’oggi ancora elevata in un contesto di tassi prossimi allo zero o addirittura negativo e risulta poco appropriata: la scelta di reagire alle oscillazioni del livello generale degli interessi viene lasciata, infatti, in capo a chi presta denaro, ovvero alle banche".

Come tutelarsi, le tre vie

La prima cosa da tenere presente per tutelarsi è rivolgersi a istituti o finanziarie note e affidabili. In caso ci si renda conto, però, di aver acceso un finanziamento con tasso usuraio è sempre possibile ricorrere alla vie legali. Il primo passo da fare è un reclamo alla banca o alla finanziaria con cui è stato acceso il prestito in questione.

Se non si dovesse ottenere una risposta adeguata è possibile rivolgersi all’Arbitro bancario finanziario (Abf). In caso di giudizio negativo anche da parte dell'Abf, la terza via è quella di adire le vie legali per una perizia ad hoc sul finanziamento in questione.

A cura di: Gabriele Petrucciani

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