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Rientro a scuola: libri e trasporti pesano sui costi
Il corredo scolastico quest’anno costerà l’1,3 per cento annuo in più. A pesare saranno soprattutto i libri, in particolare quelli per le classi prime, e i trasporti. La paura dei contagi spingerà all’uso dell’auto. Secondo Federconsumatori i costi della tecnologia incidono sul diritto allo studio.

Settembre, come solito, segna la fine delle vacanze estive e la riapertura della scuola. L’Italia è chiamata ad organizzare il rientro in classe di milioni di studenti e – come sempre, ad ogni nuovo anno scolastico – questo appuntamento è caratterizzato da significativo alleggerimento delle tasche delle famiglie.
Quest’anno, ancora segnato dagli effetti della pandemia e dalle misure per evitare i contagi, a pesare sono soprattutto le spese per i libri e per i trasporti. È quanto emerge da una ricerca dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori (ONF), secondo cui i costi del nuovo anno scolastico rincara in media dell’1,3% annuo.
547,81 euro il nuovo corredo scolastico
Nel complesso, la spesa per il corredo scolastico ammonterà a circa 547,81 euro, 7,1 euro in più rispetto al 2020. Una voce di spesa estremamente onerosa per le famiglie, specialmente in una fase delicata e contrassegnata da una forte difficoltà economica come l’attuale.
A venire incontro agli italiani in questo caso è un mercato del credito che presenta tassi bassi e finanziamenti che comprendono anche i piccoli prestiti (di importo contenuto e di durata breve che possono essere ottenuti in tempi rapidi): la migliore soluzione per coprire un ‘imprevisto’ come accompagnare a scuola il proprio figlio nella condizione più ottimale.
La paura dei contagi spinge all’uso dell’auto privata
Nel dettaglio, a causa del Covid e visti i ritardi in materia di predisposizione di opportuni mezzi di trasporto per permettere ai ragazzi di raggiungere la scuola, secondo le previsioni dell’ONF saranno sempre più numerose le famiglie che sceglieranno di usare l’auto per accompagnare i propri figli. Una scelta che comporterà costi considerevoli, che sono stati calcolati (ipotizzando un tragitto tra i 5 e i 10 km, ripetuto 2 volte al giorno in auto), pari a 330 euro nel caso si abbia un veicolo a benzina e a 302 euro per uno gasolio. Cifre importanti che si aggiungono a quelle già onerose per i libri ed il materiale scolastico.
Il caro-libri tocca soprattutto le classi prime
Discorso critico anche quello che riguarda i libri, dove l’usato – quando lo si trova – è un’opzione sempre più utilizzata, anche se quest’anno la spesa relativa risulta leggermente inferiore rispetto al 2020. Infatti, i costi per i libri di testo risultano sempre particolarmente gravosi, mettendo a dura prova i bilanci delle famiglie. Nel 2021, comunque, in media per i libri e due dizionari si spenderanno 472,75 euro per ogni ragazzo, vale a dire l’1,1% in meno su base tendenziale (calcolo effettuato prendendo in considerazione le scuole medie inferiori, licei e istituti tecnici). Tali costi sono relativi ai libri nuovi. Acquistando i libri usati, invece, una famiglia può risparmiare oltre il 30%.
Le spese sono particolarmente alte per gli alunni delle classi prime, anche se in questo caso meno onerose rispetto al 2021. Uno studente di prima media spenderà in media per i libri di testo e 2 dizionari 429,30 euro (-3,1%). A tali spese vanno aggiunti 547,81 euro per il corredo scolastico e i ricambi durante l’intero anno, per un totale di 977,11 euro. Per uno studente di prima liceo si spenderà per libri di testo e 4 dizionari 668,20 euro (-1,3%), più 547,81 euro per il corredo scolastico e ricambi, per un totale di 1.216,01 euro.
I costi della tecnologia incidono sul diritto allo studio
Si devono aggiungere poi i costi per l’acquisto di un pc, dei programmi e dei dispositivi necessari per l’uso didattico di tale strumento, divenuto ormai imprescindibile. L’ONF ha calcolato che tra computer, webcam, microfono, antivirus, programmi base una famiglia arriverà a spendere da 374,97 a 3.952,98. A questo va aggiunta la spesa per la connessione a internet. Costi così elevati – secondo l’analisi di Federconsumatori - incidono significativamente sul diritto allo studio dei ragazzi, così come avvenuto tristemente durante il lockdown per quegli alunni non in possesso di una connessione o dei dispositivi necessari per seguire le lezioni a distanza.
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