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Prestiti più alti in Italia rispetto alla media europea: l’importanza dei comparatori
A parità di condizioni, mutui e prestiti in Italia costano più che altrove. Si può sintetizzare così uno studio della First Cisl che paragona la situazione nella Penisola a quella nelle altre grandi economie europee. Ecco le ragioni e come riuscire a risparmiare.

In Italia il tasso di interesse praticato sul credito al consumo e sui mutui è più elevato rispetto agli altri Paesi europei. A evidenziare il gap è uno studio della Fondazione Fiba, ente di ricerca che fa capo a First, sindacato dei bancari che fa capo alla Cisl. Un’evidenza che fa emergere l’importanza di non fermarsi alla prima offerta, bensì di metterne a confronto diverse alla ricerca della soluzione più economica e più adatta alle proprie esigenze.
I numeri in Italia
Lo studio, basato sulle rilevazioni della Bce al 30 novembre 2023, evidenzia in particolare la forbice molto ampia tra il Tan e il Taeg. Il confronto con la Francia fa emergere che i transalpini sul credito al consumo pagano un Taeg del 6,55% con un aggravio di spese di appena lo 0,25% rispetto al Tan; in Italia, invece, le spese connesse fanno aumentare il costo dell’1,68% (Taeg 10,27% contro un Tan dell’8,59%).
Al tempo stesso lo studio evidenzia che tra gli italiani vi è una generale approvazione nei confronti del credito al consumo, che è arrivato al 18% dei prestiti in generale contratti dalle famiglie, sette punti percentuali in più rispetto alla media europea.
Quanto ai finanziamenti accesi per l’acquisto della casa, in Italia il tasso medio è del 4,50% rispetto a una media dell’area euro del 4,05%. Mentre in Francia il costo è del 3,52%. Più elevato in Germania (4,22%), ma sempre al di sotto di quello italiano. Lo stesso vale per i prestiti per altre motivazioni con una media area euro del 5,52% e con l’Italia a 6,12% (Germania 5,43% e Francia 4,35%).
Secondo l’analisi del sindacato, le ragioni del salasso italiano sono principalmente riconducibili a un cambiamento negli stili di vita e di consumo. “Il maggior ricorso a questa forma di indebitamento, superiore alla media europea, potrebbe dipendere dalla diminuzione della domanda di credito ma anche dall’orientamento delle banche e delle società finanziarie a spingere la clientela verso il credito al consumo”, sottolineano gli analisti. I quali evidenziano il rischio di eccessivo indebitamento rispetto alle disponibilità di molte famiglie.
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L’importanza del confronto
La ricerca della First Cisl porta in primo piano l’importanza di non fermarsi alla prima offerta, bensì di mettere a confronto diverse offerte di prestito alla ricerca della soluzione migliore per le proprie esigenze. Un’opportunità in tal senso arriva dai comparatori come MutuiOnline.it e PrestitiOnline.it, che consentono di ottenere un preventivo gratuito una volta inseriti alcuni parametri.
Grande attesa in proposito c’è per la nuova direttiva europea Ccd II, che dovrà essere recepita entro novembre del prossimo anno. La normativa comunitaria (alla quale dovranno adeguarsi le legislazioni nazionali) stabilisce limiti chiari sulla quantità massima di scoperto o sconfinamento che può essere concesso, oltre a norme che regolano gli addebiti aggiuntivi. Limiti progettati per evitare che i consumatori accumulino debiti insostenibili a causa di tassi di interesse e spese eccessivamente onerose.
Più tutele con la direttiva
Questa misura consentirà, inoltre, di concretizzare l’oblio oncologico, fissando l’impossibilità per gli operatori di usare i dati personali relativi alle diagnosi di malattie oncologiche dopo alcuni anni (fino a un massimo di 15) dalla fine delle cure.
Inoltre, la direttiva pone un freno alle pubblicità accattivanti che potrebbero trarre in inganno i consumatori meno avveduti. Ad esempio gli spot non potranno più incoraggiare i consumatori a chiedere un prestito “suggerendo che il credito migliorerebbe la loro situazione finanziaria”, né suggerire che il finanziamento possa “migliorare il loro tenore di vita”, né potranno essere evidenziati “la facilità e la rapidità” con cui è possibile avere il denaro. Concetti a tutela dei consumatori, che spesso non hanno competenze adeguate per evitare i tranelli del marketing. Non resta che sperare in un rapido recepimento da parte del legislatore italiano
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