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Più tutele per i microprestiti: la direttiva europea
Passo in avanti dell'Unione europea per tutelare i consumatori che contraggono prestiti al di sotto dei 200 euro di importo. Il Parlamento Ue ha adottato la direttiva di settore, attesa da anni, e ora toccherà ai singoli Stati emanare la normativa di recepimento.
L’obiettivo è innalzare i livelli di protezione per i consumatori anche quando stipulano prestiti di importo ridotto. Il Parlamento europeo ha da poco approvato la direttiva CCD (dove l’acronimo sta per credito al consumo), che tra le altre cose disciplina il Buy Now Pay Later (BNPL), data la rilevanza ormai assunta dal meccanismo che consente di acquistare online un prodotto per poi pagarlo a rate, senza interessi.
Le principali novità
La nuova direttiva si applica a tutti i finanziamenti a vantaggio delle persone fisiche con importo che va da zero a 100 mila euro, andando a coprire anche quelli fino a 200 euro, che fino a questo momento non prevedevano regole. Banche e società finanziarie sono tenute a consegnare al consumatore, prima della firma, un prospetto preimpostato che riassume tutte le caratteristiche del prodotto e il suo costo complessivo.
Ora tocca ai Paesi membri mettere a punto le norme di dettaglio, a cominciare dai limiti massimi per i tassi relativi alle carte revolving e ai prestiti nel loro ammontare, comprese quindi anche le spese accessorie come quelle di istruttoria. Sul primo fronte in Italia esiste già un tetto, che viene aggiornato periodicamente, mentre mancano limiti sul secondo versante.
Un’altra novità è il diritto all’oblio per gli ex malati oncologici: dopo un certo numero di anni dalla guarigione (anche in questo caso il quantum esatto è ancora da definire), il consumatore potrà ottenere la cancellazione di ogni riferimento alla sua malattia dalle banche dati finanziarie. In questo modo si eviterà il rischio che lo stesso venga penalizzato in caso di finanziamento richiesto.
La valutazione del merito creditizio
La direttiva introduce la valutazione del merito creditizio anche per i finanziamenti di importo ridotto. Il tema non è tanto capire in assoluto se il richiedente è in grado di rimborsare 100 o 200 euro, ma se può farlo alla luce di eventuali altre posizioni debitorie aperte.
Per l’entrata in vigore si attende a questo punto la norma di recepimento da parte dell’Italia, con la speranza di non dover attendere troppo a lungo, come invece spesso è accaduto in passato quando si è trattato di far entrare a pieno titolo nella normativa nazionale regole stabilite a livello comunitario.
Questo non significa, comunque, che nulla cambi da qui in avanti. Ad esempio, in caso di mancato accertamento della solvibilità del cliente, potrebbero crearsi delle contestazioni. Insomma, il rischio è che in attesa della legge di recepimento tocchi ai tribunali definire le situazioni di volta in volta.
Il boom del compro ora e pago dopo
Le autorità comunitarie si sono mosse soprattutto con l’intento di regolamentare il settore del BNPL, che ha avuto una crescita impetuosa negli ultimi anni, consentendo ai consumatori di accedere a nuove opportunità d’acquisto, ma anche creando qualche situazione di tensione finanziaria.
Secondo le ultime rilevazioni di Crif, lo scorso anno i prodotti venduti con questa modalità in Italia sono cresciuti del 47% rispetto al 2021, che a sua volta aveva segnato un +31% nel confronto con il 2020. In parallelo, il credito al consumo small ticket tradizionale ha visto aumentare le proprie dimensioni del 13% nel 2021 e del 5% nel 2022.
Crif ha rilevato che la modalità “Compro ora e Pago dopo” viene utilizzata soprattutto nell’ultimo trimestre di ogni anno, in occasione degli acquisti natalizi. Al primo posto c’è il settore retail, seguito dal travel e dalle assicurazioni. Ai piedi del podio c’è il b2b, attraverso piattaforme specializzate che offrono dilazioni di pagamento su transazioni commerciali tra imprese.
Il ticket medio del BNPL è sensibilmente inferiore a quello del credito al consumo tradizionale: infatti, nel primo oltre una richiesta su due è inferiore ai 500 euro. Questo sta a indicare che il primo per molti consumatori è più un mezzo di pagamento, che una forma di finanziamento.
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