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Nuove regole di Basilea 3+, cosa cambia per i prestiti
Il Consiglio Europeo ha adottato nuove norme che concludono il recepimento degli accordi internazionali di Basilea III nel diritto dell'UE. Queste regole modificano la direttiva sui requisiti patrimoniali: una banca che funziona correttamente è più incline a concedere prestiti ai consumatori.

Con le nuove regole di Basilea 3+, pubblicate in Gazzetta Ufficiale dall’Unione Europea, si potrà accedere più facilmente al mercato del credito al consumo. Le norme sono infatti meno stringenti per chi si appresta a richiedere un prestito o un mutuo. Queste disposizioni cambiano quelli che sono gli standard stabiliti precedentemente sui requisiti patrimoniali. Di conseguenza viene agevolato l’accesso al credito, al risparmio e agli investimenti. L’obiettivo dell’Unione Europea è assicurare infatti un sistema bancario sano e la stabilità e la prosperità dell'economia europea.
Banche ben regolamentate garantiscono stabilità finanziaria, riducendo il rischio di fallimenti bancari che possono avere conseguenze devastanti per i depositanti e per l'economia in generale. Già in Unione Europea la normativa stabilisce che siano tutelati fino a 100.000 euro i depositi di ciascun depositante qualora la banca fosse in dissesto. Una banca che funziona correttamente è più incline a concedere prestiti ai consumatori, mutui ipotecari, prodotti di risparmio e prodotti di investimento alle imprese.
Gli Stati dell’Unione europea hanno a disposizione 18 mesi per integrare la nuova direttiva, che sarà applicabile dal primo gennaio 2025, con alcune anticipazioni che entreranno in vigore già dal 9 luglio prossimo.
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Cosa prevedono gli accordi di Basilea?
Gli accordi di Basilea sono una serie di tre accordi successivi di regolamentazione bancaria internazionale (Basilea I, II e III) definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (CBVB). Il 30 maggio 2024 il Consiglio ha adottato nuove norme che concludono il recepimento degli accordi internazionali di Basilea III nel diritto dell'UE. In pratica, le nuove norme modificano la direttiva sui requisiti patrimoniali.
Gli elementi principali su cui si basano gli accordi sono tre:
- i requisiti patrimoniali minimi di banche e società finanziarie;
- il processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale per fronteggiare ogni tipologia di rischio;
- la disciplina di mercato, con l’obbligo di informare il pubblico con apposite tabelle informative.
In particolare, la versione 3+ degli accordi di Basilea istituisce l’output floor o meglio la soglia minima di rendimento applicabile ai singoli soggetti. L'UE ha deciso di garantire che l'output floor sia applicato a livello di singolo soggetto in quanto il capitale deve essere detenuto a tutti i livelli di un gruppo (società madre e filiazioni) e non solo a livello di società madre (applicazione a livello di gruppo). Con questa disposizione si abbassa il rischio di riduzioni eccessive dei requisiti patrimoniali delle banche. È stato poi definito anche un regime prudenziale transitorio per le criptovalute: parliamo di una serie di norme pensate per migliorare la gestione dei rischi ambientali, sociali e di governance (ESG) da parte delle banche.
Le esenzioni previste all’output floor di Basilea 3 riguardano: il trattamento di alcuni tipi di crediti immobiliari "a basso rischio"; i prestiti a imprese prive di rating; i finanziamenti di attività materiali a destinazione specifica. Si prevede una riduzione dei criteri patrimoniali delle banche, che consentiranno una semplificazione dell’erogazione del credito, inclusi i mutui, e una maggiore possibilità di rinegoziazione sui prestiti.
A sottolinearlo è stato Vincent Van Peteghem, ministro belga delle Finanze: “Le norme adottate oggi garantiranno che le banche europee possano continuare a operare nonostante gli shock economici. Renderanno inoltre il settore bancario più sostenibile e maggiormente in grado di affrontare le transizioni verde e digitale”.
Inoltre – così come annunciato dal Consiglio dell’Unione Europea - sono state stabilite anche altre modifiche al regolamento n. 575/2013 (CRR) e alla direttiva 2013/36/UE (CRD) al fine di:
- rafforzare la resilienza delle banche nei confronti dei rischi ambientali, sociali e di governance;
- garantire una vigilanza e una gestione dei rischi delle banche più forti e armonizzate in tutta l'UE, in particolare in relazione a succursali di banche di paesi terzi autorizzate nell'UE;
- tutelare l’indipendenza delle autorità di vigilanza bancaria.
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