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Decreto Liquidità: il bazooka che aiuterà le Pmi

Pubblicato il 01/05/2020
Decreto Liquidità: il bazooka che aiuterà le Pmi

Il Governo ha messo in campo un poderoso bazooka per fornire liquidità al mercato, prima con il decreto ‘Cura Italia’ e poi con quello specifico sulla ‘Liquidità’. Un’operazione che viene fatta tramite il sostegno dell’indebitamento delle imprese, mediante il rafforzamento delle garanzie pubbliche erogate dal Fondo di garanzia delle Pmi e dalla Sace. Un’operazione mirata ad agevolare la valutazione delle banche per quanto riguarda i requisiti vantati dal diretto interessato e il suo merito di credito, sempre nel rispetto delle regole dell’antiriciclaggio. Fornire liquidità alle imprese rappresenta oggi un imperativo per rianimare l’economia del Paese, piegata dalla pandemia da coronavirus. 

Banca d’Italia, garanzie pubbliche lo strumento adatto

Il concetto è stato ribadito da Fabrizio Balassone, capo del Servizio Struttura economica di Banca d’Italia. “La concessione di garanzie pubbliche, soprattutto alle Pmi, è uno strumento adatto a incentivare le banche a fornire la liquidità necessaria a far fronte alla crisi” ha affermato durante la sua testimonianza alla Camera dei Deputati, sottolineando che “la sua efficacia richiede che le norme che ne regolano l’utilizzo siano rese rapidamente operative, che le strutture che lo gestiscono abbiano le risorse (finanziarie/tecniche) necessarie, che le garanzie vengano effettivamente concesse alle imprese che ne hanno bisogno per superare l’emergenza e che il processo sia al riparo” dalle infiltrazioni di attività illegali. 

Le coperture possono arrivare al 100% del finanziamento

Nel dettaglio, il banchiere centrale ha spiegato che “per l’accesso al credito è previsto un notevole rafforzamento del sistema delle garanzie pubbliche, reso accessibile a imprese di ogni dimensione, con coperture di norma pari al 90% dei finanziamenti concessi dagli intermediari, che possono arrivare al 100% per le imprese e per i finanziamenti di minori dimensioni”. La risposta del mercato è positiva: a metà aprile erano state circa 20mila le piccole e medie imprese che avevano presentato la richiesta di un prestito sotto l’ombrello protettivo del Fondo di garanzia e circa 1,3 milioni le domande di moratoria sui prestiti (per finanziamenti complessivi superiori ai 140 miliardi di euro). 

I tre cardini

Il bazooka della liquidità poggia su tre cardini principali:

  1. l’attivazione di una nuova linea di garanzie statali, concesse attraverso Sace, per un importo complessivo di 200 miliardi da utilizzare entro la fine dell’anno (di cui 30 riservati alle Pmi);
  2. l’ampliamento, fino al 90%, della quota di riassicurazione da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze dei crediti all’export assicurati dalla stessa Sace. Tale misura consentirebbe di liberare risorse nel bilancio della Sace per altri 200 miliardi, utilizzabili per concedere garanzie a condizioni di mercato anche dopo il 2020; 
  3. una diversa articolazione, per l’anno in corso, dell’operatività del Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese, anche attraverso l’aumento delle quote di copertura dei prestiti e l’ampliamento della platea dei potenziali beneficiari.

Modifiche al funzionamento delle imprese

Nel Decreto Liquidità sono contenute anche misure atte a dare maggiore ossigeno a tutta l’economia e incoraggiare le imprese a chiedere i finanziamenti. Insomma invertire quel trend negativo, come riportato dalla notizia “Crif: col lockdown meno richieste credito delle imprese”, che zavorra il Paese da alcuni mesi. Tra i provvedimenti d’emergenza c’è sicuramente il rinvio dell’entrata in vigore del codice della crisi d’impresa, dal 15 agosto al primo settembre 2021, ovvero la riforma dell’intera materia del fallimento e delle procedure per prevenire/risolvere lo stato di crisi. Nel funzionamento delle società, al fine sterilizzare gli effetti innescati dalla pandemia, è prevista anche la redazione del bilancio secondo criteri di continuità aziendale. 

Rinviati termini tasse per mantenere agevolazioni prima casa

Un capitolo a parte è dedicato alla moratoria per 18 mesi dei mutui accesi per l’acquisto della prima casa, fino a 250mila euro: una disposizione già riconosciuta dal dl Cura Italia ai lavoratori autonomi e che ora è estesa anche alle ditte individuali e agli artigiani (quelli che hanno subito una perdita di fatturato superiore al 33 per cento rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno). Con l’obiettivo di mantenere la tassazione ridotta il Governo ha poi sospeso, dal 23 febbraio al 31 dicembre 2020, i termini per gli adempimenti tributari in materia di agevolazioni prima casa. Il credito d’imposta per le spese di sanificazione è esteso agli acquisti delle attrezzature e presidi atti a prevenire e ad evitare il contagio.

A cura di: Fernando Mancini

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