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Crif: dopo il lockdown ripartite le richieste di credito

Pubblicato il 25/05/2020
Crif: dopo il lockdown ripartite le richieste di credito

Con l’inizio della Fase 2 si registrano decisi segnali di ripresa dell’andamento delle richieste di credito da parte delle famiglie italiane. Prendendo come valore di riferimento la settimana del 9-15 marzo, che ancora beneficiava delle istruttorie imbastite nelle settimane precedenti, il picco negativo è stato registrato nelle due settimane comprese tra il 23 marzo e il 5 aprile, quando i volumi si sono attestati intorno alla metà di quelli pre-lockdown. Dalla settimana successiva, secondo la ricerca di Crif, è iniziato un percorso di progressivo recupero, seppur con intensità differenti, per arrivare nella settimana compresa tra il 4 e il 10 maggio a volumi di richieste pari al 92% di quelli pre-lockdown.

Il rimbalzo delle domande di mutui e dei prestiti personali

In particolare i mutui immobiliari, dopo aver visto le richieste dimezzarsi nella 13.ma e 14.ma settimana dell’anno, quando i volumi si sono attestati rispettivamente al 49% e al 51% rispetto a quelli prima del lockdown, a partire dalla settimana iniziata il 6 aprile è iniziato un percorso di costante seppur lento recupero, che nelle ultime 3 settimane di osservazione ha visto i volumi stabilizzarsi intorno al 76% di quelli abituali. 

Per quanto riguarda invece le richieste di prestiti personali, l’andamento mostra una debolezza più prolungata che perdura sostanzialmente fino alla settimana iniziata il 4 maggio in cui è evidente il cambio di passo che riporta i volumi al 66% di quelli precedenti al lockdown. Tra tutte le forme tecniche considerate, è quella che complessivamente ha risentito maggiormente della situazione emergenziale, che ha plausibilmente indotto le famiglie ad adottare un atteggiamento attendista e prudente.

I prestiti finalizzati già sopra i livelli pre-crisi

Dinamica molto diversa è quella registrata dai prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (quali auto, moto, arredamento, elettronica, elettrodomestici, impianti per l’efficientamento energetico della casa, spese mediche, palestre, tempo libero, etc.). Nello specifico, questa forma tecnica è quella che più di tutte ha risentito maggiormente della chiusura degli esercizi commerciali disposta dal Governo per fronteggiare la diffusione dell’epidemia, arrivando per alcune settimane ad assestarsi a un terzo dei volumi pre-lockdown, ma è anche quella che ha mostrato un più deciso recupero, al punto che nell’ultima settimana di osservazione i volumi risultano significativamente superiori a quelli della settimana indice, assestandosi al 116%.

I progetti di acquisto sono stati solo rinviati

Questo, secondo Crif, “potrebbe stare a significare che, durante la fase di maggior incertezza e di impossibilità fisica di effettuare acquisti se non attraverso il canale online, le famiglie avevano posticipato i propri progetti di acquisto mentre ora stanno tornando ad attivarsi con decisione sul fronte dei consumi, anche nella componente dei beni durevoli, sostenuti da un finanziamento”. La ricerca di Crif evidenzia, a questo proposito, una vigorosa ripartenza delle domande di finanziamento per l’acquisto di un’auto (fino al 78%), che erano invece crollate al di sotto del 20% per ben 7 settimane, e delle richieste di carte di credito, che nella settimana compresa tra il 4 e il 10 maggio sono risultate pari al 93% dei volumi pre-lockdown.

Deledda, il Paese sta ripartendo

“L’andamento delle richieste di credito da parte delle famiglie mostra inequivocabili segnali di ripresa dopo la fase di lockdown” ha commentato Antonio Deledda, direttore del Credit Bureau di Crif, secondo cui con la fine del lockdown “il Paese sta ripartendo”. Ora è però fondamentale, ha aggiunto, “che le aziende siano messe nella condizione di soddisfare questa domanda, fondamentale per il rilancio dell’economia, senza modificare la loro attitudine a erogare o appesantendo le condizioni di offerta ad esempio attraverso la richiesta garanzie accessorie”. Senza la disponibilità di dati completi e aggiornati sulla storia creditizia dei richiedenti Crif stima che l’entità dei finanziamenti che non verrebbero erogati sarebbe pari a circa 30 miliardi di euro per i mutui e a 12 miliardi per i soli prestiti personali. Inficiando lo sforzo che l’intero Paese dovrà affrontare per far ripartire l’economia.

A cura di: Fernando Mancini

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