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Auto: gelata sull’attività delle officine in marzo

Pubblicato il 27/04/2020
Auto: gelata sull’attività delle officine in marzo

La pochissima circolazione di auto che ha caratterizzato da inizio marzo le strade di tutto il Paese, ha corrisposto ad un’attività delle officine ridotta praticamente a zero: nove autoriparatori su dieci hanno infatti segnalato che il loro business si è mantenuto su livelli molto bassi a causa esclusivamente delle limitazioni decise dal Governo per contenere la diffusione del Covid-19. La difficile fase sta avendo effetti sia sulle attività non ricorrenti o straordinarie (ossia quelle legate a problemi tecnici o incidenti) e sia su quelle di ordinaria manutenzione. È quanto emerge dal Barometro sul sentiment dell’assistenza auto, elaborato da Autopromotec sulla base di inchieste mensili condotte su un campione rappresentativo di officine di autoriparazione.

Il 90% degli autoriparatori segnala ‘livelli bassi’

Dalla ricerca risulta che in marzo ben il 90% degli autoriparatori ha dichiarato che l’attività si è mantenuta su ‘livelli bassi’, mentre solo il 10% segnala un normale livello di attività e praticamente nessun addetto indica ‘alti livelli’ di attività. L’Osservatorio Autopromotec sottolinea, inoltre, che un livello così basso delle attività di officina non si era mai registrato da quando hanno avuto inizio le rilevazioni di questo tipo: gennaio 2018.

Questo primato negativo è da attribuire interamante all’emergenza santaria, che ha determinato un forte rallentamento delle attività di autoriparazione. Emergenza che, come ci ricorda l’articolo dal titolo “Auto: tra proroghe, Rc e mortatorie al tempo del Covid19”, ha comportato anche lo spostamento di alcune scadenze (come il rinnovo della patente, il pagamento delle multe, etc..) importanti per il mondo dell’auto.

Il Dpcm ha inciso anche sull’occupazione

La ricerca ricorda che gli automobilisti che possono effettuare spostamenti per le sole ragioni previste dal DPCM, “scelgono di recarsi in officina, giustamente, solo per far fronte a situazioni di emergenza (quali le riparazioni urgenti, senza le quali l’auto non è in grado di procedere o di farlo in totale sicurezza), rimandando tutti gli interventi non urgenti per evitare ogni tipo di spostamento superfluo e contatti a rischio”. È lecito quindi ritenere che questa situazione abbia portato molte officine a ridimensionare il proprio personale, a lavorare con organico ridotto e a limitarsi a presidi di “emergenza meccanica”.

Diffuso calo dei prezzi

Per quanto riguarda l’aspetto inflazione, dal Barometro emerge che la situazione dei prezzi di officina in marzo ha visto una loro spiccata tendenza alla diminuzione. Infatti, una larga maggioranza degli autoriparatori (66%) ha dichiarato che i prezzi si sono mantenuti su livelli normali, ma c’è da rilevare che coloro che ne hanno segnalato un basso livello sono risultati il triplo di coloro che ne hanno indicato un alto livello (25% contro 9%).

L’onda lunga del Covid-19 anche nei prossimi mesi

Gli effetti del lockdown delle attività, che andaranno a ridursi progressivamente a partire dalla prima settimana di maggio, continueranno a farsi sentire a lungo nel comparto. Il Barometro sul sentiment del settore dell’assistenza auto, infatti, ha tracciato un quadro per i prossimi mesi tutt’altro che incoraggiante. Per il volume delle attività di autoriparazione, secondo i giudizi degli interpellati espressi nel mese di marzo 2020, si prevede ancora un forte calo delle attività per l’effetto coronavirus. La maggioranza degli autoriparatori (62%) ha dichiarato di attendersi un calo nei prossimi 3/4 mesi, contro appena il 10% di chi ritiene che ci possa essere un aumento e il 28% di chi indica una situazione di stabilità.

Costi officina attesi ancora in ribasso

Anche per i costi che dovrebbero eventualmente affrontare gli automobilisti, gli addetti ai lavori mettono in conto la tendenza alla diminuzione. Infatti coloro che si attendono un basso livello dei prezzi nei prossimi mesi sono quasi 6 volte di più di coloro che ne prevedono un alto livello (40% contro 7%), seppur in un quadro in cui prevalgono di poco i giudizi complessivi di stabilità (53%).

A cura di: Fernando Mancini

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