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Superbonus: primo passo verso il chiarimento delle norme

L’Agenzia delle Entrate chiarisce le novità sul decreto Aiuti Bis e, in particolare, spiega le responsabilità del cessionario del credito. Federconsumatori avverte di fare attenzione alla scadenza del 31 dicembre, quando tutti i cantieri che usufruiscono del Superbonus dovranno essere chiusi.

Pubblicato il 24/10/2022
contratto alla firma e modellino di una casetta
Chiarimenti sul Superbonus 110%

Una circolare dell’Agenzia delle Entrate fa luce sul complicato mondo burocratico generatosi attorno al bonus 110%, in particolare, chiarisce le novità introdotte nel decreto Aiuti bis circa le responsabilità del cessionario. Il testo chiarisce come la colpa ricorra nei casi di omissione in termini macroscopici della richiesta.

In sostanza, osservano in Federconsumatori, il testo originario non contemplava specifici ‘paletti’ per la cessione del credito. Tuttavia, sottolinea l’associazione, questa è solo una delle criticità che presenta il Superbonus che - seppur concepito con l'intento di aiutare gli italiani (orientandoli verso l’efficientamento energetico) - si è finora prestato alla libera interpretazione dei costruttori e dei professionisti. Una situazione che da un lato ha messo in difficoltà le famiglie e, dall’altro, ha fatto nascere numerosi abusi e illeciti.

Ancora molte le criticità da risolvere

Un quadro confuso e privo di regole definite (e anche impossibili da rispettare) che ha scatenato molte segnalazioni da parte di famiglie che si trovano in difficoltà con il rispetto delle scadenze fissate ai fini dell’ottenimento del bonus. Infatti, la data del 30 settembre, entro cui era necessario raggiungere il 30% dei lavori agevolabili con il Superbonus, seppur relativa solo alle spese sostenute da persone fisiche su singole unità immobiliari indipendenti e autonome, ha già portato alla luce molte criticità.

La maggior parte delle segnalazioni a Federconsumatori riguardano i contratti di appalto, sottoscritti in alcuni casi con congrui anticipi, e spesso con fatture senza la corretta intestazione e senza l’opportuna raccomandazione al cliente di effettuare il ‘bonifico parlante’, con cantieri rimasti fermi o mai aperti, con conseguente perdita non solo delle somme versate, ma anche insorgenza di danni ingenti dovuti al mancato beneficio fiscale.

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Attenzione alla scadenza del 31 dicembre

Questo scenario, già di per sé vessatorio nei confronti del consumatori, è reso ancora più complesso dall’opacità constatata nelle forme di pagamento: con accordi per sconti in fattura che, in corso d'opera, si sono trasformati in cessioni del credito a interesse e onere dello stesso committente e frequentemente anche accompagnate da richieste di forti integrazioni sul prezzo per compensare lo sconto che i cessionari dei crediti fiscali ormai applicano attorno anche al 67% del credito ceduto.

Ma i problemi potrebbero non avere ancora raggiunto l’apice, perché molti si stanno già chiedendo cosa succederà a dicembre. Il 31 dicembre, ricorda infatti Federconsumatori, essendo il termine entro cui, secondo l’interpretazione più diffusa e prudenziale della norma, sarà necessario chiudere i cantieri, non sarà possibile certificare lavorazioni che non verranno effettuate entro quella data. Ci sarà bisogno di un nuovo intervento del legislatore?

Norme non sempre chiare e con zone grigie

Senza un chiarimento le famiglie penalizzate saranno moltissime: sul mancato rispetto delle scadenze fissate pesa una situazione di diffusi ritardi, rincari dei materiali edilizi e difficoltà nel reperire materiali, a partire da beni quali caldaie e pannelli solari, che risentono delle penurie che affliggono il settore di chip. C’è quindi il serio rischio che molti cantieri restino fermi nell'impossibilità di installare beni non disponibili o a causa di tempi di consegna più lunghi.

Questi problemi si sarebbero potuti evitare attraverso una predisposizione di contratti standard, che eliminassero quelle opacità (facoltà di cessione del contratto, l'indipendenza del contratto dal riconoscimento del bonus fiscale, sconto in fattura) di cui gli appaltatori hanno largamente abusato, nonché con una severa attività di controllo. È questa – sottolineano in Federconsumatori - la carenza cui deve rispondere il Governo, adottando provvedimenti affinché non siano le famiglie che hanno operato correttamente a pagare le spese dell’“ingenuità” e superficialità con cui sono state disposte alcune norme.

A cura di: Fernando Mancini

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