Sui prestiti le famiglie italiane scelgono la prudenza

La recessione probabilmente non ci sarà, ma l’ipotesi è circolata con una tale insistenza nel corso degli ultimi mesi, che la maggior parte delle famiglie italiane ha scelto la prudenza nel momento in cui si è trovata a valutare l’accensione di un eventuale finanziamento.

È la chiave di lettura che emerge dall’ultimo Osservatorio di PrestitiOnline.it, che evidenzia anche l’impatto delle decisioni di politica monetaria sulle condizioni applicate da banche e finanziarie alle famiglie italiane. Un dato per tutti: in questo primo scorcio di 2023 il Taeg medio è salito di quasi un punto e mezzo rispetto allo scorso anno, attestandosi all’8,36%, aumentando così il differenziale con le migliori condizioni, che non vanno oltre il 6,10%. Quanto basta per ricordare l’importanza di dedicare un po’ di tempo al confronto tra le diverse offerte disponibili sul mercato, dato che questo consente di risparmiare anche somme consistenti.

Condizioni favorevoli per chi sceglie la cessione del quinto

La cessione del quinto presenta condizioni di favore rispetto ai prestiti personali tradizionali, derivanti dal fatto che il prestatore può effettuare il prelievo direttamente sulla busta paga del lavoratore. Per quanto in crescita rispetto al passato, il tasso minimo applicato ai dipendenti pubblici nel primo trimestre è stato del 3,61%, dunque poco più della metà rispetto ai prestiti personali. Nel caso dei pensionati si sale al 3,96%, mentre tra i privati si sale al 4,51%.

Un quarto dei prestiti concessi riguarda la liquidità

Passano gli anni, cambiano i tassi, ma resta costante il primato tra le finalità dei finanziamenti per la liquidità, che nell’ultimo trimestre cresce di un altro mezzo punto al 25,6%.

Il ritrovato dinamismo del mercato automobilistico (a marzo le immatricolazioni in Italia sono cresciute del 40% rispetto a dodici mesi prima, portando così la performance del primo trimestre a +26,2% nel confronto anno su anno), complice il superamento delle strozzature relative alle catene globali della supply chain, è confermato dal fatto che cresce di quasi due punti, arrivando al 19,6% l’incidenza dei finanziamenti legati all’acquisto di un’auto usata. A questi occorre aggiungere il 4,6% (anche in questo caso la dinamica è in crescita) dei prestiti per le auto nuove o a km zero. All’opposto, cala di quasi quattro punti, poco sopra il 15%, la quota dei prestiti ristrutturazione, mentre resta stabile a poco meno di un finanziamento su sette l’incidenza dei prestiti consolidamento.

Tra i richiedenti domina la prudenza

Le preoccupazioni per una possibile recessione (oggi meno probabile di qualche settimana fa, con il governo che per l’anno in corso ha prospettato un incremento del PIL all’1% o poco meno) hanno spinto le famiglie a una certa prudenza sugli importi richiesti. Nel confronto trimestre su trimestre vi è stato un calo di 600 euro per arrivare a 11.700 euro di media, pur a fronte di profonde differenze tra le varie finalità di impiego delle somme raccolte: si va dai 18.200 euro per la liquidità ai 6.400 euro per il settore spese mediche e benessere, con auto e ristrutturazione della casa abbondantemente sopra la media, moto e hobby sotto.

Si tratta comunque di livelli elevati rispetto alle medie storiche, il che lascia immaginare che la prudenza sia stata dettata più che altro dalla voglia di non fare il passo più lungo della gamba, in attesa di analizzare l’evolversi della congiuntura.

Un altro riflesso delle preoccupazioni è relativo alla durata media dei finanziamenti, che continua a scendere fermandosi a una media di 5,4 anni. Il rallentamento della congiuntura evidentemente colpisce soprattutto le aree più deboli del Paese, tanto che il Nord raggiunge il 50% delle richieste totali, a raggiungere il massimo dal 2019.