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Stop ai pagamenti. Nuova moratoria per le Pmi

Questa nuova misura, nata per aiutare le aziende entrate in crisi a causa della pandemia da coronavirus, è stata resa possibile grazie ad uno scostamento di bilancio di 40 miliardi di euro, che ha trovato spazio nel Def, il documento di economia e finanza.

Pubblicato il 11/05/2021
segnale di stop con banconote sullo sfondo
Nuove moratorie per le pmi

Nuovo ossigeno, e nuove misure allo studio per le imprese in difficoltà. A salvare la liquidità in scadenza il 30 giugno sarà una nuova moratoria, che ha esteso fino a fine anno la sospensione dei pagamenti.

Questa nuova misura, nata per aiutare le aziende entrate in crisi a causa della pandemia da Coronavirus, è stata resa possibile grazie a uno scostamento di bilancio di 40 miliardi di euro, che ha trovato spazio nel Def, il documento di economia e finanza.

D’altra parte, secondo il report Svimez MCC sul Fondo di garanzia per le Pmi, l’emergenza economica generata dal Covid starebbe mettendo a dura prova il tessuto produttivo italiano, fatto per lo più di piccole imprese, colpendo le finanze di 67mila imprese in buono stato economico e di 56mila imprese che già versavano in difficoltà.

Le moratorie tuttora attive riguardano prestiti del valore di circa 173 miliardi, a fronte di 1,6 milioni di sospensioni accordate, mentre le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di garanzia per le PMI sono 152 miliardi.

La moratoria sui finanziamenti

Questa misura, più volte prorogata, consente alle imprese e ai titolari di partita Iva di sospendere le rate di mutui e prestiti grazie a una garanzia pubblica, il Fondo di garanzia per le Pmi.

Chi avesse già fatto richiesta in passato vedrà la proroga applicarsi in automatico alla propria situazione finanziaria, salvo rinuncia. Al contrario, chi non avesse ancora aderito deve fare domanda.

Il Fondo di garanzia

Con questo fondo l’importo garantito massimo per impresa è di 5 milioni e la garanzia riguarda il 100% del valore per prestiti fino a 30mila euro (senza valutazione del merito di credito) e il 100% anche fino a 800mila euro, sempre senza valutazione, ma con il 90% garantito dallo Stato e il 10% da Confidi.

Fino a 5 milioni, invece, la garanzia è del 90%. Secondo il rapporto Svimez, le domande avanzate e approvate dal Fondo di Garanzia sono equamente distribuite da Nord a Sud (il 26,7% nel Mezzogiorno, il 28,3% nel Nord-Ovest, il 20,9% nel Nord-Est e il 23,96% nel Centro). Se si guarda però al valore di questi finanziamenti emerge che il Mezzogiorno ha assorbito solo il 20,59% del totale delle risorse messe a disposizione.

Le altre misure allo studio

Fino ad oggi, l'attenzione è stata concentrata sul fornire una rete di salvataggio alle imprese, "per metterle in sicurezza almeno sotto il profilo finanziario, in attesa che le prospettive economiche permettano la normale operatività”, ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, spiegando che “ora serve un ragionamento sulla selettività degli interventi per superare la fase del solo soccorso e porsi anche nella prospettiva del rilancio”.

Allo studio ci sarebbero interventi a sostegno dell’indebitamento, con l’Associazione bancaria italiana che ha avanzato alcune proposte in merito, chiedendo “strumenti che dovrebbero puntare sia a fornire fonti di finanziamento alternative al canale bancario, aiutando le imprese ad accedere al mercato dei capitali, sia a favorire il rafforzamento patrimoniale”.

Parallelamente, il numero uno di Abi ha raccomandato di accelerare l'attivazione del fondo "Patrimonio rilancio", o "Patrimonio destinato", che permetterà di supportare la ricapitalizzazione di società per azioni con sede in Italia (sono fuori da questa ipotesi istituti di credito e assicurazioni) attraverso la partecipazione ad aumenti di capitale o mediante la sottoscrizione di prestiti obbligazionari. La platea riguarda aziende che hanno un fatturato superiore ai 50 milioni di euro. Potrebbero poi arrivare modifiche ai crediti di imposta 4.0 secondo quanto richiesto da Bruxelles.

A cura di: Gabriele Petrucciani

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