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Radar Swg: il Covid19 cambia la vita degli italiani

Gli italiani stanno prendendo atto rapidamente della grave situazione di crisi. La pandemia legata al Covid-19 sta infatti modificando profondamente i comportamenti e gli atteggiamenti di individui e consumatori, che, fortemente limitati nei loro spostamenti, stanno sperimentando un radicale cambiamento delle loro abitudini e dei loro stili di vita. Gli effetti nel breve periodo riguardano non solo l’area psico-emotiva, ma anche la gestione delle relazioni, i consumi, il lavoro, il rapporto con le istituzioni. Un cambiamento epocale il cui impatto potrebbe avere conseguenze anche più durature. È quanto emerge dalla più recente ricerca, dal titolo eloquente “Radar: niente sarà più come prima” effettuata dalla società Swg.
Più consapevolezza e più incertezza
La settimana tra il 16 e il 22 marzo è stata caratterizzata da un’ulteriore crescita della consapevolezza degli italiani rispetto alla gravità della situazione (i molto+abbastanza preoccupati sono complessivamente al 96%), che si è accompagnata a un forte sentimento di incertezza per il futuro (mood ammesso dal 52% del paniere). Tra le altre emozioni provate dalla popolazione, al secondo posto c’è la speranza, con una quota del 38%, seguita dalla percezione di vunerabilità (33%). Rilevante chi riconosce di avere paura (32%), angoscia (31%) e tristezza (27%). Da rilevare l’ex-equo in classifica di fiducia e rabbia (entrambi al 15%), la noia (11%) riferita alla quarantena imposta dalle restrizioni decise dal Governo e, per chiudere, la rassegnazione (10%).
Paura di contrarre il virus
La preoccupazione di contrarre il coronavirus è alta: uno su due pensa di essere a rischio (51%), percentuale che sale (al 60%) se riguarda il pericolo di contagio di un familiare. Nel frattempo è scesa sensibilmente la speranza che la situazione d’emergenza si risolva entro 2-2 mesi (passata al 60% dei cittadini dal 72% segnato all’11 marzo), mentre è salita la quota (al 32% dal 19% indicato all’11 marzo) di chi ritiene che ci voglia un tempo superiore. Due intervistati su tre (65%) dichiarano di riuscire a reagire positivamente (senza grandi difficoltà), anche se su questo punto l’ottimismo è scivolato dai livelli visti nella prima parte della ricerca. Infatti, alla fine un buon 35% (cresciuto dal 31% del 18 marzo) ha ammesso di avere “difficoltà a reagire”.
Bisogno di tornare alle proprie abitudini
Una dinamica che si rispecchia anche sulla quota di chi ritiene di avere “assolutamente bisogno di tornare alle proprie abitudini" (64%). D’altro canto, il 44% degli italiani ammette di non farcela “più a stare a casa, così come il 23% di loro valuta che – a causa delle restrizioni delle libertà personali (coabitazione con i familiari) – sostiene che “le relazioni con le persone con cui abito stanno peggiorando”, in crescita di 6 punti dal 17 marzo. Intanto la maggior parte degli italiani ha scelto la via del risparmio: con questo obiettivo il 57% ha ridotto le spese, mentre il 33% perché hanno avuto meno occasioni di acquisto. Una cautela che riflette l’incertezza del momento e, soprattutto, l’incognita di quello che ci può riservare il futuro.
Sale la quota di chi pensa di ricorrere a un prestito
Il 60% degli italiani è preoccupato dal fatto che nel prossimo mese sarà costretta a intaccare i propri risparmi. La paura di perdere il proprio posto di lavoro (anche un familiare) attanaglia la metà della popolazione, così come il 34% di non essere in grado di pagare tasse, mutui, affitti, bollette e altre spese fisse. Contestualmente la percentuale di chi pensa di ricorrere a un finanziamento è balzata al 25% dal 19% segnato il 17 marzo. Per questo motivo il 71% degli italiani ha molto apprezzato, tra le misure del Governo, la sospensione dei mutui prima casa per lavoratori in difficoltà. Sono stati valutati positivamente anche i congedi speciali e voucher babysitter (68%) e gli stop agli adempimenti fiscali (66%) e ai licenziamenti per due mesi (63%).
Le prime voci decurtate beneficienza e abbonamenti online
Secondo il Radar di Swg gli italiani stanno già correndo ai ripari e, davanti all’eventualità di non riuscire a fare fronte a tutti i pagamenti, hanno già chiaro quali spese saranno da rinviare. In primo luogo ci sono le voci ritenute superflue, come abbonamenti ai servizi online: musica (57%), videogiochi (52%), quotidiani (50%), tv a pagamento (47%). Tra le uscite che saranno posticipate (o decurtate/cancellate), anche quelle che riguardano beneficienza (52%), tasse (47%), assicurazione (47%), mutui (43%), affitto negozio (41%), abbonamento telefono (37%), affitto casa (37%) e bollette di gas/luce/acqua (28%). L’impatto dell’epidemia sulle economie emerge in maniera dirompente guardando le previsioni dei lavoratori autonomi: un quarto si ritiene a rischio chiusura.
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