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Nel 2021 più richieste di credito da parte delle famiglie

In mancanza di ulteriori shock, il 2021 si dovrebbe aprire con una solida crescita delle richieste di credito da parte delle famiglie. La performance più positiva è attesa per i prestiti finalizzati oltre i 5.000 euro. Prospettive incoraggianti anche per i mutui.

Pubblicato il 29/12/2020
Nel 2021 più richieste di credito da parte delle famiglie

Un andamento positivo dei prestiti finalizzati superiori a 5.000 euro. È quanto prevede una ricerca condotta da Crif e Sda Bocconi per il primo trimestre del 2021. Le stime mostrano un incremento in una forchetta tra il +2% e il +13% in tutti gli scenari. L’indagine, oltre che esaminare l’andamento delle richieste di credito durante la prima fase della pandemia, ha acceso i riflettori sui possibili trend nella prima parte del prossimo anno.

Non viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda i prestiti finalizzati inferiori ai 5.000 euro: nel primo trimestre del 2021 potrebbe, infatti, verificarsi un indebolimento della performance di questo comparto. La ricerca rivela pure un recupero lento, ma costante, dei prestiti personali

Nei primi mesi del 2021, secondo lo studio condotto da CRIF e SDA Bocconi, i mutui andranno meglio rispetto allo stesso periodo del 2020: la variazione positiva potrebbe oscillare il +11% e il +26%. C’è da dire, comunque, che rispetto agli altri prodotti l’andamento dei mutui è stato più positivo già nei mesi scorsi grazie ai tassi di interesse ai minimi storici e al boom delle surroghe.

“Lo scoppio della pandemia e l’emanazione dei vari provvedimenti di contenimento hanno avuto un effetto dirompente sul mercato del credito; è stato quindi naturale per CRIF dedicare la nona edizione della ricerca CRIF - SDA Bocconi all’evoluzione e alle prospettive del mercato del credito alle famiglie – spiega Simone Capecchi, Executive Director CRIF - Per questo è stata monitorata l’evoluzione della domanda di credito delle famiglie in Italia nei mesi centrali della pandemia (fino a giugno) e nella fase successiva confrontandola con gli andamenti degli ultimi 5 anni. Si è poi valutato l’impatto del Covid-19 sulla domanda di credito relativa ai diversi prodotti e nelle diverse macroregioni italiane; infine si è realizzata una stima dei possibili andamenti della domanda di prodotti di credito nel prossimo futuro”.

Per effettuare lo studio si è partiti dai dati della domanda di credito in Italia rilevati in EURISC; nello specifico, sono stati studiati i prestiti finalizzati (di importo superiore e inferiore ai € 5.000), i prestiti personali, i mutui ipotecari. Il modello sviluppato da Crif e Sda Bocconi ha permesso di fornire alcune stime, che naturalmente potranno essere smentite sia in peggio, a causa di una terza o quarta ondata di contagi, sia anche in meglio grazie a vaccini pienamente efficaci, nuove terapie, attenuazione spontanea della virulenza.

L’andamento delle richieste di credito durante la prima fase della pandemia

Il 2021 potrebbe aprirsi con una solida crescita delle richieste di credito da parte delle famiglie. Prospettive incoraggianti sono previste per i prestiti finalizzati oltre i 5mila euro e per i mutui. Ma cos’è successo precisamente nella prima fase dell’emergenza sanitaria? A rivelarlo è sempre il lavoro congiunto di statistici, econometrici ed economisti di Crif e SDA Bocconi.

I prestiti finalizzati sotto i 5.000 euro hanno subito un immediato e forte rallentamento nei mesi centrali del primo lockdown, con successivi tassi di crescita molto elevati nel mese di maggio. Al contrario i prestiti personali hanno presentato un calo meno marcato, ma tassi di crescita più contenuti durante la fase 2, ossia dopo il mese di maggio.

A mostrare un trend diverso dagli altri prodotti sono stati i mutui ipotecari: lo studio rivela, infatti, che dopo un’iniziale diminuzione nel mese di marzo, la domanda è immediatamente tornata a salire già nel mese di aprile nelle regioni centrali, facendo registrare valori complessivi di credito superiori al mese precedente. Nonostante ciò i modelli statistici suggeriscono come i mutui avrebbero potuto registrare livelli di domanda ancora più elevati sia a maggio che a giugno in assenza del Covid-19.

Dall’indagine risulta, infine, che non ci sono state variazioni tra macro-regioni con riferimento allo stesso prodotto di credito. La domanda ha presentato, infatti, andamenti somiglianti all’interno di ogni categoria nelle diverse aree del Paese durante i mesi centrali della pandemia.

A cura di: Tiziana Casciaro

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