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L'incertezza frena l'avvio dei lavori per le ristrutturazioni casa
Non c’è peggior nemico per chi investe che l’incertezza. Vale per le imprese che nella loro attività di business vogliono acquistare impianti o macchinari, così come le famiglie interessate a ristrutturare casa, contando sui benefici fiscali previsti.

Non c’è peggior nemico per chi investe che l’incertezza. Vale per le imprese che nella loro attività di business vogliono acquistare impianti, macchinari o altre tipologie di asset, ma anche per le famiglie che si apprestano a effettuare una spesa con la previsione di ammortizzare almeno una parte dei costi. Nelle ultime settimane vi è stato un tourbillon di modifiche alle detrazioni per gli interventi immobiliari e ora è corsa contro il tempo per non perdere i benefici, anche se i contorni delle modifiche legislative non appaiono del tutto chiari.
Tutto nasce dall’approvazione del Decreto Antifrodi, scritto in tempi rapidi ed entrato in vigore il 12 novembre scorso, con l’obiettivo di frenare la pratica dei prezzi gonfiati per includervi anche le spese di fornitura dei servizi professionali. Secondo rilevazioni dell’Agenzia delle Entrate, le truffe sfiorano ormai quota un miliardo sui circa 13 di detrazioni per cessione e sconto dei lavori edilizi ordinari, come il bonus facciate, ristrutturazioni, ecobonus e sismabonus.
I fronti aperti
Iniziamo con una buona notizia. Dopo giorni di blocco per la necessità di cambiare i moduli da compilare, la piattaforma per le richieste di accesso allo sconto in fattura, curata dall’Agenzia delle Entrate, è tornata operativa. Tuttavia per molti contribuenti e professionisti la riapertura è rimasta puramente teorica a causa delle incertezze sulle nuove regole. In particolare chi ha cantieri in corso o in fase di avvio non trova risposte certe nella normativa almeno in relazione a tre quesiti:
- Occorre sempre il visto di conformità?
- Come si assevera la congruità delle spese, che dovrà essere parametrata ai prezzi medi applicati per ciascun intervento su base locale?
- C’è la possibilità di cedere spese anticipate rispetto all’esecuzione dei lavori?
I dilemmi nascono dall’approvazione del decreto Antifrodi, che impone il visto di conformità per la cessione o lo sconto in fattura dei bonus edilizi ordinari diversi dal 110% (come il 50% sulle ristrutturazioni o l’ecobonus). Inoltre, richiede che un tecnico asseveri la congruità delle spese sostenute.
Quanto all’importo, si attende un decreto che fissi i valori massimi di alcune tipologie di beni, in modo da minimizzare i rischi di truffe, che consistono nella richiesta di crediti d’imposta fittizi. Fino alla sua pubblicazione, la situazione per chi vuol pagare per poi cedere il credito d’imposta resta magmatica: come capire se le spese concordate con i fornitori sono o meno congrue? A questo proposito va chiarito un aspetto: se la somma dichiarata, e per la quale si chiede l’accesso al beneficio fiscale, supera il concetto di congruità, la detrazione è applicata nei limiti massimi individuati dal decreto in via di pubblicazione. La stessa impostazione dovrebbe valere anche per i lavori agevolati dai bonus ordinari, senza quindi perdita totale del beneficio, sempre che dietro non ci siano frodi.
Scenario chiaro per pochi
La confusione non riguarda tre tipologie di interventi: quelli agevolati dal Superbonus o che fanno riferimenti al 110% attraverso cessione del credito o lo sconto in fattura, dato che l’obbligo di acquisire asseverazioni e visto di conformità erano già previsti; le agevolazioni ordinarie che non possono essere cedute, come bonus mobili, bonus giardini e detrazione del 50% per lavori di piccolo importo come la realizzazione di cassaforti a muro; infine gli interventi riportati in dichiarazione dei redditi, senza cessione o sconto.
Non altrettanto vale per i cantieri che si protrarranno oltre la fine di quest’anno. Infatti non è chiaro come gestire l’asseverazione di congruità a lavori in corso.
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