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Italiani più indebitati. Ma la rata è sostenibile
Dall’analisi dei dati disponibili in Eurisc, il sistema di informazioni creditizie gestito da Crif, è emerso che il 42,7% della popolazione maggiorenne ha almeno un contratto di credito rateale attivo. Un dato che è cresciuto del 3,6% rispetto a un anno fa. Ma il tasso di default è ai minimi.

Il costo del denaro ai minimi e condizioni di offerta favorevoli hanno fatto crescere il tasso di indebitamento degli italiani. Un indebitamento che, a conti fatti, risulta essere più che sostenibile, considerando che il tasso di default per il credito al dettaglio si è attestato all’1,2% a marzo 2021, toccando il punto di minimo degli ultimi anni anche grazie agli interventi di sostegno al reddito e alle moratorie (sono state attivate sul 2,6% dei contratti rateali).
La testimonianza arriva dall’aggiornamento al primo semestre 2021 della Mappa del Credito di Master Credit, l’area di Crif che si occupa dello sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori.
La fotografia
Dall’analisi dei dati disponibili in Eurisc, il sistema di informazioni creditizie gestito da Crif, è emerso che il 42,7% della popolazione maggiorenne ha almeno un contratto di credito rateale attivo. Un dato che è cresciuto del 3,6% rispetto a un anno fa. “Sono numeri che confermano i trend già in atto nelle precedenti rilevazioni, con il progressivo ma costante ampliamento del numero di italiani che hanno scelto di ricorrere al credito bancario per finanziare l’investimento sulla casa o per sostenere i propri progetti di spesa e le esigenze familiari”, commenta Beatrice Rubini, Direttore della linea Mister Credit di Crif.
In particolare, i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (come auto, moto, elettronica, elettrodomestici, arredamento e viaggi) sono la forma tecnica più diffusa nel portafoglio degli italiani, con una quota pari al 50,4% del totale.
Una percentuale che è andata in crescendo per effetto dell’evoluzione degli stili di consumo delle famiglie e grazie anche alle agevolazioni e condizioni di offerta appetibili, come gli incentivi auto o il bonus mobili. La quota dei prestiti personali, ovvero dei finanziamenti di liquidità senza vincolo di destinazione, ha invece subito un leggero calo (al 28,4% del totale) a causa della pandemia, con l’offerta che ha iniziato ad adottare criteri di accettazione più selettivi e la domanda che di conseguenza si è indebolita.
La mappa per regioni
La fotografia che si ricava dall’ultimo aggiornamento della Mappa del Credito mostra una situazione eterogenea, che rispecchia fattori economici e sociali quali, per esempio, la propensione a fare ricorso al credito per finanziare l’acquisto di un’abitazione o le proprie spese correnti, la capacità reddituale e di risparmio delle famiglie, nonché la diversa intensità della ripresa dei consumi e del mercato immobiliare.
Nel complesso, la regione con la quota più elevata di popolazione maggiorenne con almeno un rapporto di credito attivo è risultata essere la Toscana, con il 48% del totale, seguita da Lazio (46,5%), Valle d'Aosta (46,1%), Piemonte (45,9%) e Friuli-Venezia Giulia (45,8%). All’estremo opposto del ranking si colloca il Trentino Alto Adige, regione in cui solamente il 24,5% della popolazione risulta avere almeno un rapporto di credito attivo, preceduta dalla Basilicata (33,7%) e Campania (36,2%).
La rata media
Nel primo semestre 2021 le regioni in cui i cittadini ogni mese hanno rimborsato la rata media più elevata sono risultate essere il Trentino-Alto Adige, con 392 euro, la Lombardia (364 euro) e il Veneto (con 359 euro). Seguono l’Emilia-Romagna e la Toscana, rispettivamente con 347 e 336 euro.
Specularmente, al Sud e nelle Isole si trovano le rate mensili più leggere, soprattutto in Calabria, dove si attestano a 267 euro, in Sardegna (271 euro) e in Molise (278 euro) in virtù di una maggiore incidenza dei prestiti finalizzati, che hanno un importo più contenuto, a scapito dei mutui.
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