Inflazione: quali effetti sulle famiglie?

Le famiglie italiane in questo periodo sono molto impegnate a contrastare gli effetti dell’inflazione. Da una parte vedono ridursi il loro potere di acquisto e, dall’altra, prendono atto della contemporanea erosione dei loro risparmi. Stiamo parlando di pressioni sui prezzi che non si vedevano da oltre quarant’anni.

I numeri evidenziano meglio il problema: l’inflazione oggi si sta ‘mangiando’ risparmi per almeno 92 miliardi di euro. Lo calcolano in CGIA, basando lo studio su un tasso d’inflazione dell’8% e ipotizzando che le famiglie abbiano mantenuto, presso la banca, gli stessi risparmi che avevano all’inizio dell’anno in corso.

L’erosione maggiore nelle città più ricche

A pagare il conto più salato, secondo questa ricerca, sono le famiglie residenti nelle grandi città dove il caro vita si fa sentire maggiormente (ma, anche, dove i livelli di ricchezza sono più alti). Infatti, in cima alla lista ci sono Roma (dove sono ‘spariti’ risparmi per -7,42 miliardi), Milano (-7,39), Torino (-3,85), Napoli (-3,33), Brescia (-2,24) e Bologna (-1,97). Anche se una piccola parte di questa perdita verrà sicuramente compensata dall’aumento degli interessi sui depositi (con le banche che pagano più interessi ai correntisti, dopo che la Bce ha alzato i saggi di riferimento), l’effetto inflazione è comunque pesante.

Le difficoltà nell’affrontare spese maggiorate

Tra le province meno esposte agli effetti dell’inflazione ci sono invece Enna (-156 milioni di euro), Isernia (-153 milioni) e Crotone (-123 milioni). Le ripercussioni di questa stangata, benché riguardi tutti, si fanno sentire soprattutto sulle famiglie meno abbienti, quelle che di fatto incontrano più problemi nel fare fronte alle spese sempre più elevate di fine mese (bollette) o di rispettare le scadenze periodiche (come, per esempio, le rate dei mutui). Un quadro che, con tutta probabilità, è anche dietro la recente forte crescita registrata dalle domande degli italiani di prestiti aventi come finalità proprio la liquidità.

Boom delle richieste di liquidità

Un fenomeno, questo, testimoniato dalle periodiche analisi di PrestitiOnline.it. Il più recente Osservatorio, infatti, rivela che nel terzo trimestre le richieste di prestiti aventi come finalità la liquidità coprono il 29,3% del totale, distanziando di gran lunga i finanziamenti per l’auto usata (18,3%) e quelli per la ristrutturazione della casa (14,6%), che solitamente li abbiamo visti in cima alla classifica.

Allo stesso tempo, dalla ricerca spicca anche il progressivo allungamento della curva di ammortamento: tendenza che rivela maggiore prudenza del richiedente, che chiede quindi più tempo per rimborsare le rate.

Misure urgenti per contrastare rischio stagflazione

Le prospettive non sono rosee, considerato che la nostra economia rischia di scivolare verso la stagflazione, probabilmente anche in tempi brevi. Le incognite sul tappeto (crisi del gas, guerra, gelo della domanda) richiedono al Governo misure urgenti perché contrastare la stagflazione è un impresa assai complessa.

L’unica strada, secondo gli esperti CGIA, è quella che prevede il taglio delle tasse e della spesa. Un percorso che si presenta difficile, tenuto conto che l’Italia ha un rapporto debito/PIL tra i più elevati e che, comunque, potrebbe minare la sua stabilità finanziaria. Prospettiva poco apprezzata da Bruxelles e Bce.