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Immatricolazioni auto: chiusura 2019 con sprint

Pubblicato il 09/01/2020
Immatricolazioni auto: chiusura 2019 con sprint

Il mercato automobilistico italiano ha segnato un moderato sprint nell’ultimo scorcio del 2019. In dicembre le immatricolazioni di autovetture sono state 140.075, pari a un incremento del 12,48% rispetto allo stesso prima dell’anno precedente (quando erano state registrate 124.535 unità). Ma non è ‘tutto oro quello che luccica’: per circa 4,5 punti percentuali, infatti, questo risultato è riconducibile a una giornata lavorata in più rispetto a dicembre 2018. Comunque, fanno notare gli addetti ai lavori di Promotor, “anche al netto di questo apporto, il risultato positivo rimane, ed è significativo in un anno decisamente ‘magro’ per il mercato dell’auto come il 2019”. L’anno, come consuntivo, si è quindi chiuso con 1.916.320 veicoli immatricolati contro gli 1.910.701 del 2018, pari a una crescita dello 0,29% tendenziale. 

Mercato automobilistico e prestiti auto

Il risultato, certificato dai dati sulle immatricolazioni resi noti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, non si discosta molto da quello che è il quadro economico nazionale, che è di sostanziale stagnazione. Il risveglio della domanda di auto rilevata nell’ultima parte dell’anno tradisce però la voglia degli italiani di pensare in positivo ed è in sintonia con l’andamento della domanda di prestiti registrata da più analisi, l’ultima delle quali di Banca d’Italia. A tal proposito il sito Prestitionline.it propone una guida al prestito auto, che consente di informarsi su questa tipologia di prestito personale, in modo da effettuare una scelta consapevole.

Anno condizionato da dieselgate, attesa auto elettrica e Wltp

D’altronde, spiega Promotor, non ci si poteva comunque aspettare che una spinta al recupero di almeno una parte del pesante calo che il mercato italiano accusa ancora - rispetto ai livelli ante-crisi del 2007 (quantificabile a fine 2019 a -23,1%) - potesse essere recuperato nel corso dell’anno che si è chiuso grazie a fattori legati a dinamiche interne del settore dell’auto. Questo perché, soprattutto, nel 2019 le vendite di autovetture hanno dovuto fare ancora i conti con la demonizzazione del diesel, la spasmodica attesa del concretizzarsi della prospettiva dell’auto elettrica e gli effetti del nuovo sistema di omologazione WLTP - metodo di controllo standardizzato a livello mondiale per il rilevamento dei consumi e delle emissioni di gas di scarico (il cui obbligo di comunicazione è iniziato da gennaio 2019). 

Quagliano, recupero del clima di fiducia

“È comunque un dato di fatto che - ha rilevato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - il risultato positivo delle immatricolazioni in dicembre non è un segnale isolato perché trova conforto anche in un recupero del clima di fiducia”. In novembre, ricorda l’esperto, per le forti preoccupazioni destate dall’andamento della discussione della Legge Finanziaria per il 2020, “vi era stato un deciso calo sia dell’indicatore Istat relativo ai consumatori che dell’indicatore specifico per l’auto elaborato dal Centro Studi Promotor sintetizzando i risultati delle sue inchieste congiunturali mensili. In dicembre – invece - entrambi gli indicatori recuperano buona parte del terreno perduto e questo è certo di buon auspicio per il 2020”. 

Il Centro Studi Promotor ha dato appuntamento al prossimo 21 gennaio, quando diffonderà le proprie previsioni per il mercato italiano ed europeo dell’auto in un’apposita conferenza stampa. Appuntamento che sarà anche l’occasione in cui farà anche il punto sulle prospettive del mercato dell’auto alle soglie degli anni ‘20 del XXI secolo che dovranno segnare il decollo (nei tempi dovuti) dell’auto elettrica e dell’auto a guida autonoma. 

Acea, la fotografia dell’industria automobilistica Ue

Intanto l’Acea, l’Associazione che raggruppa sedici produttori automobilistici europei, ha fatto un bilancio di quello che è oggi l’industria europea del settore: occupa 13,8 milioni di lavoratori (direttamente e indirettamente), pari a circa il 6,1% della forza lavoro Ue complessiva, solo per l’Ue15 i veicoli a motore rappresentano una ‘raccolta’ di 428 miliardi di tasse. Il settore  inoltre genera un surplus commerciale di 84,4 miliardi per l’intera Unione europea e, soprattutto, i suoi investimenti annui in ricerca e sviluppo sono pari a 57,4 miliardi di euro, che è il più elevato contributo privato all’innovazione del continente (pari al 28% del totale).

A cura di: Fernando Mancini

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