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I tagli alle detrazioni colpiscono anche i bonus casa
Taglio netto delle detrazioni per i contribuenti che dichiarano non meno di 50 mila euro all'anno. È l'altra faccia dell'accorpamento tra i primi scaglioni dell'Irpef. Una misura che va a impattare - tra le altre cose - anche sui bonus relativi all'immobiliare.

La coperta della spesa pubblica è sempre più corta, per cui i tagli alle imposte sul reddito – concentrate soprattutto sulle fasce medie e basse dei contribuenti – hanno spinto il governo a cercare risorse tra i benestanti, o quanto meno tali in base alle dichiarazioni dei redditi. Senza dimenticare che nel nostro Paese sopravvive una vasta schiera di evasori fiscali, che solo nel 2021 (ultimo dato disponibile) hanno evitato versamenti per 83,6 miliardi di euro, di cui circa 73,2 miliardi di mancate entrate tributarie e 10,4 miliardi di mancate entrate contributive.
Salve solo le spese sanitarie
Il decreto legislativo che ha accompagnato la manovra di Bilancio 2024 prevede un taglio lineare di 260 euro alle detrazioni per chi ha un reddito complessivo superiore a 50 mila euro. In particolare, la tagliola incide sulle spese mediche al 19%, con l’eccezione di quelle afferenti alle spese sanitarie; le erogazioni liberali a favore di Onlus e di iniziative umanitarie, religiose o laiche; le erogazioni liberali a favore di partiti politici; le erogazioni liberali a favore di enti del terzo settore; i premi assicurativi per il rischio di eventi calamitosi. Le spese sanitarie, quindi, rimangono detraibili al 19% per la parte che eccede l’attuale franchigia di 129,11 euro (le vecchie 250 mila lire).
L’impatto sui bonus relativi ai lavori in campo immobiliare
Il taglio lineare riguarda, dunque, anche gli sconti fiscali sulla casa, come la detrazione per gli interessi passivi del mutuo per l'acquisto dell'abitazione principale, quella per le spese di intermediazione immobiliare e le assicurazioni vita sul mutuo. L’incidenza del taglio si moltiplica qualora le citate spese siano cointestate tra più soggetti con reddito oltre i 50 mila euro, ognuno dei quali subirà la riduzione dei 260 euro sul medesimo ammontare detraibile. Il taglio riguarda anche le spese per canoni di locazione sostenute da studenti universitari fuori sede, mentre restano salvi i bonus fiscali sugli interventi edilizi di ristrutturazione, ecobonus e superbonus compresi, non rientranti nell'ambito applicativo della disposizione.
Il taglio riguarda il solo 2024, per cui entro fine anno si tornerà a discutere e il provvedimento penalizzante potrebbe anche essere rivisto. Anche se non sembrano esservi grandi spazi di manovra considerato che dal 2025 entrerà in vigore il nuovo patto di stabilità e i Paesi con alto debito (l’Italia purtroppo spicca in questa classifica) dovranno iniziare il percorso di riduzione.
Boccata d’ossigeno per i contribuenti fino a 28 mila euro
Altre risorse – rispetto alle previsioni – sono state ottenute limitando la rivalutazione delle pensioni all’inflazione. In particolare, l’importo pieno alla luce del carovita è stato disposto per gli assegni fino a quattro volte il minimo, cioè a 2.271 euro lordo mensile. Quelle più alte hanno invece registrato una rivalutazione parziale, fino al minimo del 22% per quelle superiori a dieci volte il minimo.
La scelta dell’esecutivo si inquadra alla luce della riforma dell’Irpef, che tra le altre cose ha portato ad accorpare al 23% l’aliquota per i contribuenti fino a 28 mila euro. Di fatto, viene previsto il prelievo fin qui applicato solo ai percettori di redditi fino a 15 mila euro. Restano, invece, invariati gli altri scaglioni, con un’aliquota del 35% per i redditi da 28 mila a 50 mila euro, e del 43% per i redditi che superano i 50 mila euro. I benefici riguardano tutti, relativamente alla componente tra 15 mila e 28 mila euro, con l’eccezione dei redditi sopra i 50 mila euro che vedono annullarsi il risparmio proprio alla luce del taglio lineare da 260 euro. Queste misure sono state finanziate per il solo 2024, con una dotazione di quattro miliardi e mezzo di euro, reperiti grazie al fondo per la riduzione della pressione fiscale.
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