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I prestiti in Italia tornano sopra i livelli del 2019
Rimbalzo congiunturale dopo la crisi del 2020 o avvio di un ciclo espansivo destinato a durare. Occorrerà attendere qualche trimestre per la risposta definitiva, ma intanto va registrato il buon andamento dei prestiti nell'annata 2020. Con diverse novità.

È ancora presto per dire se siamo di fronte a una crescita strutturale o soprattutto a un rimbalzo dopo le difficoltà del 2020, caratterizzato per larghi tratti dal lockdown, ma di certo c’è che tra le famiglie italiane sta tornando un po’ di fiducia verso il futuro.
La ricerca
Secondo il Barometro del Credito alle Famiglie, curato da Eurisc (il sistema di informazioni creditizie gestito da Crif), nel 2021 le richieste di finanziamenti sono balzate in avanti del 24% rispetto all’anno precedente. In particolare sono cresciute del 7,1% le richieste di prestiti personali (quelle che vengono fatte senza legarle a una particolare finalità, per cui chi riceve il finanziamento può impiegarlo a proprio piacimento), la categoria che maggiormente ha risentito degli impatti della pandemia.
Mentre vi è stato un vero e proprio boom (+36,1%) per i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi. Questi ultimi, che vengono concessi ad esempio per ristrutturare casa, iscriversi in palestra, comprare l’automobile o un ciclomotore, addirittura hanno fatto registrare volumi del 18,7% superiori a quelli del 2019. Il trend di crescita era scontato, alla luce del buon andamento dell’economia nazionale (il Pil italiano nel 2021 è cresciuto oltre il 6%) e come effetto rimbalzo dopo le difficoltà del 2020, ma pochi avrebbero scommesso solo pochi mesi fa su queste proporzioni.
Segnale di fiducia
Numeri che gli addetti ai lavori leggono positivamente, come un ritorno della fiducia, che poi è l’ingrediente fondamentale per sostenere consumi e investimenti. Se ci si indebita, è il ragionamento, significa che si è ottimisti in merito alla capacità di ripagare la somma ottenuta.
Così Maurizio Liuti, direttore corporate communication di Crif, parla di “un balzo significativo rispetto al 2020, quando la diffusione della pandemia aveva indotto le famiglie ad adottare un atteggiamento estremamente cauto e a posticipare o addirittura cancellare molti impegni di spesa”. Quindi aggiunge: “È importante segnalare come il saldo sia positivo anche rispetto al 2019, con una crescita pari a +1,8%. Nel complesso il comparto è trainato dalla vivacità dei prestiti finalizzati, non solo quelli a sostegno dell’acquisto di auto e moto ma anche quelli collegati ai consumi di elettronica, elettrodomestici e prodotti per l’efficientamento energetico, che sempre di più rappresentano un’area di interesse per gli italiani”.
Cala l’importo richiesto
A frenare l’entusiasmo arriva però il dato sull’importo medio dei finanziamenti richiesti, che nel 2021 si è attestato a quota 8.651 euro, in calo sia rispetto ai 9.124 euro del 2020 e ancor più se il confronto viene fatto con i 9.512 euro del 2019. Insomma, fiducia sì, ma anche prudenza, anche perché le incognite – sia sul fronte sanitario, sia a livello economico – non mancano.
Da Crif segnalano anche un’altra possibile chiave di lettura. Il calo è dovuto esclusivamente alla dinamica dei prestiti finalizzati e questo potrebbe indicare che sempre più spesso gli italiani chiedono un finanziamento anche per acquisti di valore contenuto grazie a condizioni di offerta appetibili. In un’era caratterizzata da tassi ai minimi storici, dunque, c’è maggiore propensione a indebitarsi.
Importi e scadenze più gettonati
Relativamente alla distribuzione dei prestiti per fascia di importo, il 53,5% del totale riguarda somme inferiori a 5mila euro, mentre nel 18,6% dei casi la somma richiesta è tra i 10mila e i 20mila euro.
Quanto alla durata del finanziamento, invece, prevale la fascia sopra i cinque anni, che assorbe il 22% di tutte le richieste. Infine, quanto alla fascia d’età, quella che maggiormente chiede prestiti è compresa tra i 45 e i 55 anni, che vale un quarto del totale.
Detto di quel che è stato, Crif si attende un ulteriore miglioramento del mercato tra crescita economica e attuazione del Pnrr, che porterà nuove risorse nel sistema economico nazionale.
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