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Effetto Covid: su consumi carburanti e vendite mezzi pesanti

Pubblicato il 03/08/2020
Effetto Covid: su consumi carburanti e vendite mezzi pesanti

Il mercato dell’auto continua a sfornare numeri che scontano gli effetti della crisi innescata dalla pandemia da coronavirus. La ridotta capacità di reddito degli italiani e il quadro economico (soprattutto in prospettiva) avvolto dall’incertezza continuano infatti a incidere da un lato sui consumi immediati e, dall’altro, sui programmi di investimento futuri. Nel dettaglio, l’effetto pandemico sui consumi di carburanti e sulle immatricolazioni di veicoli pesanti si sta rivelando particolarmente drammatico.

-32,6% la spesa per benzina e gasolio nel primo semestre

Nel primo semestre del 2020 la spesa per gli acquisti alla pompa di benzina e gasolio auto è calata di ben 9,4 miliardi di euro, ovvero del 32,6% su base tendenziale. Questo calo è dovuto, secondo l’analisi del Centro Studi Promotor (su dati del ministero dello Sviluppo Economico), soprattutto ad una forte riduzione dei consumi (-26,7%), riconducibile “essenzialmente alla pandemia e a una più modesta contrazione del prezzo medio alla pompa”, calato mediamente del 6,45% per la benzina e dell’8,55% per il gasolio.

Il ribasso del greggio ha influenzato sul prezzo alla pompa

I cali dei prezzi del primo semestre riflettono comunque anche l’andamento del costo del greggio, che ha determinato una tendenza negativa che ha caratterizzato tutto il periodo, per lasciare poi spazio - a partire da fine maggio - ad una tendenza di segno opposto, cioè a moderati aumenti dei prezzi alla pompa. In sintesi, secondo le rilevazioni settimanali, si è passati dai picchi di inizio gennaio (1,594 euro/litro per la benzina e 1,493 euro/litro per il gasolio), ai minimi di periodo di metà maggio (rispettivamente 1,357 e 1,247 euro). Nella rilevazione dello scorso 20 luglio la benzina quotava 1,405 e il gasolio 1,291 euro.

Quagliano, impatto pesante anche per le entrate del fisco

L’effetto pandemia, ha affermato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, “ha avuto un impatto molto pesante anche per il fisco che, per i mancati introiti delle accise e dell’Iva su benzina e gasolio venduto alla pompa, ha subito un calo del gettito che sfiora i 5 miliardi di euro, mentre la componente industriale, cioè la parte del prezzo alla pompa che va alla produzione e alla distribuzione dei due carburanti, ha subito una contrazione di 4,4 miliardi”.

A picco le vendite di mezzi pesanti e autobus

L’emergenza sanitaria ha inciso molto anche sulle vendite in Italia di veicoli pesanti (PTT, peso totale a terra, superiore a 16T) e autobus, indicate per il primo semestre di quest’anno in netto arretramento rispetto allo stesso periodo del 2019. In particolare, secondo l’analisi realizzata dal Centro Studi Continental (su dati Aci), le immatricolazioni di autocarri per trasporto merci sono diminuite del 25,7%, quelle di autoveicoli speciali del 15,8%, quelle di trattori stradali del 30,1% e quelle di autobus del 23,6%.

Solo due regioni in positivo: Campania e Puglia

Dal prospetto dei dati per regione risulta che nel settore degli autocarri pesanti per il trasporto merci vi sono solo due regioni che hanno archiviato il periodo con dati positivi: la Campania (+6,6%) e la Puglia (+1%). Tutte le altre hanno accusato ribassi a doppia cifra, compresi tra -10,5% del Lazio e il -54,5% del Molise. Nel comparto degli autoveicoli speciali hanno registrato un saldo positivo Abruzzo (+43,5%), Lazio (+45%), Toscana (+19,4%) e Trentino Alto Adige (+30,8%). Molise e Piemonte hanno chiuso il saldo in pareggio, mentre tutte le altre regioni in calo (si va dal -9,8% del Veneto al -74,2% del Friuli Venezia Giulia).

In tutte le regioni segno negativo per le vendite di trattori

Nel comparto dei trattori stradali, secondo l’elaborazione effettuata dal Centro Studi Continental, tutti i dati regionali sono in calo: dal -1,5% della Puglia al -68% del Friuli Venezia Giulia. Nel settore degli autobus, infine, i dati positivi vengono da Calabria (+46,8%), Campania (+14,9%), Trentino Alto Adige (+89,1%) e Veneto (+3,1%). Chiude in parità il bilancio l’Emilia Romagna, mentre le altre regioni fanno registrare cali compresi tra -2,7% del Piemonte e -60,9% delle Marche.

A cura di: Fernando Mancini

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