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Digital bonus per un'Italia sempre più connessa

Connessa al Superbonus 110%, l'agevolazione servirà a finanziare l’installazione della fibra ottica negli edifici. Esclusi i "plessi" in classe A1, A8, A9 e le case in corso di costruzione. Occhio anche agli abusi edilizi, alle difformità urbanistiche e alle variazioni dei lavori in corso d'opera.

Pubblicato il 02/07/2021
scia luminosa azzurra della fibra ottica con casetta disegnata
Con il Superbonus 110% è possibile finanziare l’installazione della fibra ottica

È stato soprannominato digital bonus, ma non si tratta della solita agevolazione per l’acquisto di computer o tablet, ma della possibilità di sfruttare il Superbonus 110% (pensato per interventi di efficientamento energetico e di riduzione del rischio sismico) per finanziare l’installazione della fibra ottica negli edifici.

Un passaggio che potrebbe aiutare le infrastrutture digitali a diffondersi in maniera più capillare nel Paese. D’altra parte, come illustra anche il rapporto Bes dell’Istat, il vento del cambiamento digitale è fortissimo: dieci anni fa a usare regolarmente Internet era il 43,9% della popolazione, oggi siamo a quota 69,2 per cento. Una crescita importante che però è frammentata e appesantita da un digital divide significativo tra Nord e Sud. Motivo per cui il Pnnr e le politiche del governo Draghi si sono concentrate sulla digitalizzazione.

Gli interventi

L’articolo 25 del decreto Semplificazioni spiega che rientrerebbero gli interventi di “infrastrutturazione digitale degli edifici o delle unità immobiliari, intesa come realizzazione di una infrastruttura fisica multiservizio passiva interna all’edificio o all’unità immobiliare, contenente reti di accesso cablate in fibra ottica con terminazione fissa o senza fili che permettono di fornire l’accesso ai servizi a banda ultralarga”.

Rientrerebbero nella categoria, oltre alle abitazioni, anche gli uffici e le industrie. Ma in base ai beneficiari del 110% rimarrebbero per ora esclusi gli edifici in classe A1, A8, A9 e le case in corso di costruzione.

Mentre rientrerebbero nella agevolazione alberghi, collegi, convitti, ospizi, conventi, seminari, caserme, case di cura e ospedali senza scopi di lucro. Una novità che potrebbe presto diventare realtà grazie a un emendamento in fase di conversione in Parlamento. La proposta della segretaria della commissione Trasporti della Camera, la deputata del Partito democratico Enza Bruno Bossio, dovrebbe, infatti, confluire in un emendamento del centrosinistra nel decreto Semplificazioni al vaglio di Montecitorio.

I rischi del 110%

In attesa che il digital bonus diventi realtà, è utile ricordare quali sono le condizioni che ne escludono il potenziale beneficio. Con il nuovo Dl Semplificazioni, infatti, è cambiato il perimetro normativo e si rischia di rimanere esclusi dalle agevolazioni fiscali.

La prima eccezione è il caso degli abusi edilizi o di difformità urbanistiche, condizione che potrebbe essere riscontrata con verifiche successive, anche a lavori iniziati e con Cila (Comunicazione di inizio lavori asseverata) preposta. Un caso in cui il Comune ha il potere di bloccare il cantiere.

Un altro limite è quello delle variazioni dei lavori in corso d'opera, che la Cila non ammette: se in cantiere si deve modificare qualche elemento sostanziale del progetto sarà necessario presentare una nuova comunicazione asseverata che abbia per oggetto proprio la variazione, annullando il titolo precedente. Caso in cui, però, possono aprirsi scenari complessi a livello fiscale, legati al collegamento tra lavori "trainanti" e "trainati".

Attenzione, poi, alla documentazione. La non completa compilazione del bonifico non permette il riconoscimento della detrazione.

A cura di: Gabriele Petrucciani

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