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Credito: accelerano ancora i prestiti ai privati
A febbraio i finanziamenti al settore privato sono cresciuti del 4,5 pct, sotto l’effetto sia dei prestiti alle famiglie sia di quelli concessi alle imprese non finanziarie. Nello stesso periodo è rallentata la crescita dei depositi, mentre sono saliti all’1,65 pct i tassi di interesse sui mutui.

Accelerano ulteriormente i prestiti al settore privato nel mese di febbraio, con gli italiani che tornano ad avere maggiore fiducia nel futuro, nonostante si continui a fare i conti con la pandemia. L’aumento dei finanziamenti finalizzati per l’acquisito di beni e servizi - rilevato da alcune recenti ricerche - confermano infatti che il Paese ha voglia di mettersi alle spalle in fretta il problema virus.
La vivacità della domanda di credito ha comportato un lieve aumento dei tassi di interesse che, però, continuano a girare poco sopra i recenti minimi. È la fotografia che emerge dal nuovo report ‘Banche e moneta, serie nazionali’ di Banca d’Italia.
+4,5% i finanziamenti al settore privato
Nel complesso, in febbraio i prestiti al settore privato, corretti per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, sono cresciuti del 4,5 per cento sui dodici mesi, performance che si confronta con il +4,3 consolidato nel mese precedente.
I prestiti alle famiglie, in particolare, sono aumentati del 2,4 per cento sui dodici mesi (+2,2 in gennaio) mentre quelli alle società non finanziarie sono cresciuti del 7,6 per cento (+7,3 nel mese precedente).
Ritmo più lento sul fronte dei depositi
I depositi del settore privato – sempre in febbraio - sono cresciuti dell’11,3 per cento sui dodici mesi, in rallentamento rispetto al +12,3 di gennaio e poco sopra all’11,1% registrato a dicembre. Il quadro rivela che tra gli italiani c’è sì la tendenza ad aver un atteggiamento ancora all’insegna della prudenza, ma anche il desiderio di iniziare a spendere dopo molti mesi di restrizioni.
Frena la raccolta obbligazionaria
La raccolta obbligazionaria, secondo i dati forniti da Via Nazionale, è diminuita del 6 per cento sullo stesso periodo dell’anno precedente (-6,4 in gennaio). Nello stesso mese le sofferenze sono diminuite del 19 per cento sui dodici mesi (in gennaio la riduzione era stata del 19,3 per cento): questa variazione, precisa il report, può risentire dell’effetto di operazioni di cartolarizzazione.
I tassi sui mutui salgono all’1,65
La vivacità che ha contraddistinto negli ultimi mesi il mercato immobiliare è stato forse uno dei motivi del timido ‘risveglio’ registrato dai tassi d’interesse. In febbraio, secondo le rilevazioni di Banca d’Italia, i saggi applicati sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, si sono infatti collocati all’1,65 per cento, in rialzo dall’1,61 per cento di gennaio).
In ascesa anche quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo, all’8,11 per cento dall’8,03 per cento del mese precedente. I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari all’1,15 per cento (1,17% in gennaio), quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari all’1,83 per cento, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati allo 0,69 per cento. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,33 per cento (0,32%).
Le banche possiedono 434,86 mld di titoli di Stato
Per quanto riguarda i titoli in portafoglio emessi da residenti in Italia (diversi da azioni e partecipazioni), le banche italiane nel mese di febbraio possedevano titoli di Stato italiani per un ammontare di 434,87 miliardi di euro (426,54 miliardi in gennaio). Ancora una volta si conferma che buona parte di questo portafoglio, secondo le tabelle di Banca d’Italia, sia rappresentata dai Btp: a febbraio sono aumentati a 305,38 miliardi (300,73 miliardi mese precedente). Al secondo posto della classifica ci sono i Cct con 68,27 miliardi (67,41 miliardi). I Bot detenuti ammontavano a 17,39 miliardi (15,22 miliardi) e i Ctz a 15,43 miliardi (14,48 miliardi).
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