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Carovita: spesa delle famiglie cresciuta di 4mila euro in due anni
I prezzi alti hanno fatto aumentare (+18,5%) la spesa delle famiglie nel biennio 2021-2023. Colpa dell’inflazione, che si è anche mangiata (-12,5%) ricchezza e risparmi degli italiani. Per i nuclei familiari in difficoltà, ecco come trovare il prestito con tasso più basso.
Bollette luce e gas alle stelle. Prezzi di zucchero, riso, olio di oliva, latte a lunga conservazione e burro in forte rialzo. Così come le tariffe dei biglietti aerei. Il carovita si è abbattuto come una stangata sulle famiglie da nord a sud della Penisola. La spesa è aumentata di 4.039 euro nell’arco di 24 mesi. La causa? L’impennata dell’inflazione (+14,2%) nel biennio 2021-2023 che ha svuotato le tasche degli italiani.
La Cgia di Mestre, l’associazione degli artigiani e delle piccole imprese, ha rilevato che la spesa annuale delle famiglie in termini correnti era di 21.873 euro nel 2021. Nel 2023 è stata di 25.913 euro: una crescita del +18,5%. Negli ultimi due anni l’incremento medio mensile è stato di 337 euro.
Potere d’acquisto mai così basso da 25 anni
Un biennio nero per le famiglie italiane. L’aumento generalizzato dei prezzi ha provocato una perdita di potere d’acquisto che non si registrava da 25 anni. Negli ultimi 24 mesi numerosi nuclei familiari hanno speso di più e hanno portato a casa un numero di beni e di servizi inferiore.
Passando sotto la lente d’ingrandimento le singole voci di spesa, secondo l’analisi della Cgia di Mestre, è emerso che gli aumenti più importanti avvenuti tra il 2021 e il 2023 hanno interessato i biglietti aerei dei voli internazionali (+106,1%), le bollette dell’energia elettrica (+93,1%), i ticket dei voli aerei nazionali (+65,4%), le bollette del gas (+62,5%), lo zucchero (+61,7%), il riso (+48,2%), l’olio di oliva (45,5%), il latte a lunga conservazione (+37,4%) e il burro (+37%). Per contro, c’è da osservare che i prodotti che hanno subito una riduzione di prezzo sono stati i televisori (-28,6%), così come i telefoni cellulari (-12%).
L’inflazione divora risparmi e ricchezza delle famiglie
L’inflazione elevata non ha solo alleggerito il portafoglio degli italiani, ma si è mangiata anche i risparmi. La fotografia scattata da Istat e Banca d’Italia non è incoraggiante. In una nota l’Istituto di statistica e Bankitalia hanno spiegato che, a fine 2022, la ricchezza netta delle famiglie italiane è stata pari a 10.421 miliardi di euro. Rispetto al 2021 è scesa dell’1,7% in termini nominali, dopo tre anni di crescita. In termini reali, il calo è stato più marcato: -12,5%. Il rapporto tra la ricchezza netta e il reddito lordo disponibile è sceso da 8,7 a 8,1, tornando ai livelli del 2005.
La casa rappresenta quasi la metà della ricchezza lorda
“L’aumento delle attività non finanziarie nel 2022 (+2,1%) ha riflesso soprattutto quello del valore delle abitazioni, che ha registrato il più elevato tasso di crescita dal 2009; il peso di questa componente sul totale della ricchezza lorda ha raggiunto il 46,3%”, si legge nel report. E ancora: “Le attività finanziarie si sono contratte del 5,2%, principalmente per effetto della riduzione del valore delle azioni e degli strumenti del risparmio gestito”. Per quanto riguarda “la crescita delle passività finanziarie (+2,8%) è riconducibile soprattutto alla componente dei prestiti”.
Prestiti: ecco come trovare il tasso più basso
Il carovita ha fatto lievitare la spesa media delle famiglie. L’inflazione alta ha eroso ricchezza e risparmi frutto dei sacrifici degli italiani. In sintesi, il quadro dipinto dai numeri di Cgia di Mestre, da un lato, e da Istat e Bankitalia, dall’altro, è a tinte fosche.
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