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Cambio in corsa per il bonus da 600 euro per autonomi e partite Iva

Pubblicato il 10/04/2020
Cambio in corsa per il bonus da 600 euro per autonomi e partite Iva

 

Cambio in corsa sul bonus da 600 euro per autonomi e partite Iva che hanno subito un arresto o una diminuzione dell'attività lavorativa a causa dell'emergenza Coronavirus. Il Dl liquidità appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale ha di fatto ristretto la platea degli aventi diritto all'assegno introdotto dal decreto Cura Italia, e ha così congelato l'erogazione per le oltre 500mila domande già inoltrate, che in alcuni casi sarebbe già dovuta arrivare dopo il 10 aprile.

Chi ha ora diritto al bonus

Il Decreto legge ha infatti stabilito che possono ricevere il bonus solo coloro che sono iscritti “in via esclusiva” alle Casse di previdenza private e che non sono titolari “di trattamento pensionistico”.

La prima precisazione esclude di fatto tutti coloro che oltre all'attività da autonomi svolgono anche un'attività di lavoro dipendente. Questo ha imposto lo stop all'erogazione per le domande già pervenute, molte delle quali potrebbero risultare inidonee a ricevere il bonus nel caso in cui il richiedente abbia anche un rapporto di lavoro dipendente. Probabilmente le domande già inviate andranno integrate, ma si attendono delucidazioni su questo fronte.

La seconda precisazione, invece, esclude dalla platea degli aventi diritto non soltanto ai titolari di pensione diretta, cioè che ricevono l'assegno di anzianità o di vecchiaia, ma anche chi riceve la pensione di reversibilità.

La buona notizia è che, stando alle dichiarazioni del governo, con l'arrivo del Decreto Aprile l'assegno dovrebbe essere aumentato. Il sottosegretario dell’Economia Pier Paolo Baretta ha infatti dichiarato a Radio24 che “i 600 euro li porteremo a 800 euro, tutti li avranno”, se ne avranno diritto.

Come funziona il bonus

A partire dal primo aprile 2020, chi ne ha diritto può inoltrare la domanda per il bonus da 600 euro all'Inps o alle rispettive Casse di previdenza. La domanda all'Inps si può fare telematicamente con il Pin, lo Spid, la Carta nazionale dei servizi o la carta di identità elettronica; in assenza di Pin, si può chiedere un Pin semplificato con una riduzione dei tempi. In alternativa è possibile chiedere il bonus tramite il Contact center o attraverso i patronati.

Il bonus non è tassato e non contribuisce alla formazione del reddito. Inoltre non dà luogo a contribuzione figurativa. L'Inps ha anche ricordato che il bonus non è cumulabile con altre forme di sostegno, e non può essere richiesto da chi percepisce reddito di cittadinanza o Ape sociale.

Un aiuto alle famiglie: i buoni spesa

Tra le misure che il governo sta mettendo a punto per aiutare i cittadini ad affrontare le difficoltà legate all'emergenza Coronavirus, ci sono anche 400 milioni messi a disposizione dei Comuni per creare “buoni spesa” ed erogazione di generi alimentari riservati alle famiglie maggiormente in difficoltà. L'80% delle risorse è stato distribuito ai Comuni sulla base della popolazione residente, mentre il restante 20% è stato assegnato alle zone a reddito pro capite più basso rispetto alla media nazionale.

Le modalità di erogazione sono stabilite dal Comune ed è quindi necessario far riferimento al proprio ente locale di appartenenza (magari guardando sul sito) per capire come funzionano i buoni nel caso specifico e se si ha diritto di usufruirne.

In generale, i buoni spesa sono dei buoni utilizzabili solo per prodotti alimentari e generi di prima necessità, da utilizzare nei punti vendita individuati da ciascun Comune. Nell'annunciare la misura, il premier Giuseppe Conte aveva sollecitato le catene della grande distribuzione a praticare uno sconto (del 5-10%) a chi paga con buoni spesa, per aiutare ulteriormente le famiglie bisognose.

A cura di: Gaia Giorgio Fedi

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