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Auto: il Coronavirus fa crollare le vendite a marzo

Pubblicato il 09/04/2020
Auto: il Coronavirus fa crollare le vendite a marzo

I numeri sulle immatricolazioni di auto di marzo sono pesanti. L’impatto che ha avuto la pandemia da Covid-19 sulle vendite di veicoli non ha colto molto di sorpresa, ma è stata fotografata una situazione così drammatica che sono gli addetti ai lavori a lanciare subito un grido di allarme: sono necessari – dicono - immediati aiuti finanziari alla filiera e un piano per fare ripartire la domanda. Lo scorso mese le immatricolazioni di autovetture in Italia hanno subito un calo dell’85,4%, attestandosi a quota 28.326 unità. Ovvero il Paese è tornato sui livelli paragonabili ai primi anni ’60 del secolo scorso, quando il processo di motorizzazione di massa nello Stivale stava muovendo i primi passi.

Previsioni negative anche per i prossimi mesi

Cos’è successo lo spiega il Centro studi Promotor, secondo cui “la drammatica caduta delle vendite è interamente dovuta all’emergenza Coronavirus e al conseguente blocco della stragrande maggioranza delle attività produttive”. E l’orizzonte non è destinato a cambiare tanto presto: le previsioni per i prossimi mesi sono, infatti, “di cali analoghi o superiori fino a che durerà l’emergenza”. L’inchiesta rivela che dal fronte dei concessionari “emerge un quadro assolutamente allarmante: la quasi totalità degli interpellati denuncia una caduta verticale nell’acquisizione degli ordini e attende mercato in forte calo nei prossimi mesi”.

Concessionari, difficile prevedere quando l’emergenza finirà

Questo mood è sintetizzato molto bene dall’indicatore che misura la fiducia dei concessionari, determinato dal Centro Studi Promotor, crollato in marzo a 4,30 punti dai 25,10 di febbraio. Per fare una previsione sul possibile andamento dell’intero 2020 occorre prevedere quando l’emergenza finirà: operazione che in questo momento, ammettono gli esperti, appare assolutamente azzardata. “È lecito comunque ritenere che – secondo la nota - il calo del mercato dell’auto nel 2020 sarà comunque veramente severo e dipenderà sia da come verrà affrontata l’emergenza nei prossimi mesi, sia dalle misure che saranno adottate per rilanciare la domanda a emergenza finita”.

Quagliano, urgono aiuti pubblici alla filiera

A questo punto, sostiene Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, è “assolutamente necessario che i pubblici poteri intervengano immediatamente per scongiurare il rischio che la filiera della distribuzione dell’auto subisca danni irreversibili”. In particolare, spiega, come ha affermato Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, “i concessionari hanno assoluto bisogno di un’immediata iniezione di liquidità per evitare il dissesto di moltissime aziende, dato che la distribuzione di un prodotto costoso come l’auto, ma con margini limitati, comporta un grande impegno finanziario”.

Cogliere l’attimo per svecchiare il parco auto

È utile mettere a punto già ora gli strumenti per rilanciare la domanda. “In sostanza – sottolinea Quagliano - bisogna prevedere senza indugio un meccanismo di incentivazione della domanda in grado di favorire, non solo l’acquisto di auto verdi, ma anche di auto ad alimentazione tradizionale di ultima generazione a fronte della rottamazione di modelli di generazioni precedenti, non escludendo la rottamazione incentivata di auto usate molto inquinanti con auto usate più recenti”. Il modello suggerito è quello utilizzato nel 1997 quando gli incentivi ebbero effetti significativi, con costi interamente coperti dal maggior gettito Iva sulle auto vendute, con la mobilitazione di una parte dell’ingente patrimonio costituito dal risparmio dei privati e con un contributo allo sviluppo del Pil, stimato da Banca d’Italia, in 0,4 punti percentuali.

A cura di: Fernando Mancini

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