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Bonus verde: come funziona e chi ne ha diritto

Si chiama bonus verde e deve essere chiesto entro fine anno. Introdotto dalla Legge di Bilancio 2021, dà diritto a una detrazione del 36% delle spese sostenute per tutto quello che ha un'impronta green su un limite di 5mila euro per unità immobiliare. Il massimo detraibile è di 1.800 euro.

Pubblicato il 26/08/2021

Aggiornato il 06/04/2022

casa fatta di siepe verde su un foglio con disegnato il progetto di una casa
Tutte le informazioni sul bonus verde

Giardini pensili, pozzi, grandi potature, riqualificazione dei prati, impianti di irrigazione. Anche “il verde” privato, nel suo senso più ampio, finisce nella dichiarazione dei redditi. La Legge di Bilancio 2021 prevede infatti la possibilità di detrarre il 36% delle spese sostenute per tutto quello che ha un'impronta "green", come la sistemazione di terrazze e di aree scoperte private, comprese le pertinenze e le recinzioni. Si tratta in concreto di interventi extra ordinari e di progettazione e manutenzione connesse a questi interventi.

Come funziona la detrazione

L’agevolazione fiscale del 36%, valida fino al 31 dicembre 2024, è divisa in 10 tranches annuali e si calcola su un limite di spesa di 5mila euro per unità immobiliare a uso abitativo. Il beneficio fiscale massimo sarà dunque di 1.800 euro ed esclude tutti i negozi e uffici. Tant'è che la detrazione si dimezza se gli interventi riguardano immobili residenziali vicini a uffici o negozi.

Chi ha diritto al bonus verde

Il bonus verde può essere richiesto dal proprietario dell’immobile, dal nudo proprietario, da chi ha l’usufrutto, dall'inquilino in affitto, da chi ha l’immobile in comodato, dalle case popolari, nonché dagli enti (pubblici o privati) che pagano l’Ires. Se gli interventi riguardino parti condominiali comuni la detrazione si divide tra i condomini in base alle quote millesimali e con il requisito di essere in regola con i pagamenti.

I casi di esclusione

Sono escluse dalle detrazioni la manutenzione ordinaria e l’acquisto di attrezzature specifiche, oltre alla manutenzione ordinaria di giardini già esistenti che non produce alcun lavoro innovativo o modificativo di quanto indicato nel precedente paragrafo.

La documentazione richiesta

Tutte le spese devono essere documentate con pagamenti tracciabili, che quindi dovranno essere effettuati tramite bancomat, carte di credito, bonifico bancario o postale, e assegno non trasferibile. Nel documento deve essere indicato il codice fiscale del soggetto beneficiario del bonus e dovrà essere descritto il lavoro per cui si richiede la detrazione.

Dovrà essere inoltre allegata una autocertificazione secondo cui le spese non eccedono il limite massimo ammissibile. In caso di lavori condominiali è necessaria anche una dichiarazione dell’amministratore che certifichi il pagamento effettuato dal condominio e l'ammontare della detrazione.

I casi speciali

Se la casa o l’immobile viene venduto con la detrazione ancora in corso, il bonus si trasferisce al nuovo acquirente. Il bonus verde può essere richiesto anche per due anni consecutivi se i lavori sono diversi tra loro (grandi potature e giardini pensili, per esempio).

Il bonus verde non vale per piscine e fontane, spese che possono invece godere del bonus ristrutturazioni. Tramite le Faq, l’Agenzia delle Entrate ha spiegato che gli interventi devono avere natura straordinaria. Per questo sono agevolabili sia la sistemazione a verde che non era precedentemente esistente sia la sistemazione a verde con conseguente rinnovamento di un giardino già esistente: anche l’acquisto di semplici piante in vasi è quindi agevolabile, ma a condizione che queste opere vengano inserite in un più vasto intervento di sistemazione. Il Fisco chiarisce poi che alberi, piante, vegetali e così via, possono essere acquistate anche da un soggetto differente da quello che esegue i lavori.

A cura di: Gabriele Petrucciani

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