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Bonus mamme, via alla comunicazione diretta all'INPS
Le madre lavoratrici dipendenti possono comunicare anche direttamente all'INPS i dati per l'esonero contributivo, il cosiddetto Bonus mamme. Quest'anno, in via sperimentale, il beneficio è stato esteso anche a coloro che hanno due figli fino al decimo anno del figlio più piccolo.

Novità per le madri lavoratrici dipendenti. Ora potranno infatti comunicare direttamente all’INPS i dati per l’esonero contributivo, noto come Bonus mamme, valido fino alla fine del 2026. A renderlo noto è proprio l’Istituto di previdenza che avvisa anche le destinatarie della misura che, in assenza di comunicazione dei dati entro sette mesi, il beneficio non sarà più concesso.
L’agevolazione tocca alle madri lavoratrici dipendenti con almeno 3 figli, di cui uno minorenne. Solo per quest’anno, in via sperimentale, il beneficio è stato esteso anche a coloro che hanno due figli fino al decimo anno del figlio più piccolo.
A chi spetta l'agevolazione?
La Legge di Bilancio 2024 ha previsto il Bonus mamme, ovvero l’esonero della contribuzione previdenziale fino a un massimo di 3.000 euro annui da riparametrare su base mensile. Questa misura riguarda tutte le dipendenti del settore pubblico e privato con contratto a tempo indeterminato. Rientrano in questa categoria anche coloro che sono impiegate nel comparto agricolo, in somministrazione e in apprendistato. Sono escluse, invece, le lavoratrici domestiche.
Se la nascita del secondo figlio avviene nel corso dell’anno, il bonus mamme sarà concesso dal mese di nascita fino al compimento del 18esimo anno dell’ultimo figlio. In particolare, sia nel 2025 che nel 2026 l’agevolazione sarà infatti assegnata dalla nascita del terzo figlio e avrà fine con il compimento del diciottesimo anno dell’ultimo figlio. Possono usufruire del beneficio anche le lavoratrici con bambini in adozione o in affido, in virtù della parificazione alla filiazione degli istituti di adozione e affidamento. Il beneficio per tutte le lavoratrici dipendenti sarà riconosciuto solo per i mesi non coperti da congedo di maternità.
Quando e quanto spetta?
L’esonero della contribuzione è pari al 100% della quota di contributi previdenziali per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti posta a carico della lavoratrice, nel limite massimo annuo di 3.000 euro, riparametrato su base mensile.
Per accedere alla misura le lavoratrici interessate all’agevolazione dovranno rivolgersi ai propri datori di lavoro, comunicando la volontà di avvalersi dell’esonero, rendendo noti il numero dei figli e i relativi codici fiscali, oppure possono utilizzare la funzionalità resa disponibile sul portale, comunicando dunque direttamente all'INPS i dati per l'esonero contributivo. Nel primo caso i datori di lavoro esporranno nelle denunce retributive l’esonero spettante alla lavoratrice.
Dal momento che il bonus mamme è un esonero contributivo, il beneficio sarà visibile direttamente in busta paga. Questa misura, valida dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, spetta alle lavoratrici dipendenti fino al compimento del 18° anno di età del figlio più piccolo, per le madri di 3 figli e fino al compimento del 10° anno di età del figlio più piccolo, per le madri di 2 figli ma solo per il 2024.
L’esonero è stato già assegnato da gennaio 2024 se i requisiti sussistevano a tale data altrimenti il beneficio spetterà dal mese di nascita del secondo/terzo figlio o dal mese di instaurazione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, nel caso la donna fosse già madre di due/tre figli, ma non avesse ancora un lavoro dipendente o lo avesse a tempo determinato.
Possono accedere alla misura anche tutte le lavoratrici madri, in possesso di requisiti, che sono iscritte a una cassa diversa da INPS. L’applicazione dell’esonero – fa sapere l’Istituto di previdenza - lascia, comunque, ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche. Non ci sarà dunque per le beneficiarie dell’agevolazione alcuna penalizzazione sull’assegno pensionistico.
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