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Bonus dipendenti pubblici 2025: importi, requisiti e tempistiche

Per ottenere il bonus dipendenti pubblici 2025 non è necessario presentare alcuna domanda, perché l’importo sarà accreditato a partire da giugno 2025 automaticamente dall’amministrazione di appartenenza, sulla base dei dati disponibili nel sistema informativo delle pubbliche amministrazioni.

Pubblicato il 29/05/2025
una mano scrive la parola bonus con un pennarello celeste
Bonus dipendenti pubblici 2025: importi e requisiti

Con l’approvazione definitiva del decreto in Consiglio dei Ministri, il governo ha introdotto un nuovo bonus una tantum destinato ai dipendenti pubblici, con un importo che può arrivare fino a 1000 euro.

La misura, prevista per giugno 2025, ha l’obiettivo di sostenere il potere d’acquisto del personale statale in una fase economica ancora incerta, segnata da inflazione contenuta ma persistente e da una crescita salariale non sempre uniforme.

L’intervento si inserisce nel quadro delle misure di accompagnamento alla prossima legge di Bilancio, e punta a riconoscere l’impegno del personale pubblico, in particolare delle fasce retributive più basse. Ma vediamo più nel dettaglio a chi spetta il bonus, come sarà erogato e quali sono le condizioni previste.

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I requisiti e gli importi del bonus dipendenti pubblici 2025

L'agevolazione sarà riconosciuta ai lavoratori dipendenti della pubblica amministrazione con un reddito lordo complessivo non superiore a 35.000 euro annui e varierà in base al livello di reddito, secondo la seguente modalità:

  • per chi percepisce un reddito lordo annuo fino a 28.000 euro, il bonus sarà pari a 1000 euro;
  • per chi ha un reddito lordo compreso tra 28.000 e 35.000 euro, l’importo scende a 700 euro.

Non sono previsti contributi per chi supera la soglia di 35.000 euro, visto che l’obiettivo è indirizzare le risorse disponibili verso le fasce retributive più fragili del settore pubblico.

Il personale che potrà beneficiare della misura comprende:

  • dipendenti amministrativi di Comuni, Regioni ed enti locali;
  • docenti e personale tecnico-amministrativo delle scuole;
  • operatori delle forze di polizia e comparto sicurezza (nei limiti di reddito previsti);
  • lavoratori di ministeri, agenzie centrali e enti pubblici non economici.

Restano invece esclusi:

  • i dipendenti pubblici con reddito annuo superiore a 35.000 euro;
  • i lavoratori del settore privato;
  • i pensionati e i titolari di altri trattamenti non riconducibili a lavoro dipendente pubblico.

Quando arriva il bonus dipendenti pubblici 2025?

L'erogazione dell'assegno avverrà in un’unica soluzione a partire dal mese di giugno 2025, direttamente nella busta paga. Non è necessario presentare alcuna domanda, ma sarà accreditato automaticamente dall’amministrazione di appartenenza, sulla base dei dati disponibili nel sistema informativo delle pubbliche amministrazioni.

L’intento del governo è di garantire un sostegno immediato, senza aggravi burocratici per i lavoratori. Per la misura è stato stanziato un fondo ad hoc che dovrebbe coprire oltre un milione di beneficiari.

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Perché nasce il bonus dipendenti pubblici 2025?

Negli ultimi anni, anche i dipendenti pubblici hanno subìto gli effetti dell’inflazione e del rallentamento della crescita salariale, con un impatto visibile soprattutto tra le fasce più basse. Secondo i dati Istat, tra il 2021 e il 2024 il costo della vita è aumentato di oltre il 10%, mentre gli adeguamenti stipendiali per il comparto pubblico non sempre hanno seguito lo stesso ritmo, specie per le categorie con contratto bloccato o in fase di rinnovo.

Il bonus, dunque, non sostituisce il rinnovo contrattuale – che resta all’attenzione dei tavoli negoziali – ma ne rappresenta una misura tampone temporanea, destinata a dare respiro immediato a una parte consistente dei lavoratori pubblici.

Bonus statali: il confronto con altre misure

L’introduzione del bonus segue una logica già adottata negli anni scorsi con i cosiddetti “bonus anti-inflazione”, riconosciuti ai dipendenti pubblici o a determinate categorie di lavoratori. La novità, questa volta, risiede nell’importo più elevato e nella chiarezza dei criteri di assegnazione, che si concentrano esclusivamente su due fasce di reddito.

A differenza del bonus 200 euro del 2022 (previsto per tutti i lavoratori dipendenti con reddito fino a 35.000 euro), quello di giugno 2025 introduce una differenziazione dell’importo sulla base del reddito e non riguarda il settore privato. Tuttavia, è possibile che nei prossimi mesi vengano studiate misure simili per altri comparti, compatibilmente con le risorse a disposizione.

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Cessione del quinto dello stipendio: un’opportunità per i lavoratori pubblici

Il bonus dipendenti pubblici rappresenta un segnale di attenzione verso una categoria centrale per il funzionamento del Paese. Pur trattandosi di una misura temporanea, può contribuire a sostenere i redditi più bassi e a riaprire il dialogo sulle riforme strutturali del pubblico impiego.

A favore della categoria, la legge prevede strumenti alternativi per andare incontro alle esigenze di chi ha un pubblico impiego e necessita di risorse da impiegare per spese quotidiane o straordinarie.

La cessione del quinto presenta di fatto tassi di interesse di gran lunga sotto la media: nel secondo trimestre del 2025, i dati dell’Osservatorio di PrestitiOnline.it sulla cessione del quinto dipendenti pubblici hanno registrato un tasso minimo per le migliori offerte del 4,52%, di gran lunga inferiore al 6,90% di un classico prestito personale. Per trovare le migliori cessioni del quinto per dipendenti pubblici basta richiedere un preventivo sul comparatore.

Il peso sulla finanza pubblica del bonus statale

Il costo complessivo dell’intervento è stato stimato in circa 1,1 miliardi di euro, finanziato con risorse extra previste nella prossima manovra estiva. Il Governo ha assicurato che la misura non inciderà sul deficit oltre i margini concordati a livello europeo, ma è evidente che si inserisce in un contesto economico delicato, in cui ogni misura espansiva deve essere realizzata con attenzione.

Va ricordato che la spesa per il personale pubblico rappresenta una voce significativa nel bilancio dello Stato: secondo il Documento di finanza pubblica 2025, pesa per oltre il 10% della spesa corrente primaria. Interventi come questo vanno quindi letti anche in chiave strategica, come parte di una politica di fidelizzazione e stabilizzazione del capitale umano nella PA.

A cura di: Paola Campanelli

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