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Auto Ue: giugno ancora difficile per le vendite

Pubblicato il 22/07/2020
Auto Ue: giugno ancora difficile per le vendite

Il mercato automobilistico europeo versa ancora lacrime nel post-coronavirus. In giugno c’è stato, infatti, un nuovo pesante calo delle immatricolazioni di vetture: nell’area Occidentale (Ue+Efta+GB) sono state registraste appena 1,13 milioni di unità, in arretramento del 24,1% su base tendenziale. E il consuntivo della prima metà dell’anno dà l’esatta misura della difficile situazione che attraversa il settore: le vendite tra gennaio e giugno sono crollate del 39,5% a 5,1 milioni di auto. Un ‘ritardo’ che difficilmente potrà essere recuperato nel secondo semestre senza robusti incentivi all’acquisto e bonus alla rottamazione.

Ripresa lenta e accidentata

Lo prevede Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, secondo cui rispetto al calo di maggio (-56,8%), “il mercato europeo dell’auto in giugno è ripartito, ma una vera ripresa è ancora lontana e per colmare il divario con il 2019 il percorso è lungo e accidentato”. Tra l’altro, aggiunge, “il consuntivo del primo semestre vede tutti i mercati dell’area in profondo rosso, con un calo minimo del 21,4% in Finlandia e uno massimo del 54,4% in Croazia”. Per dare garanzie ai lavoratori del settore e una prospettiva a tutte le aziende che gravitano attorno al settore l’unica strada è dunque quella delle agevolazioni.

Unico segno più è della Francia, grazie ai bonus

Una strada che è stata già percorsa con successo dalla Francia, unico Paese in Europa a scrivere a giugno il segno più nelle vendite: +1,2% annuo. “È il primo effetto – secondo l’analisi di Promotor - del massiccio piano di incentivi varato dal Governo del Presidente Macron, che ha destinato al sostegno dell’auto ben 8 miliardi”.  Nel saldo dei primi sei mesi anche il mercato francese è tuttavia ancora in profondo rosso, come gli altri quattro grandi mercati che coprono il 68,7% delle immatricolazioni dell’area. Il bilancio di metà anno vede -50,9% in Spagna, -48,5% nel Regno Unito, -46,1% in Italia, -38,6% in Francia e -34,5% in Germania.

L’Italia aspetta gli incentivi, dal primo di agosto

Per quanto riguarda l’Italia, fa notare ancora Gian Primo Quagliano, “il terreno da recuperare è ancora moltissimo e non conforta certo il fatto che, mentre Francia, Germania ed altri Paesi europei hanno già in vigore incentivi significativi per il rilancio del settore dell’auto, il Decreto Rilancio non prevedeva incentivi alla rottamazione per le vetture ad alimentazione tradizionale, che nel 2019 rappresentavano il 92,4% delle immatricolazioni”. Lacuna poi colmata con un emendamento che prevede incentivi anche per le vetture Euro 6: questo provvedimento entrerà in vigore però soltanto dal primo di agosto.

Promotor, ma il Governo deve fare di più

Aspettando l’entrata in vigore delle agevolazioni, secondo il presidente di Promotor, “è quindi lecito attendersi che le immatricolazioni in questo luglio saranno ancora al di sotto di quelle dello stesso mese del 2019”. Ed è comunque il caso di sottolineare, aggiunge ancora Quagliano, “che gli incentivi previsti dalla conversione in legge del Decreto Rilancio avranno un ruolo importante, ma per un rilancio vero del mercato italiano dell’auto già nel corso del 2020 occorre che il Governo approvi senza ulteriori indugi anche altre misure realmente efficaci per rilanciare l’economia”.

Le performance dei singoli marchi

Scendendo nei dettagli (secondo i dati Acea), il numero uno del continente, la tedesca Volkswagen, ha venduto in giugno 229mila unità, in calo del 24,8% annuo. In sintonia anche il trend delle immatricolazioni del gruppo italo-statunitense Fca (-28,4%) con 60.986 vetture e del prossimo partner francese Psa (-28,3%) a 148.546 unità. Tra gli altri big europei, perdite più contenute per Renault (-15,7%) e Daimler (-16%). Per quanto riguarda il gruppo Fca, il marchio Fiat a giugno ha registrato 44mila auto vedute (-26,3%), mentre risulta più ampio il calo del marchio Jeep (-35%) e più contenuto quello di Lancia/Chrysler (-19,4%).

A cura di: Fernando Mancini

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