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A maggio le famiglie sono tornate a chiedere prestiti personali

Pubblicato il 21/07/2020
A maggio le famiglie sono tornate a chiedere prestiti personali

Le famiglie hanno smesso di consumare e anche di chiedere prestiti personali nel lockdown. Un effetto della chiusura, ma anche dello stato di profonda incertezza generato dalla paura del virus e da quella di non arrivare a fine mese. Ma a maggio soprattutto la categorie del prestiti finalizzati ricomincia a crescere.

A maggio segnali di ripresa per il credito al consumo

Partiamo dai numeri. Dalle elaborazioni effettuate sul patrimonio informativo di EURISC - il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF, le richieste di prestiti personali sono a inizio maggio quelle che restano più deboli: con volumi pari al -66% di quelli precedenti al lockdown. Tra tutte le forme tecniche considerate, è quella che complessivamente ha risentito maggiormente della situazione emergenziale, con la pandemia globale che plausibilmente indotto le famiglie ad adottare un atteggiamento attendista e prudente.

Schizzano i prestiti finalizzati

Dinamica molto diversa è quella fatta registrare dai prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (quali auto, moto, arredamento, elettronica, elettrodomestici, impianti per l’efficientamento energetico della casa, spese mediche, palestre, tempo libero, etc.).

Nello specifico, questa forma tecnica è quella che più di tutte ha risentito della chiusura degli esercizi commerciali disposta dal Governo per fronteggiare la diffusione dell’epidemia, arrivando per alcune settimane ad assestarsi a un terzo dei volumi pre-lockdown, ma è anche quella che ha mostrato un più deciso recupero, al punto che nell’ultima settimana di osservazione i volumi risultano significativamente superiori a quelli della settimana indice, assestandosi al 116%. Questo potrebbe stare a significare, secondo Crif, che, durante la fase di maggior incertezza e di impossibilità fisica di effettuare acquisti se non attraverso il canale online, le famiglie avevano posticipato i propri progetti di acquisto, mentre ora stanno tornando ad attivarsi con decisione sul fronte dei consumi, anche nella componente dei beni durevoli, sostenuti da un finanziamento.

Mentre prosegue il crollo dell'auto

Nell’ambito dei prestiti finalizzati, un approfondimento a parte va dedicato a quelli presentati alle società finanziarie specializzate per sostenere l’acquisto di un’auto: dopo il lockdown le richieste sono letteralmente crollate e per ben 7 settimane sono rimaste stabilmente al di sotto del 20% dei volumi che si registravano prima del blocco.

Del resto va sottolineato come in questa fase il mercato auto abbia visto una drammatica contrazione delle immatricolazioni, pari a -85,4% nel mese di marzo e -97,5% ad aprile. Cesare Colombi, presidente di Assofin, associazione italiana del credito al consumo e immobiliare, traccia un quadro in tutto simile a quello di Crif: "Nel singolo mese di aprile si è assistito ad una pesante riduzione delle erogazioni, pari al -66% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con alcuni segmenti come quello dei finanziamenti finalizzati all’acquisto di auto che hanno subito un tracollo del -97%, superiore a quello già assai rilevante degli altri segmenti del credito concesso sul punto di vendita (-88,7%): tra questi ultimi l’unica eccezione è rappresentata dai finanziamenti destinati all’acquisto di pc ed altro materiale informatico, beni particolarmente ricercati durante il lockdown. Gli importi dei finanziamenti erogati in aprile risultano nella media più ridotti rispetto allo stesso periodo del 2019. I primi segnali relativi al mese di maggio sembrano mostrare un calo un po’ meno drastico”.

Il Covid cambia la percezione su consumi e credito

Il Covid ha generato nelle famiglie uno stato di profonda incertezza per via della minaccia del contagio, “mentre il clima di fiducia – prosegue Colombi - ha subito un’ovvia quanto pesante caduta che sembra destinata a durare fino a quando la situazione non apparirà sotto controllo.

In questo contesto, è normale che i consumatori siano meno propensi a fare progetti impegnativi, quali possono essere gli acquisti di beni durevoli, come anche togliersi sfizi o concedersi svaghi che in momenti diversi erano considerati accessibili. Si rimandano acquisti importanti a momenti più favorevoli e si riduce la propensione a ricorrere al credito per sostenere le spese: prevale dunque la cautela rispetto all’assunzione di impegni finanziari che si è meno certi di essere in grado di sostenere.

L’isolamento ha poi naturalmente spinto ad essere più digital, per restare in contatto con l’esterno e per gestire la complessità: l’e-commerce ha ricevuto un forte impulso, tracciando un trend che sembra destinato, almeno per alcune categorie merceologiche, a mantenersi anche nei prossimi mesi. Quanto al futuro meno vicino, l’approccio ai consumi ed al ricorso al credito da parte delle famiglie sarà condizionato da molti fattori, tra i quali il grado di stabilità economica, il clima sociale generale, la comunicazione istituzionale/informazione sull’evoluzione della pandemia e i suoi effetti sulla vita del Paese, nonché le politiche di marketing e pricing delle marche, dei retailers e delle istituzioni finanziarie”.

A cura di: Laura Magna

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