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Auto: nuovo crollo delle vendite in maggio

Pubblicato il 11/06/2020
Auto: nuovo crollo delle vendite in maggio

Il mercato automobilistico limita i danni, ma il segno negativo resta comunque sempre molto pesante per le immatricolazioni. Le vendite in maggio sono crollate del 49,61% rispetto allo stesso mese di un anno fa, a sole 99.711 unità. La contrazione è più contenuta rispetto a quelle accusate in aprile (-97,55%) e marzo (-85,42%). Nel nostro Paese nei primi cinque mesi di quest’anno le immatricolazioni di nuove vetture sono calate del 50,45% a 451.366 unità. Quello che più preoccupa gli addetti ai lavori sono le prospettive, che restano fosche sia per gli effetti diretti del coronavirus (sui redditi), sia per quelli indiretti (la sicurezza economica) che minano i progetti delle famiglie.

UNRAE, dato conferma crisi senza precedenti

Il dato “sconvolgente” registrato nel primo mese di riapertura delle concessionarie dopo un bimestre di chiusura “appare – secondo Promotor - ancora più disastroso, se si considera che è dovuto anche a ordini rimasti inevasi alla fine di febbraio, ultimo mese di andamento normale”. Questo fatto, concorda Michele Crisci, presidente dell’UNRAE, “conferma la gravità della crisi senza precedenti che sta attraversando il settore auto”. Secondo Promotor, finora la perdita di fatturato è stata di 8,3 miliardi, cui si aggiungono 1,8 miliardi di minor gettito Iva, ma – se questo ritmo procederà per il resto dell’anno, le vendite si attesteranno sulle 950mila unità, con cali pari a 17,4 miliardi per il fatturato e pari a 3,8 miliardi per il gettito Iva.

Promotor, urgono incentivi auto per salvare il settore

L’andamento negativo registrato in maggio, sottolinea ancora Promotor, potrebbe essere davvero “la punta di un iceberg perché, alle cifre che abbiamo citato, bisognerebbe aggiungere anche dati molto negativi per i veicoli commerciali leggeri, per i veicoli industriali, per l’assistenza agli autoveicoli, per la produzione di auto e per la produzione di componentistica”. Insomma, stanno naufragando le speranze di una ripresa del mercato. Per Promotor è del tutto evidente che il settore dell’auto ha assolutamente bisogno di una terapia d’urto e la soluzione possibile è l’adozione di incentivi alla rottamazione. Tra l’altro su questo terreno, sostiene Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, “l’Italia vanta un precedente importante. Quello del 1997, in cui la formula adottata per la prima campagna di incentivi alla rottamazione del nostro Paese determinò una crescita delle immatricolazioni nel 1997 del 38%”.

Nel Decreto Rilancio c’è troppo poco

Il Decreto Rilancio, in questo momento alle Camere per la conversione in legge, per il settore dell’auto prevede solo un cip per aumentare lo stanziamento a favore delle auto a basso impatto. È quindi assolutamente necessario che, in sede di conversione in legge, il testo venga integrato con misure che prevedano un congruo incentivo per chi rottami un’auto di oltre 10 anni e acquisti una vettura Euro 6. Il contributo al rilancio dell’economia sarebbe molto importante e si aggiungerebbe a benefici altrettanto significativi in termini di qualità dell’aria e sicurezza stradale.

A rischio numerosi fallimenti della filiera

Il sistema della distribuzione auto, secondo Crisci, “resta attanagliato da una grave crisi di liquidità, appesantito da centinaia di migliaia di veicoli fermi nei piazzali e con le risorse messe a disposizione dal Decreto Liquidità ancora impigliate nella burocrazia e bloccate all’interno del sistema bancario”. La sola riapertura dei concessionari, insiste, “non basta a far ripartire la domanda, con famiglie e imprese prostrate dal crollo dell’attività economica e con un futuro quanto mai incerto e fosco”. Infatti, prosegue il presidente dell’Unrae, “nell’assoluta, incomprensibile sordità e indifferenza della classe politica, è sempre più grande il rischio di chiusura nei prossimi mesi di centinaia di imprese della filiera della distribuzione auto, che si accompagnerebbe drammaticamente alla scomparsa di decine di migliaia di posti di lavoro”.

A cura di: Fernando Mancini

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