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Auto: nelle casse dei Governi Ue tasse per 440 miliardi

Pubblicato il 11/05/2020
Auto: nelle casse dei Governi Ue tasse per 440 miliardi

L’Acea, l’associazione dei produttori europei di auto e veicoli, torna a ‘bussare’ alla porta dell’Unione europea per chiedere aiuti al settore, uno dei più colpiti dall’emergenza sanitaria: sia in modo indiretto, con la crisi che ha spinto ad accantonare i progetti di acquisto di molte persone, e sia diretto col lockdown adottato in quasi tutti i Paesi del Continente. E lo fa sottolineando l’importanza che questo tipo di industria ha per l’economia europea, mettendo in risalto il fatto che il settore genera una raccolta fiscale complessiva di oltre 440 miliardi di euro nei Paesi dell’Unione europea (più il Regno Unito).

+3% in un anno, evidenzia l’importanza economica del settore

Per la precisione, i ricavi delle tasse automobilistiche incassati dai Governi sono aumentati di quasi il 3% rispetto all'anno precedente e il totale è salito a 440,4 miliardi di euro: una somma che equivale, secondo le stime Acea, “a oltre due volte e mezzo il bilancio totale dell'Unione europea”. “Questo dimostra semplicemente la dimensione dell’importanza dell’industria automobilistica in Europa”, ha detto il direttore generale dell’Acea, Eric-Mark Huitema. A questo punto, ha aggiunto, “riuscire a rilanciare il settore (dopo la crisi del Covid-19) è chiaramente d’importanza fondamentale per la salute dell’economia globale Ue e, in particolare, per i conti pubblici nazionali”.

L’Italia al terzo posto per peso tasse sull’auto

L’associazione ha pubblicato nell'edizione 2020 della propria guida le informazioni più recenti sulle imposte sull'acquisizione di veicoli (IVA, imposte su vendite e immatricolazioni), proprietà (imposta di circolazione e tassa di circolazione) e di movimento (imposta sul carburante) nell'UE e in altri mercati chiave del resto del mondo. Ne emerge che l’Italia è al terzo posto della classifica dei Paesi con il più alto gettito fiscale, dietro la Germania (93,4 miliardi) e la Francia (83,9 miliardi). Gli automobilisti italiani versano nelle casse dell’erario ‘solo’ 76,3 miliardi. Giù dal podio il Regno Unito (54,1 miliardi) e la Spagna (30 miliardi). In fondo alla classifica troviamo invece Irlanda (6,2 miliardi), Danimarca (6,7 miliardi) e Grecia (7,4 miliardi).

Fisco disomogeneo tra i membri Ue

Non tutti i membri dell’Unione europea utilizzano gli stessi sistemi di tassazione. Secondo i rilievi della nuova guida Acea, 24 Paesi riscuotono le imposte sulle auto “parzialmente o totalmente” in base alle emissioni di CO2 e/o al consumo di carburante del veicolo. I tre Paesi che non applicano la tassazione basata sul CO2 sono Estonia, Lituania e Polonia. Tuttavia è da precisare che diversi Paesi tassano ancora le auto per la loro potenza, il prezzo, il peso, la cilindrata o utilizzando una combinazione di questi fattori. C’è anche molta disomogeneità per quanto riguarda gli stimoli per le auto che utilizzano sistemi di trazione alternativi. Per esempio, le agevolazioni che vengono riconosciute a chi acquista veicoli elettrici sono attualmente adottati solo in 24 dei 27 Paesi membri dell’Unione europea. Tuttavia, secondo quanto emerge dall’analisi dell’Acea, solo 13 Stati membri offrono aiuti effettivi agli automobilisti al momento dell’acquisto di vetture elettriche (come bonus o premi vari). La maggior parte dei Paesi concede invece solo riduzioni o esenzioni fiscali.

Acea chiama, Bruxelles risponde

Oltre all’Acea, anche le varie associazioni di categoria nazionali stanno facendo pressione sui Governi locali affinché si adotti un piano di aiuti a favore del settore, magari sfruttando l’occasione per rinnovare il parco circolante in funzione della sostenibilità. E probabilmente qualche cosa si sta muovendo in questo senso anche a Bruxelles. Il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, ha infatti ammesso che l’industria automobilistica ha avanzato richieste di un sostegno alle famiglie che intendono acquistare una nuova auto. L’occasione ‘offerta’ dalla crisi da coronavirus, ha suggerito, potrebbe essere infatti sfruttata per agevolare la sostituzione dei vecchi veicoli inquinanti a favore di quelli più puliti o addirittura con emissioni zero.

A cura di: Fernando Mancini

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