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Auto: la crisi non si arresta, vendite ai livelli del 1967

Il mercato automobilistico non abbandona la retromarcia: in marzo le vendite di auto sono crollate del 29,7 per cento. A frenarle contribuiscono l’inflazione, i problemi incontrati dalla produzione, la mancanza di incentivi e di certezze sulla svolta green. La guerra completa il quadro negativo.

Pubblicato il 18/04/2022
barriera con segnale di divieto dinanzi a un'area parcheggio
Andamento delle immatricolazioni di nuove auto a marzo

Il mercato dell’auto italiano accusa un ulteriore crollo delle immatricolazioni, in un clima che registra nuovi venti contrari (come la guerra) e che non lascia molto spazio all’ottimismo per il futuro. In marzo (ricordiamo che il conflitto in Ucraina è iniziato il 24 febbraio) sono state vendute appena 119.497 vetture, in calo del 29,7% rispetto allo stesso periodo del 2021, che per altro non è stato un mese particolarmente brillante perché ancora fortemente penalizzato dall’emergenza sanitaria. Ancora più pesante, comunque, il bilancio se riferito all’ultimo mese di marzo senza effetto Covid (2019): -38,5%. La situazione non cambia se si considera il saldo del primo trimestre: in questo periodo le immatricolazioni sono state 338.258, inferiori del 24,4% sul primo trimestre del 2021 e del 37,1% sui primi tre mesi del 2019.

Più distante la quota necessaria per rinnovo parco circolante

Per avere una visione completa del ciclone che si è abbattuto sul settore dell’auto, secondo l’analisi offerta da Promotor, va però ricordato che anche il confronto con il 2019 è fuorviante perché in quell’anno il mercato italiano - con appena 1.916.951 vetture registrate – già si manteneva ben distante da quota 2,2 milioni di unità, che è il livello necessario per assicurare la regolare sostituzione del nostro parco circolante (uno dei più vecchi del mondo occidentale), costituito da circa 40 milioni di autovetture.

Tornando al volume di nuove vetture vendute nel primo trimestre di quest’anno, gli esperti fanno notare che - proiettando questo numero sulle vendite attese per l’intero 2022 - si ottiene un volume di immatricolazioni pari a circa 1,13 milioni, livello molto vicino a quanto registrato nel 1967, oltre 55 anni fa.

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Le cause della crisi

Ben conosciute le cause che stanno determinando questa crisi. La pandemia, che ha provocato nel 2020 il crollo del Pil e la flessione del reddito delle famiglie (con un parziale recupero nel 2021), continua a pesare nell’atteggiamento dei consumatori. Senza contare la difficoltà dei produttori nell’approvvigionamento dei chip e altri componenti essenziali (che ha allungato sensibilmente i tempi di consegna, anche a un anno), la guerra in Ucraina con il suo impatto psicologico, la fiammata dell’inflazione (che incide sul potere di acquisto), la minaccia di una nuova stagflazione come quella che il mondo conobbe negli anni ‘70, dopo il primo shock petrolifero. Un freno è anche costituito dalle incertezze legate alla svolta elettrica intrapresa dal settore, che spingono molti automobilisti a rinviare l’acquisto di una nuova auto.

Tutti in attesa degli incentivi promessi dal Governo

Oltre a queste voci negative, il mercato italiano fa i conti anche con la mancata adozione degli incentivi che il Governo sta annunciando da mesi per sostenere il mercato. Questo, secondo Gian Primo Quagliano, presidente di Promotor, rappresenta un freno importante per la domanda che, comunque, ci sarebbe nonostante tutti i venti contrari sopra citati.

Gli interessati all’acquisto di un’auto, infatti, oggi non comprano perché attendono di poter usufruire degli incentivi. Tra l’altro un meccanismo analogo sta operando anche sul mercato degli pneumatici, per il quale è stato preannunciato un bonus per l’acquisto che però non è ancora effettivo. Intanto la fiducia dei concessionari ha toccato quota 15, livello visto in piena emergenza sanitaria (maggio 2020) e nel momento peggiore della crisi finanziaria globale (2012).

Se per le auto tradizionali si è ancora in attesa, gli incentivi per l'acquisto di veicoli green sono numerosi: dall'Ecobonus che sconta fino a 5.000 euro il prezzo di listino dell'auto a zero o basse emissioni, sino al credito d'imposta del Bonus mobilità, che può raggiungere i 750 euro.

A cura di: Fernando Mancini

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