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Auto Europa: nuova marcia indietro delle vendite a marzo
Il ritmo delle immatricolazioni di nuove auto in Europa è rallentato ancora in marzo, del 20,5 per cento annuo: cali a doppia cifra per tutti e quattro i principali mercati. Proiettando questo dato sull’intero 2022 si ottiene un volume di vendite ai minimi degli ultimi 30 anni.
Nuovo, pesante, passo indietro del mercato dell’auto dell’Unione europea: in marzo le immatricolazioni di nuove vetture sono diminuite del 20,5% a 844.187 unità. A livello di Paesi Ue, più Paesi Efta e Regno Unito, la contrazione è pari al 18,8% (con appena 1,13 milioni di unità vendute). Lo ha reso noto l’Acea, l'Associazione dei costruttori di auto del continente. Le difficoltà incontrate nella produzione, già elevate a causa dell’inflazione e delle continue interruzioni delle catene di approvvigionamento, sono state ulteriormente esacerbate dallo scoppio della guerra in Ucraina. La maggior parte dei mercati ha accusato ribassi a doppia cifra su base tendenziale, compresi i quattro principali: dalla Spagna (-30,2%) all’Italia (-29,7%), dalla Francia (-19,5%) alla Germania (-17,5%).
Preoccupa la tendenza presa dal mercato
È profondo rosso anche il primo trimestre dell’anno: le vendite di veicoli nell’Ue sono diminuite del 12,3% rispetto allo stesso periodo del 2021 a 2,24 milioni di unità (-10,6%, a 2,75 milioni di unità, inclusi Paesi Efta e Uk). Anche in questo caso tutti e quattro i maggiori mercati hanno accusato pesanti ribassi, con la peggiore performance segnata dall’Italia (-24,4%), seguita da quelle di Francia (-17,3%), Spagna (-11,6%) e Germania (-4,6%).
Quello che più preoccupa è che il raggiungimento dei livelli pre-Covid si allontana sempre di più: il crollo delle vendite rispetto al primo trimestre del 2019, infatti, si misura in -36,4% (2,75 milioni di auto registrate). Preoccupa anche la tendenza che ha preso il mercato, tenuto conto che il risultato dell’ultimo mese del trimestre (marzo) è peggiore di quello dell’intero trimestre.
Le vendite attese ai minimi da quasi 30 anni
L’indirizzo che ha preso il mercato dell’auto è chiaramente negativo e nel quadro generale europeo non ci sono segnali che anticipino un’inversione di tendenza, ma anzi, avvertono gli esperti, le attese sono per un peggioramento. Per avere un’idea più precisa della gravità della situazione, secondo l’analisi offerta da Promotor, basti pensare che proiettando il risultato del primo trimestre sull’intero 2022 si ottiene un volume di immatricolazioni di 10.389.645 unità, ovvero in calo di quasi 5,5 milioni di auto rispetto al 2019: quasi il livello ottenuto nel 1993 nel bel mezzo di una gravissima crisi economica. Oggi mancano dunque i presupposti per un rimbalzo di un mercato che, sin dalla fine dello scorso anno, sconta le difficoltà sia dal lato della domanda (pandemia) sia da quello dell’offerta (crisi dei chip).
Lo scenario di domanda e offerta è completamente cambiato
Quest’anno, poi, il quadro è ulteriormente peggiorato a seguito dell’esplosione delle quotazioni dei carburanti, dell’impennata dell’inflazione, del vistoso rallentamento della ripresa economica e, non ultimo, delle conseguenze dell’inflazione dell’Ucraina da parte della Russia. È difficile fare previsioni su come si svilupperà il mercato perché, ha spiegato in sintesi Reinhard Zirpel, presidente dell’associazione dei costruttori tedeschi (VDIK), le condizioni per la vendita e la produzione di auto sono cambiate completamente e drasticamente. In sintonia anche il parere di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, secondo cui la crisi in atto ha colpito tutti i mercati dell’area esclusi quelli piccolissimi dell’Islanda e di Cipro e ha conseguenze particolarmente pesanti anche nei 5 maggiori mercati.
In Italia l’attesa di incentivi frena la domanda di elettriche
Nel rapporto dell’Acea di marzo emerge comunque un elemento positivo: crescono in molti Paesi dall’area le immatricolazioni di vetture elettriche pure. In Germania per questo tipo di auto nel primo trimestre si registra un incremento del 29% e nel Regno Unito la crescita è del 78,7%. Il mercato dell’Italia, in questo ambito, veste la maglia nera: nei primi tre mesi del 2022 accusa un calo del 14,9% dovuto, sottolinea Quagliano, in larga misura agli incentivi promessi, ma ancora rimasti sulla carta.
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