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Auto: effetto incentivi vendite, balzo del 9,5 pct a settembre

Gli incentivi varati dal Governo per favorire gli acquisti di auto meno inquinanti hanno fatto sentire i loro effetti: in agosto le vendite di nuove vetture sono balzate del 9,5 pct. Lo spunto poteva essere più corposo se il bonus non fosse stato rigidamente contingentato per fasce.

Pubblicato il 08/10/2020
Auto: effetto incentivi vendite, balzo del 9,5 pct a settembre

Il mercato dell’auto italiano si riossigena. Gli incentivi hanno infatti ridato fiducia agli automobilisti e slancio a un settore messo a tappetto dalla pandemia. Dopo una lunga serie di dati negativi, a settembre il mercato delle vetture ha registrato la prima crescita del 2020, con un incremento del 9,54% annuo delle immatricolazioni. In termini assoluti, lo scorso mese nel nostro Paese sono state vendute 156.132 vetture rispetto alle 142.532 registrate nello stesso mese dello scorso anno. Anche se il saldo da inizio anno è ancora in profondo rosso, -34,21%, lo spunto dello scorso mese rappresenta un segnale importante, auspicabilmente di possibile svolta. A fine settembre, infatti, dall’inchiesta congiunturale del Centro Studi Promotor, è emerso un clima di fiducia dei concessionari molto elevato e questo lascia ben sperare per il prosieguo dell’anno.

Il risultato poteva essere più rilevante

Il merito della crescita è degli incentivi previsti dal Decreto Rilancio, così come è stato modificato dal Parlamento in sede di conversione in legge. Il risultato avrebbe potuto essere molto più rilevante se – secondo la critica di Promotor - lo stanziamento per gli incentivi non fosse stato rigidamente contingentato in funzione delle emissioni di CO2/km raggruppate in quattro classi (da 0 a 20 gr/km, da 21 a 60 gr/km, da 61 a 90 gr/km e da 91 a 110 gr/km). Lo stanziamento per la classe di vetture con emissioni da 91 a 110 gr/km, che comprende anche auto con alimentazione a gasolio e a benzina, è risultato il più gradito al pubblico, ma questo si è esaurito già nella prima metà di settembre, con un conseguente rallentamento nella crescita delle immatricolazioni.

Ulteriore accelerazione delle vendite nei prossimi mesi

Le associazioni rappresentative del settore hanno chiesto perciò al Governo di far confluire in un unico fondo gli stanziamenti previsti per le quattro classi di emissioni. Questa richiesta potrebbe essere accolta nella conversione in legge del Decreto Agosto e se così fosse, secondo le previsioni degli esperti, l’ultimo trimestre dell’anno potrebbe essere caratterizzato da incrementi anche più consistenti di quello registrato in settembre e non si deluderebbero le aspettative degli operatori e degli automobilisti.

Impossibile colmare il calo accumulato a inizio 2020

Nonostante il nuovo balzo delle vendite previsto per l’ultimo scorcio dell’anno, sarà probabilmente impossibile colmare il calo delle immatricolazioni accusato nella prima parte dell’anno dal mercato, un calo che per i primi nove mesi dell’anno risulta pari a ben 502.220 vetture in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. È quanto stimano al Centro Studi Promotor, secondo cui “non appare possibile, neppure con incentivi rivisitati come richiesto dagli operatori, recuperare negli ultimi tre mesi dell’anno un numero così rilevante di vetture vendute in meno”. Il 2020 farà quindi registrare un volume di immatricolazioni inferiore a quello del 2019 (1.916.649 unità), livello peraltro insufficiente per far fronte alla domanda di sostituzione generata da un parco circolante che sfiora i 40 milioni di autovetture e in cui l’età media delle auto continua ad aumentare.

Promotor, anche fondi Ue per rinnovare parco circolante

Ne consegue, sostiene Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, l’assoluta necessità di destinare al rinnovo del parco circolante italiano di autovetture risorse decisamente più consistenti di quelle stanziate nel 2020. Lo strumento più opportuno è in questo momento la Legge di Bilancio 2021, ma si dovranno anche utilizzare parte dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea per contrastare gli effetti economici dell’emergenza coronavirus e ciò per varare un organico piano di risanamento per il settore dell’auto che non ha ancora superato, non solo la crisi determinata dalla pandemia, ma neppure quella del 2008, e che è la struttura portante su cui si può costruire una nuova mobilità più sicura e più ecologica.

A cura di: Fernando Mancini

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