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Auto: a gennaio ancora un crollo delle immatricolazioni
Il mercato dell’auto italiano rimane in forte difficoltà: in gennaio le nuove immatricolazioni sono crollate del 19,1 per cento tendenziale, tornando ai minimi livelli degli ultimi sessanta anni. Il settore, che chiede aiuti pubblici, è stato ignorato nella Legge di Bilancio.

Uno dei motori dell’economia italiana, il mercato dell’auto con tutto l’indotto, continua a versare in cattive acque. C’è il serio rischio che la ripresa della congiuntura in atto non riesca, anche quest’anno, a ricomprendere il comparto. La partenza del 2022 è stata infatti negativa sotto il profilo delle vendite: a gennaio sono state immatricolate appena 107.814 vetture, con una diminuzione del 19,7% rispetto allo stesso mese del 2021.
Il calo è ancora più marcato, -34,8% rispetto a gennaio 2019, cioè al netto degli effetti della pandemia che hanno segnato prima il 2020 e poi il 2021. Da rilevare che nell’intero 2021 le immatricolazioni di nuove vetture sono migliorate di un risicato +5,51% in confronto al bilancio dell’anno precedente, mentre rispetto al 2019 c’è stata una flessione del 24%.
Le vendite tornate ai livelli degli anni ‘60
La gravità della situazione in cui versa il settore, secondo gli esperti, è messa bene in luce dal fatto che, se si proietta il dato dello scorso gennaio sull’intero 2022, si ottiene un volume di immatricolazioni, per l’intero anno, di 1.198.000 autovetture, pari a una contrazione del 17,8% sul 2021.
Secondo il Centro Studi Promotor l’attuale situazione del mercato dell’auto è, dunque, assolutamente anomala, non solo perché per livello di vendite ci riporterebbe agli anni ’60 del secolo scorso, ma anche perché l’andamento del settore rischia di essere in netto contrasto con quello dell’economia. Lo scorso anno il Pil italiano è cresciuto del 6,5% annuo e il mercato dell’auto del 5,5%, ma per il 2022, mentre ci si attende una crescita del Pil del 3,8%, il mercato dell’auto potrebbe far registrare un calo, appunto, del 17,8%.
Se non ci sarà modo di aiutare il settore questo, a causa del suo peso specifico nell’economia del Paese, alla fine potrebbe rappresentare un freno importante alla crescita dell’economia in generale. È del tutto evidente, ha affermato al riguardo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, che in mancanza di interventi immediati il settore dell’auto, che vale il 12% del Pil, potrebbe diventare una pesante palla al piede per il ciclo economico, mettendo così fortemente a rischio la prospettiva di una crescita del 3,8% del Pil messa in conto per quest’anno. Gli addetti ai lavori, in particolare, sono preoccupati perché le problematiche oggi affrontate dal mercato dell’auto – al contrario di quanto ci si aspettasse - sono state ampiamente dal Governo nella stesura della Legge di Bilancio per il 2022.
Urgono gli aiuti del Governo
Adesso, secondo l’analisi, si pone con estrema urgenza la necessità di immediati interventi statali per invertire la pericolosissima tendenza in atto. Il suggerimento per il Governo è quello di affrontare la crisi dell’auto sia con misure che favoriscano la transizione ecologica (attraverso il rinnovamento del parco circolante) sia con misure che puntino anche a neutralizzare gli effetti negativi della stessa transizione sull’occupazione e sulla produzione di determinati settori del comparto automobilistico.
È anche un discorso di equità: se migliorare l’ambiente va a beneficio di tutti, i costi per migliorarlo – secondo Promotor - non possono essere caricati su particolari settori o particolari categorie di persone.
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