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Allarme rosso sul Superbonus, ecco come può cambiare
Conviene ancora presentare domanda di Superbonus o meglio cercare strade alternative? Cosa si rischia in caso di richiesta respinta? Sono alcuni dei quesiti che tanti si pongono in queste settimane e che necessitano di decisioni chiare sul fronte legislativo.
Aggiornato il 20/09/2023
Con l’avvicinarsi della manovra di Bilancio 2023, il Superbonus è finito nel mirino più di quanto fosse già accaduto nei mesi scorsi. La misura, che offre una generosa detrazione per chi effettua lavori edilizi ottenendo un miglioramento della classe energetica non inferiore a due classi, è molto costosa per le casse pubbliche. Da qui la previsione di una nuova stretta.
Ecco come capire se è conveniente seguire ancora questa strada ed eventualmente accedere a un finanziamento per i lavori.
Un conto salato e i tentativi di limitare i danni
Dopo le bordate arrivate dal fronte governativo, anche la Banca d’Italia, per bocca del governatore Ignazio Visco, ha criticato la gestione del Superbonus 110%, segnalando che sostanzialmente è stata tradita la natura dello strumento. Sarebbe dovuto essere temporaneo, per spingere la ripresa dopo la crisi pandemica, ma poi le agevolazioni sono state prorogate senza una stima sui costi per lo Stato.
Inoltre, la forte pressione della domanda rispetto all’offerta di alcuni materiali utilizzati nelle ristrutturazioni, segnala ancora l’istituto di Via Nazionale, ha contribuito a surriscaldare i prezzi, con l’inflazione che non a caso nel nostro Paese è superiore alla media Ue.
Dai 35 miliardi della stima iniziale si è passati a maggio di quest’anno a 67 miliardi, e con l’aggiornamento dei conti di fine settembre, rischia di salire oltre i 90, somma che andrà poi ulteriormente aggiornata a fronte dei lavori già autorizzati e non ancora completati.
Solo ad agosto, si legge sul portale dell’Enea riservato a questa misura, sono stati avviati 3.356 nuovi interventi con il 110%, per un impatto atteso intorno ai 3 miliardi di euro. La stessa Enea invita a non sottovalutare l’impatto dei lavori legati al Superbonus in termini di consumi energetici, dato che nel solo 2021 hanno consentito di risparmiare 2.600 gigawattora. Un numero che si aggiunge ai quasi 23 mila gigawattora risparmiati nell’arco di quindici anni da quando sono stati introdotti i primi bonus per le ristrutturazioni edilizie.
Verso una proroga per i condomini: come muoversi
Detto che le nuove autorizzazioni sono sostanzialmente ferme, tra riduzioni della detrazione al 90% e piattaforme per la cessione dei crediti che stentano a decollare, il governo studia una via d’uscita per gradi. In particolare, sta prendendo consistenza la possibilità di una proroga della misura per i condomini: si tratterebbe di un arco di tempo limitato, probabilmente tre mesi, necessari per venire incontro a chi non riuscirà a completare entro la fine di quest’anno i lavori già autorizzati, che sono stati deliberati dalle assemblee condominiali e oggetto di Cila entro novembre del 2022. La conferma del beneficio sarebbe comunque vincolata al raggiungimento di una certa soglia di avanzamento dei lavori, che potrebbe aggirarsi intorno al 60-70%.
Quanto al 2024, è da mettere in conto un’ulteriore stretta rispetto al già previsto taglio della detrazione al 70% di quanto speso. L’orientamento è di limitare l’accesso al beneficio ai soli redditi bassi, anche se finora non è ancora stata definita una soglia.
Resta da sciogliere, poi, il nodo relativo a coloro, pur avendo presentato la Cila nei tempi previsti, non hanno ancora fatto partire i cantieri. In questo caso non è prevista una stretta, ma in un’ottica di risparmio il governo potrebbe però decidere di intervenire su chi non è ancora partito.
Tra riforma degli incentivi e paletti più stretti
Intanto Enrico Zanetti, già sottosegretario all’Economia e attualmente consigliere del ministro Giancarlo Giorgetti, ha avanzato una proposta: archiviare il Superbonus, prorogando gli altri bonus edilizi “che non hanno mai dato problemi, anche con la cessione del credito selettiva”.
Questi ultimi sono previsti fino al 2024 e Zanetti propone una proroga triennale, integrando nell’ Ecobonus condomini gli interventi fotovoltaici come trainati. “Per gli interventi più significativi tra questi, in termini di importo e miglioramento dell’efficienza energetica o della riduzione del rischio sismico, si potrebbero anche valutare sconti o cessioni per tutti i contribuenti o per alcuni soltanto”, ha quindi aggiunto l’esperto, che a questo punto potrebbe spingere il ministro in carica a rimodulare gli incentivi.
In alternativa si sta facendo strada l'ipotesi di conservare il Superbonus, anche se in versione ridotta, ma per una platea ristretta, probabilmente solo per le case popolari. In questo modo si limiterebbe l'esborso per lo Stato e si andrebbe a intervenire laddove c'è più bisogno sia in termini di efficientamento energetico, che di difficoltà finanziarie.
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