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ACEA: vendite veicoli commerciali in calo a gennaio

L’ACEA ha annunciato che, a gennaio, le immatricolazioni di veicoli commerciali nell’Unione europea sono diminuite del 7,2 per cento. Buona la tenuta del mercato italiano e, all’opposto, spicca il tracollo delle vendite in Spagna. Male la Germania, mentre tiene la Francia.

Pubblicato il 01/03/2021
ACEA: vendite veicoli commerciali in calo a gennaio

Il 2021 per il mercato dei veicoli commerciali europeo è iniziato con un passo falso, mentre si accavallano le richieste di aiuti pubblici per rilanciare non solo il settore, ma tutta l’economia dell’Eurozona. La crisi generatasi con l’emergenza sanitaria ha infatti continuato condizionare le vendite dei veicoli commerciali anche nell’avvio del nuovo anno e, secondo gli osservatori, il mercato difficilmente potrà invertire la rotta se non ci saranno nuovi incentivi.

Nei numeri tutti gli effetti della pandemia: a gennaio le nuove immatricolazioni di veicoli commerciali nell'Unione sono complessivamente diminuite del 7,2% a 141.462 unità. Performance su cui ha inciso anche il fatto che molti mercati hanno avuto un giorno lavorativo in meno rispetto al 2020.

L’Italia contiene le perdite nel segmento dei furgoni

La domanda, secondo quanto emerge dalla nota dell’Associazione dei produttori automobilisti europei (ACEA), si è contratta in tutti i segmenti, sebbene il calo delle vendite di furgoni nuovi abbia avuto l'impatto maggiore, poiché questo segmento rappresentava oltre l'80% delle immatricolazioni totali di veicoli commerciali dell'UE.

Ad eccezione della Francia (dove le vendite sono aumentate del 5,7%), tutti i principali mercati dell'Unione hanno registrato un calo il mese scorso: il più ampio è stato accusato dalla Spagna (-29,3%), seguito da quello della Germania (-17,1%), mentre il mercato dell’Italia ha contenuto la flessione a -6,7%.

+8,7% le immatricolazioni degli LCV nel Paese

A gennaio le immatricolazioni nel segmento dei veicoli commerciali leggeri (LCV) sono diminuite del 7,1%, con 116.177 unità. La Francia, il mercato leader in termini di volume, è stato l'unico grande mercato dei furgoni a registrare una crescita record (+7,4%) nel mese. Al contrario, la Spagna ha registrato il calo più marcato (-31,2%), seguita dalla Germania (-18,5%) e dall'Italia (-9,2%).

Il mese scorso, le nuove immatricolazioni di autocarri pesanti (HCV, 16 tonnellate e oltre) sono invece diminuite del 3,3% a 19.227 unità, con risultati contrastanti in tutta l'Ue. I mercati dell'Europa Centrale hanno registrato ottimi risultati (+8,7%), mentre tra i maggiori mercati, l'Italia è stato l'unico Paese a dare un contributo positivo (+8,7%). Segno meno per Spagna (-8,6%), Francia (-7,8%) e Germania (-5,3%).

-5,8% le vendite di autocarri e -24,1% quelle di autobus

Nel primo mese dell’anno la domanda di nuovi autocarri medi e pesanti (MHCV, oltre 3,5 tonnellate) è scesa del 5,8% a 22.795 unità. Guardando ai principali mercati, l'Italia è riuscita a registrare una crescita (+8,5%), mentre Spagna (-12,8%), Germania (-11,5%) e Francia (-4,9%) hanno registrato performance peggiori su base tendenziale.

Ancora fortemente penalizzato, dal crollo del turismo e dei viaggi, il segmento degli autobus e dei pullman. A gennaio 2021 le immatricolazioni di nuovi autobus e pullman (MHBC, oltre 3,5 tonnellate) nell'Unione Europea sono diminuite del 24,1% annuo. In 3 dei quattro maggiori mercati la domanda è diminuita a due cifre: Spagna (-60%), Germania (-27,3%) e Francia (-13,1%), mentre l'Italia ha registrato un calo più modesto (-4%).

Perché incentivare anche le vendite di veicoli tradizionali

Dietro la tenuta del mercato italiano dei veicoli commerciali (relativa rispetto alle performance registrate dagli altri Paesi) ci sono gli incentivi ‘green’ stanziati dal Governo. E a questo proposito si registra la nuova posizione di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor.

La Legge di Bilancio, ha sottolineato, ha destinato stanziamenti sufficienti per le autovetture elettriche e a basse emissioni, ma per consentire alle case automobilistiche di proseguire verso la transizione all'elettrico, in questa fase, è necessario incentivare anche la vendita di vetture tradizionali di ultima generazione Euro 6d, verso le quali si indirizza oggi l'80% della domanda degli italiani. È infatti con i proventi delle vendite di questo tipo di vetture che i produttori traggono le risorse per sostenere gli investimenti necessari per procedere verso la mobilità elettrica.

A cura di: Fernando Mancini

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