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Abi: più finanziamenti alle famiglie e meno alle imprese

Pubblicato il 20/01/2020
Abi: più finanziamenti alle famiglie e meno alle imprese

Più mutui alle famiglie e meno finanziamenti alle imprese. Questa, in sintesi, è la fotografia scattata dall’Abi (Associazione bancaria italiana) del mercato del credito del nostro Paese per il mese di novembre. In particolare, nel mese considerato, i prestiti alle imprese sono diminuiti dell’1,9% tendenziale: flessione – la più ampia dal maggio 2015 - che è soprattutto attribuibile alla riduzione della domanda da parte delle stesse società. Una dinamica avvenuta, secondo il rapporto mensile dell’associazione, “nonostante tassi di interesse che permangono su livelli storicamente infimi” e, comunque, in concomitanza con un quadro congiunturale tutt’altro che sereno interno ed europeo.  

La domanda di mutui cresciuta del 2,5% in novembre

Sempre a novembre 2019, ha trovato invece conferma la crescita del mercato dei mutui. L’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie ha registrato, infatti, una variazione positiva del 2,5% su base annua. Dai dati al 31 dicembre 2019 emerge che i prestiti a famiglie e imprese sono aumentati complessivamente dello 0,3% rispetto all’anno precedente. Tale evidenza, spiega la nota ufficiale, emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese (calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni). 

I tassi di interesse continuano a girare sui minimi

Alla fine dello scorso anno i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento erano attestati sui minimi storici, seppur in lievissimo rialzo su base mensile e comunque sempre molto distanti dai livelli segnati prima della crisi del 2007. Nel dettaglio, il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese era pari all’1,27% (1,29% il mese precedente e contro il 5,48% di fine 2007. Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni era pari all’1,47% (1,43% a novembre 2019 e contro 5,72% di fine 2007). Il tasso medio sul totale dei prestiti era pari al 2,48% (2,49% il mese precedente e contro il 6,18% prima della crisi, a fine 2007). 

Qualità del credito in costante miglioramento

Buone notizie anche per la qualità del credito. Le sofferenze nette (al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a novembre si sono attestate a 29,6 miliardi di euro, in calo rispetto ai 38,3 miliardi di novembre 2018 (-8,7 miliardi pari a -22,7%) e ai 65,9 miliardi di novembre 2017 (-36,3 miliardi pari a -55,1%). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto nel novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è stata di oltre 59 miliardi (-66,7%). Significativa la discesa registrata dal rapporto sofferenze nette rispetto agli impieghi totali, attestatosi nel mese preso in considerazione all’1,70% (era 2,22% a novembre 2018, 3,71% a novembre 2017 e 4,89% a novembre 2015).  

I depositi sono aumentati di oltre 83 miliardi

Per quanto riguarda la raccolta, a dicembre i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) erano aumentati di oltre 83 miliardi di euro rispetto all’anno prima (+5,6% su base annuale), mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, è rimasta stabile. La dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) è cresciuta del +4,8%. Nello stesso mese il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è risultato pari allo 0,58%, (0,58% a novembre).  

Spread tra tasso sui prestiti e quello di raccolta resta basso

In particolare il tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), è rimasto invariato allo 0,37% e il rendimento delle obbligazioni in essere è sceso al 2,15% (dal 2,19% di novembre). Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie, secondo l’Abi, permane in Italia su livelli particolarmente bassi, a dicembre 2019 è risultato pari a 190 punti base (192 punti base nel mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).

A cura di: Fernando Mancini

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