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Vacanze, requisiti e ostacoli del bonus
Sono più di 306.523 i bonus vacanze erogati ai primi di luglio, per un controvalore economico di oltre 140 milioni. “Il buono è stato già speso da 5.432 famiglie" ha spiegato il ministro dell'Innovazione, Paola Pisano, ricordando che "si può utilizzare per i soggiorni in Italia a partire dal 1 luglio e potrà essere richiesto fino al 31 dicembre".
Di cosa si tratta in concreto? Introdotto con il decreto Rilancio, è un incentivo per i nuclei familiari, composti anche da una sola persona, che decidono di trascorrere le proprie vacanze presso una struttura ricettiva italiana: Il contributo arriva ad un massimo di 500 euro, ma verrà modulato in base al numero di componenti del nucleo familiare: il contributo viene ridotto a 300 euro per i nuclei familiari composti da due persone; per quelli composti da una persona sola, il contributo viene ancora dimezzato, scendendo a 150 euro. Il bonus è utilizzabile all’80% come sconto e al 20% come detrazione.
Requisiti
Per poter usufruire del bonus, però, c’è un requisito preciso: il limite di reddito è fissato a 40.000 euro. Bisogna inoltre essere in possesso dello Spid o della Carta d’Identità Elettronica per fare domanda del contributo, richiesta che si farà tramite un app messa a disposizione da PagoPa. Soltanto un componente del nucleo familiare può fare domanda di bonus vacanze, e il credito d’imposta potrà essere usato dal 1° luglio al 31 dicembre 2020.
L’App “Io”
L’accesso può avvenire anche tramite l’App “Io” che ha una precisa procedura: il Pre-requisito è quello di essere in possesso della documentazione Isee valida. Dopo di che bisogna installare l’app e registrarsi. Dopo essere entrati nella sezione “Pagamenti” dell’app, si deve scegliere il “Bonus Vacanze” dalla lista di quelli disponibili: basterà seguire i passaggi per completare la richiesta e attivare il Bonus. Il Bonus attribuito al nucleo familiare sarà identificato da un codice univoco, a cui sarà associato anche un QR code (leggibile direttamente dallo schermo del telefono). Questo codice sarà quello che si dovrà comunicare all’albergatore, insieme al proprio codice fiscale, al momento di pagare il soggiorno presso la struttura dove si è deciso di passare le vacanze.
Limiti
Attenzione però, al momento solo un albergo su due avrebbe accettato di aderire all'iniziativa del governo. Inoltre, secondo un'indagine sull'impatto dell'emergenza Covid realizzato da Unioncamere e Isnart (Istituto nazionale di ricerche turistiche), il 15% delle strutture alberghiere ed extralberghiere non ha ancora riaperto i battenti per la stagione estiva.
La motivazione va ricercata probabilmente nel fatto che ottenere la restituzione del voucher anticipato come credito d’imposta risulta conveniente solo per le strutture più grandi e con un cospicuo giro di clienti. Dunque può capitare che si ottenga il bonus, ma poi si prenoti in una struttura che non lo accetta. In questo caso secondo la circolare 18 dell’Agenzia delle Entrate l’utente che non può ottenere l’80% di sconto direttamente durante il soggiorno, ha comunque diritto di ricevere il credito d’imposta per il 20% del totale. Ma a una condizione: la fattura (o il documento commerciale, lo scontrino o la ricevuta fiscale) emessa dal fornitore deve essere intestata al soggetto che intende usufruire della detrazione.
Il caso dei genitori separati
Cosa succede nel caso di genitori separati? Se il figlio è fiscalmente a carico di entrambi i genitori, ma è nel nucleo Isee della madre e va in vacanza col padre, allora la fattura va intestata al figlio. In questo modo: il padre avrà lo sconto sulla struttura ricettiva; la madre potrà portare in detrazione il credito d’imposta del 20% nella dichiarazione dei redditi del 2021.
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