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Tax credit, ultima chiamata per le società benefit

Stanziati 10 milioni di euro a favore delle imprese che hanno come finalità il bene sociale. Le aziende di nuova costituzione, o quelle che si trasformano in "società benefit", avranno diritto a un credito d'imposta del 50% delle spese sostenute, fino a un tetto massimo di 10mila euro.

Pubblicato il 21/12/2021
Elmetto da lavoro arancione con un prato e alcuni grattacieli in superficie
Società benefit e credito d'imposta

Tax credit per le società benefit. Il governo ha stanziato 10 milioni di euro a favore delle imprese che nascono o si trasformano in “società benefit”, cioè aziende che hanno un doppio fine: l’interesse privato e quello sociale.

Dove, per bene sociale, si intendono finalità ambientali o orientate al bene comune. Come per altre misure, il benefit in questo caso non è uno stanziamento di fondi, ma un credito d’imposta che corrisponde al 50% dei costi di costituzione o trasformazione che sono stati sostenuti tra il 19 luglio (entrata in vigore della legge) e il 31 dicembre 2021.

Il valore e i beneficiari

La legge stabilisce che il tetto massimo del bonus utilizzabile è pari a 10mila euro per ciascun beneficiario. E tra i costi agevolabili rientrano anche le spese notarili, di iscrizione nel registro delle imprese e quelle inerenti l’assistenza professionale e la consulenza. Il tax credit sarà riconosciuto fino all’esaurimento dei fondi stanziati.

Possono richiedere il bonus tutte le imprese, indipendentemente dalla loro grandezza, purché abbiano uno scopo sociale. La richiesta per ottenere il "bonus" può esssere presentata o dalle imprese nascenti o dalle aziende già operative sul territorio nazionale e che rispecchiano i requisiti della Legge 208 del 28 dicembre.

Modalità

Il tax credit è utilizzabile esclusivamente in compensazione, tramite il classico modello F24. Sulle modalità di erogazione di entrambe le agevolazioni bisognerà attendere la pubblicazione del Decreto del Mise che ne definisca i dettagli. Successivamente alla pubblicazione del Decreto, il Mise aprirà una piattaforma specifica per le domande, chiarendo le modalità operative per ottenere le agevolazioni.

Controlli e sanzioni

In Italia, la "società benefit" è tenuta a garantire una corretta comunicazione circa il reale perseguimento del beneficio comune. Anche per questa ragione è soggetta a controlli per verificare l’impatto generato dalla propria attività e il bilanciamento tra interessi “profit” e “benefit”. Al controllo interno dei soci si aggiunge, laddove previsto in base alla forma legale, quello dell’organo di controllo.

La società benefit è sottoposta al controllo esterno dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcom). Se il beneficio non ritrova un riscontro effettivo, la società che si avvantaggia indebitamente di questo vantaggio reputazionale, e dell’eventuale benefit, rischia una sanzione per pubblicità ingannevole.

Quante sono

Le società benefit in Italia sono quasi 1.000. E secondo Infocamere il dato è raddoppiato in un anno, dal 2020 al 2021. In Lombardia sono 316, nel Lazio 117, in Emilia Romagna 94. I numeri più bassi si ritrovano invece in Molise e Valle d’Aosta (1), Basilicata (4) e Calabria (5).

Diversa la situazione fuori dai confini nazionali dove, a fine 2019, si contavano più di 3.000 società certificate in 150 settori e 71 Paesi diversi, tra cui spiccano le quasi 1.300 degli USA e le oltre 3.400 esistenti in Svezia, un Paese storicamente all’avanguardia sulle questioni social. Più indietro il resto d’Europa: sono 330 nel Regno Unito, 113 in Francia e 36 in Germania.

A cura di: Gabriele Petrucciani

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