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Rottamare il vecchio prestito con il Consolidamento
La surroga spopola anche nel mondo dei prestiti. Come? Con il consolidamento dei finanziamenti in corso Secondo i dati diffusi recentemente dall’Osservatorio Prestiti di PrestitiOnline.it, nel 2019 la finalità del “Consolidamento” rappresentava appena il 3,7% del totale erogato. Un dato che era già in crescita rispetto agli anni precedenti (2% nel 2018, 1,6% nel 2017 e 1,4% nel 2016) e che a gennaio 2020 ha fatto registrare un ulteriore e significativo incremento, arrivando a una market share del 5,2 per cento. Anche le richieste sono esplose, passando dall’8% del 2019 al 12% di inizio 2020. Un trend che è stato favorito (e continua a esserlo) da un costo del denaro che continua a viaggiare su livelli storicamente bassi, ma anche da un’accresciuta concorrenza tra gli enti erogatori.
Tra virtù e vizi
Numeri che se da un lato mostrano un atteggiamento più virtuoso delle famiglie italiane, almeno oggi (accusando il peso della rata mensile, si corre ai ripari sfruttando l’onda lunga dei tassi ai minimi storici), dall’altro nascondono un comportamento sbagliato del passato, ovvero l’eccesso di indebitamento: pur di non perde l’auto dei sogni o la vacanza tanto desiderata, ma anche semplicemente per pagarsi le cure sanitarie, si chiedono finanziamenti su finanziamenti. Di fatto, secondo un’indagine di Creopay, start-up nata con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei consumatori, nel 2019 il credito al consumo ha fatto segnare una crescita del 7,4%, sfiorando i 22 miliardi di euro. E, dato ancora più allarmante, il 19% circa degli italiani paga in ritardo una rata dei prestiti che è arrivata a pesare troppo sul bilancio familiare, mentre il 3% non paga affatto. Da qui la necessità di ricorre al consolidamento per poter uscire da una situazione di sovraindebitamento.
Più coscienza e conoscenza
Questo non vuol dire che il prestito è uno strumento da evitare. Anzi. Finanziare determinate spese aiuta le famiglie a vivere meglio, ma è necessario conoscere i propri limiti e prendere coscienza di quelle che sono le proprie disponibilità finanziarie. Insomma, prima di chiedere un prestito è necessario fare un’analisi di tutte le entrate e uscite, nonché delle proprie esigenze e obiettivi di vita. Bisogna essere lungimiranti e non guardare soltanto all’oggi. E se ci si accorge che un finanziamento per acquistare l’auto nuova o per regalarsi una vacanza da sogno va ad appesantire il bilancio familiare, allora meglio fare marcia indietro.
Cosa guardare nel consolidamento
Ma in caso di consolidamento quali sono gli elementi da valutare con attenzione? Nella scelta del nuovo finanziamento sicuramente bisogna guardare il Taeg e individuare il prestito con un tasso annuo effettivo globale inferiore a quello dei precedenti prestiti, o alla loro media. Per capire se poi effettivamente si andrà a risparmiare è opportuno prendere in considerazione anche le eventuali pensali di estinzione dei vecchi finanziamenti. Infine, anche l’importo complessivo è importante. Se l’ammontare del finanziamento è rilevante si potrebbe optare per un mutuo liquidità, che offre tassi più bassi. In questo caso però bisognerà accedere un’ipoteca sulla casa e pagare il notaio.
La via dell’esdebitazione
Dal 2015, cioè da quanto è entrato in vigore il cosiddetto procedimento di esdebitazione previsto dalla legge numero 3 del 2012, anche le famiglie hanno a disposizione una sorta di procedura concorsuale per risanare la propria condizione debitoria (la legge prevede per il consumatore tre diversi tipi di procedure: l’accordo con il creditore, il piano del consumatore e la liquidazione del patrimonio). Per accedervi, però, è necessario che ricorrano determinati requisiti. A partire dalla sussistenza di una situazione di sovraindebitamento, ovvero di squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio immediatamente liquidabile e quindi di incapacità nell’adempiere alle proprie obbligazioni. Inoltre, alla procedura di esdebitazione è possibile accedere soltanto attraverso enti appositamente preposti, i cosiddetti Organismi di composizione della crisi (Occ), oppure per il tramite di professionisti abilitati, come un avvocato o un commercialista.
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