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Rivalutazione delle pensioni: cosa cambia e perché è importante per la cessione del quinto

L'Istat ha annunciato un aumento del tasso di capitalizzazione del montante contributivo per le pensioni che decorrono dal 1° gennaio 2025. Un incremento del 3,6% che rappresenta un miglioramento significativo rispetto agli anni precedenti e una buona notizia per chi si avvicina all'età pensionabile.

Pubblicato il 22/11/2024
coppia anziana felice seduti su una pachina
Rivalutazione pensioni da gennaio 2025

La rivalutazione delle pensioni, nota anche come perequazione, è un meccanismo che consente di adeguare l'importo delle pensioni all'inflazione. Nel corso del tempo, il sistema di rivalutazione è stato soggetto a modifiche e aggiornamenti, che hanno avuto un impatto diretto sul bilancio di molte famiglie italiane.

Come funziona la rivalutazione delle pensioni

L’aumento degli assegni pensionistici avviene solitamente su base annuale, in modo da compensare l'aumento del costo della vita calcolato dall'ISTAT. L'obiettivo è quello di garantire che il potere d'acquisto dei pensionati non venga eroso dall'aumento dei prezzi dei beni e dei servizi di uso quotidiano.

L'importo delle pensioni viene rivalutato in base agli indici di inflazione rilevati nell'anno precedente, ma la rivalutazione non è sempre totale perché esistono delle fasce che vengono rivalutate con percentuali diverse, a seconda dell'importo della pensione. In genere, le pensioni più basse ricevono una rivalutazione piena, mentre quelle più alte possono essere soggette a una rivalutazione parziale.

Nel 2024, l'inflazione ha giocato un ruolo importante nella determinazione dell'importo delle pensioni. L'aumento dei costi energetici e di molti beni di prima necessità ha reso necessario un aggiornamento significativo degli importi pensionistici per sostenere le famiglie. Il governo ha previsto una rivalutazione delle pensioni in modo da proteggere i pensionati con i redditi più bassi, che sono i più colpiti dalle dinamiche inflazionistiche.

Recentemente, l'ISTAT ha annunciato un aumento del tasso di capitalizzazione del montante contributivo per le pensioni che decorrono dal 1° gennaio 2025. Questo aumento del 3,6% rappresenta un miglioramento significativo rispetto agli anni precedenti ed è una buona notizia per chi si avvicina all'età pensionabile.

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Cos’è la rivalutazione del montante contributivo

Il montante contributivo è la somma dei contributi versati durante tutta la carriera lavorativa di un individuo, rivalutata ogni anno per adeguarsi al tasso di crescita dell'economia.

La rivalutazione del montante è determinata dal tasso di capitalizzazione, che è calcolato sulla base della variazione del PIL nominale dei cinque anni precedenti. Per il 2025 il tasso di capitalizzazione è stato fissato al 3,6622%, un aumento significativo rispetto al 2,3% dell'anno precedente e il terzo consecutivo, dopo un periodo negativo nel 2021 dovuto agli effetti della pandemia.

Tale rivalutazione consente di incrementare il montante contributivo accumulato, e di conseguenza anche l'importo finale della pensione. Ad esempio, un montante di 100.000 euro al 31 dicembre 2023 sarà rivalutato a 103.662 euro, determinando un aumento netto di 3.662 euro (fonte: Pensione Oggi).

Coefficienti di trasformazione ed età di pensionamento

Un altro aspetto importante della rivalutazione è rappresentato dai coefficienti di trasformazione. Questi coefficienti sono utilizzati per convertire il montante contributivo in una rendita pensionistica annuale e variano in base all'età del pensionamento, partendo dai 57 anni fino ai 71 anni. I coefficienti vengono aggiornati ogni due anni: per il biennio 2023-2024 sono stati migliorati, favorendo un calcolo della pensione più alto rispetto al passato. Questo significa che, a parità di montante contributivo, l'importo della pensione sarà maggiore per chi andrà in pensione con i nuovi coefficienti rispetto a chi lo ha fatto negli anni precedenti.

I lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dal 1° gennaio 1996 o che hanno meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 vedranno l'intera pensione calcolata con il sistema contributivo. Questo rende la rivalutazione del montante ancora più rilevante per questi pensionati, poiché ogni aumento del tasso di capitalizzazione incide direttamente sull'importo finale della pensione.

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Rivalutazione pensioni e cessione del quinto

Nel contesto attuale di rivalutazione delle pensioni, la cessione del quinto assume un ruolo ancora più interessante, perché rappresenta un'opportunità concreta per i pensionati di migliorare la propria situazione finanziaria in un contesto economico caratterizzato da inflazione e aumento dei prezzi.

L'aumento del montante contributivo e la conseguente rivalutazione degli importi pensionistici possono infatti incidere positivamente sulla capacità di accesso al credito, aumentando l'importo massimo finanziabile.

Una simulazione di cessione del quinto pensionati

È importante sottolineare che, per sua natura, la cessione del quinto è un prestito sostenibile, perché l'importo trattenuto dalla pensione non deve compromettere la capacità del pensionato di far fronte alle spese quotidiane. Vediamo qui con una simulazione quanto si può ottenere ricorrendo a questa formula. Ipotizzando di impegnare la rata di 300 euro mensili per 10 anni per un pensionato di 68 anni residente a Roma, 1 anno di anzianità pensionistica e pensione di 1900 euro, l’offerta più conveniente è di Bibanca con QuiTu, che eroga un netto di € 25.757,26, TAN 7,07% e un TAEG 7,30%. L'offerta è dedicata ai dipendenti di età fino a 75 anni e consente di ottenere fino a 75.000 euro.

A cura di: Paola Campanelli

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