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Prestiti e cessione del quinto risposta al calo del potere d’acquisto
I prezzi sono aumentati più dei salari nel 2023 a causa dell’inflazione elevata. Lo afferma l’INPS. Risultato? Le retribuzioni hanno perso potere d’acquisto, mettendo in difficoltà le famiglie. Un aiuto arriva da prestiti personali e cessione del quinto, finanziamenti che hanno tassi in calo.

Cala il potere d’acquisto degli italiani. I salari sono cresciuti del 6,8% lordo lo scorso anno. Ma, nello stesso periodo, i prezzi sono aumentati del 15-17% a causa dell’impennata dell’inflazione. Questa disparità, che pesa sul bilancio domestico delle famiglie, è emersa durante la presentazione della Relazione annuale dell’INPS.
Un’impossibilità a risparmiare e, in tanti casi, una difficoltà ad arrivare a fine mese che traina le richieste di prestiti personali e di cessione del quinto di stipendio e pensione per far fronte alle spese ordinarie e straordinarie. Credito al consumo che attualmente beneficia di una discesa dei tassi di interesse sull’onda anche del secondo taglio di un quarto di punto del costo del denaro varato dalla Banca centrale europea (BCE) a settembre 2024.
Retribuzioni, giovani e disparità di genere
Dal XXIII rapporto dell’Istituto nazionale della previdenza sociale risulta che le retribuzioni (comprese quelle part-time) sono state pari a 25.789 euro lordi in media nel 2023. Mentre, per quelle relative ai soli contratti a tempo pieno, sono state di 39.176 in media.
Gli under 30 sono coloro che guadagnano meno (poco più di 14.000 euro l’anno in media). Così come gli uomini guadagnano di più delle donne. Queste ultime, inoltre, sono maggiormente penalizzate nell’anno della nascita di un figlio e in quello successivo, tanto che il loro reddito crolla del 76%. Mentre per il ritorno a retribuzioni a livelli di prima della maternità servono 5 anni di tempo dal parto. Inoltre, con la nascita di un figlio, per le donne aumenta del 18% la probabilità di uscita dal mondo del lavoro.
347 miliardi di euro la spesa delle pensioni
Nel suo bilancio annuale, l’INPS afferma che i pensionati sono 16 milioni, mentre sono oltre 26 milioni i lavoratori assicurati e 1,8 milioni le imprese.
Nel 2023, il totale delle entrate accertate dall’Istituto è stato pari a 536 miliardi di euro, di cui 269 miliardi sono costituiti da entrate contributive (+5,1% rispetto al 2022) e quasi 165 miliardi da trasferimenti correnti dalla fiscalità generale (+3,3% rispetto al 2022).
Le uscite complessive sono state pari a 524 miliardi di euro, di cui 347 miliardi per la spesa delle pensioni. L’INPS ha registrato lo scorso anno una crescita (+5,7%) dei trattamenti pensionistici assistenziali, che rappresentano l’8% del totale. Sebbene per legge l’età pensionabile sia a 67 anni, l’età effettiva di pensionamento è in media a 64,2 anni.
Prestiti personali e cessione del quinto: un aiuto prezioso
Al di là dei dati di bilancio dell’INPS, resta il fatto che la diminuzione del potere d’acquisto delle retribuzioni è, in numerosi casi, compensata dal ricorso ai prestiti personali o alla cessione del quinto di stipendio (per i dipendenti privati o pubblici) o della pensione (per chi beneficia di un trattamento previdenziale dell’INPS o di altro istituto).
Prestiti personali e cessione del quinto che sono tornati, dopo il periodo difficile attraversato lo scorso autunno per i rialzi del costo del denaro, ad avere tassi di interesse più bassi e, di conseguenza, a essere più vantaggiosi.
Tassi in calo, rata più bassa: le offerte per risparmiare
Nel terzo trimestre 2024, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio finanziamenti di PrestitiOnline.it, il miglior tasso per un prestito personale è stato del 6,72%, mentre per la cessione del quinto per i dipendenti del settore privato si è attestato al 5,90%, per i lavoratori del pubblico al 4,52% e per i pensionati al 6,06%.
La perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni è anche alla base dell’aumento di richieste e di erogazioni di prestiti liquidità, che rispettivamente hanno raggiunto il 31,7% e il 30,1% dei due totali. Anche perché il miglior TAEG per questa tipologia di finanziamento è scesa dal 7,66% di inizio anno al 6,53% registrato ad agosto 2024.
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